La dentiera trovata a Lucca (Foto: Università di Pisa) |
Gli archeologi si sono imbattuti, nei pressi di Lucca, in Toscana, in una scoperta eccezionale. La squadra, composta da paleopatologi dell'Università di Pisa, ha scoperto una protesi dentaria in un'antica tomba di famiglia.
I ricercatori ritengono che la protesi risalga al tardo XIV secolo o agli inizi del XVII, il che le rende le più antiche protesi mai recuperate. Etruschi e Romani utilizzavano protesi di denti umani e animali già nel VII secolo a.C.. Un membro del team, la Dott.ssa Simona Minozzi, della Divisione di Paleopatologia del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, ha affermato: "Lo studio del contesto archeologico non ha permesso una datazione precisa per la protesi, che comunque si colloca tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XVII e malgrado esistano descrizioni di apparecchi simili nei testi del periodo, non sono conosciute altre evidenze archeologiche. La protesi dentaria ritrovata nella tomba dei Guinigi è quindi la prima testimonianza di protesi dentale di questo periodo storico e aggiunge un prezioso tassello alla storia dell'odontoiatria".
La dentiera si compone di cinque denti mandibolari umani, canini ed incisivi, tenuti insieme da una lamina metallica in oro. Gli archeologi pensano che i denti originariamente appartenevano a persone diverse e che la forma e le dimensioni li rendano adatti alla sostituzione dell'arcata anteriore mandibolare. Un esame ulteriore ha rivelato che il rivestimento di metallo era composto per lo più d'oro, d'argento e di un metallo riutilizzato. Uno strato di tartaro sulla superficie dimostra che la dentiera è stata indossata per un lungo periodo di tempo.
Per la realizzazione dell'apparecchio la radice di ciascun dente è stata limata e tagliata longitudinalmente; all'interno del taglio è stata inserita una sottile lamina d'oro alla quale i denti sono assicurati attraverso piccoli perni. La lamina fuoriesce ai due lati della protesi con due alette piegata ad S, sulle quali sono presenti due piccoli fori che garantivano l'ancoraggio ai denti ancora in situ nella mandibola, di cui non è però stata trovata traccia. Infatti, i tentativi di associazione con le numerose mandibole rinvenute nella tomba collettiva che raccoglieva i resti di quasi un centinaia di individui, sepolti assieme alla protesi, non hanno dato esito positivo.
Il ritrovamento è stato effettuato in una tomba appartenente all'antica famiglia Guinigi a Lucca, dove gli scienziati hanno studiato i resti di più di 200 scheletri sepolti in una cappella di famiglia nel convento di San Francesco. I Guinigi erano un'importante casata che governò Lucca agli inizi del 1400. Nel corso dello studio sono stati identificati tra di essi i resti di tre delle quattro mogli di Paolo Guinigi, tra le quali la famosa Ilaria del Carretto, della quale resta esposto nel duomo di Lucca il celebre sarcofago in marmo scolpito da Jacopo della Quercia.
I ricercatori ritengono che la protesi risalga al tardo XIV secolo o agli inizi del XVII, il che le rende le più antiche protesi mai recuperate. Etruschi e Romani utilizzavano protesi di denti umani e animali già nel VII secolo a.C.. Un membro del team, la Dott.ssa Simona Minozzi, della Divisione di Paleopatologia del Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia, ha affermato: "Lo studio del contesto archeologico non ha permesso una datazione precisa per la protesi, che comunque si colloca tra la fine del XIV secolo e l'inizio del XVII e malgrado esistano descrizioni di apparecchi simili nei testi del periodo, non sono conosciute altre evidenze archeologiche. La protesi dentaria ritrovata nella tomba dei Guinigi è quindi la prima testimonianza di protesi dentale di questo periodo storico e aggiunge un prezioso tassello alla storia dell'odontoiatria".
Immagini ottenute attraverso la micro-CT scanner ad alta risoluzione (Università di Pisa) |
Per la realizzazione dell'apparecchio la radice di ciascun dente è stata limata e tagliata longitudinalmente; all'interno del taglio è stata inserita una sottile lamina d'oro alla quale i denti sono assicurati attraverso piccoli perni. La lamina fuoriesce ai due lati della protesi con due alette piegata ad S, sulle quali sono presenti due piccoli fori che garantivano l'ancoraggio ai denti ancora in situ nella mandibola, di cui non è però stata trovata traccia. Infatti, i tentativi di associazione con le numerose mandibole rinvenute nella tomba collettiva che raccoglieva i resti di quasi un centinaia di individui, sepolti assieme alla protesi, non hanno dato esito positivo.
Il ritrovamento è stato effettuato in una tomba appartenente all'antica famiglia Guinigi a Lucca, dove gli scienziati hanno studiato i resti di più di 200 scheletri sepolti in una cappella di famiglia nel convento di San Francesco. I Guinigi erano un'importante casata che governò Lucca agli inizi del 1400. Nel corso dello studio sono stati identificati tra di essi i resti di tre delle quattro mogli di Paolo Guinigi, tra le quali la famosa Ilaria del Carretto, della quale resta esposto nel duomo di Lucca il celebre sarcofago in marmo scolpito da Jacopo della Quercia.
Fonti:
thelocal.it
lanazione.it
thelocal.it
lanazione.it
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