lunedì 14 agosto 2017

Betsaida non è...Besaida, forse

Veduta aerea degli scavi di El-Araj, forse l'antica città di Betsaida-Julia
(Foto: Zachary Wong)
E' fondata la notizia di qualche giorno fa sul ritrovamento del "villaggio degli apostoli" di Gesù? No, secondo un docente di geografia storica che ha lavorato agli scavi nella località di El-Araj, presso la riva settentrionale del lago di Tiberiade, sul delta del fiume Giordano.
"Non siamo stati noi a dare la notizia sui giornali", spiega al National Geographic Steven Notley, professore autorevole di Nuovo Testamento e Origini del Cristianesimo al Nyack College di New York e direttore accademico degli scavi di El-Araj. Piuttosto i ricercatori che lavorano agli scavi nel sito dal 2016 sono alla ricerca delle tracce di Betsaida, città dove, secondo quanto affermato nel Nuovo Testamento, ebbero i natali gli apostoli Pietro, Andrea e Filippo.
Secondo i Vangeli, Betsaida era il villaggio dei primi apostoli e il luogo in cui Gesù compì il miracolo della guarigione di un cieco. Se Cafarnao - un altro villaggio di pescatori situato in Galilea, spesso citato nei Vangeli - è stato scoperto agli inizi del XX secolo, Betsaida è a lungo rimasta oggetto di dibattito. Dunque, cos'è stato effettivamente scoperto di così importante?
Gli archeologi hanno dichiarato di aver scoperto a El-Araj un bagno pubblico di epoca romana (risalente al periodo compreso tra il I e il III secolo d.C.), che potrebbe costituire la testimonianza di un significativo insediamento urbano, molto probabilmente dell'antica Betsaida. Alla fine del I secolo d.C. lo storico romano di origine ebraica Flavio Giuseppe spiegava nei suoi scritti come il piccolo villaggio di Betsaida, nel 30 d.C., durante il regno di Filippo, fosse diventata una polis greco-romana. Filippo, figlio di Erode il Grande, la rinominò Julia in onore della madre dell'imperatore Tiberio (Livia Drusilla Claudia, conosciuta anche come Giulia Augusta) e si fece seppellire lì dopo la sua morte.
"Il bagno pubblico dimostra l'esistenza di una cultura urbana", dichiara al quotidiano israeliano Haaretz Mordechai Aviam, del Kinneret Institute for Galilean Archaeology, direttore degli scavi. Ma non esiste già un sito chiamato Betsaida nella zona? Si. Dal 1839, il sito vicino di E-Tell è stato individuato come possibile luogo in cui era situata l'antica Betsaida-Julia. Gli scavi a E-Tell, ad opera del Betsaida Excavations Project, che vanno avanti dal 1987, hanno portato alla luce importanti fortificazioni risalenti all'Età del Ferro (IX secolo a.C.), oltre ad abitazioni del periodo greco (II secolo a.C.) e romano contenenti attrezzi da pesca - come ancore di ferro e ami - e ai resti di quello che potrebbe essere un tempio romano.
Tuttavia, molti archeologi hanno messo in discussione la corrispondenza tra E-Tell e la città e la città di Betsaida menzionata nel Nuovo Testamento, sostenendo che il sito sia troppo lontano (circa 2,41 chilometri) dalla costa per essere stato un centro dedito alla pesca. Inoltre alcuni ritengono che i resti romani rinvenuti lì nel corso degli scavi durati trent'anni sono di modesta entità per appartenere ad una città grande e importante del tempo. "Se i resti dell'Età del Ferro a Betsaida sono imponenti e notevoli, quelli di epoca romana sono esigui, e dunque il sito non sembra essere un centro urbano", afferma Jodi Magness, archeologo e beneficiario di una borsa di studio del National Geographic.
Contestualmente, Rami Arav, direttore del Betsaida Excavations Project a E-Tell, spiega al National Geographic che non ci sono prove sufficienti per associare El-Araj all'antica città e neanche per documentare l'esistenza di un precedente villaggio di pescatori.
Allora perché i giornali parlano di "villaggio degli apostoli"? Oltre ai resti del bagno pubblico di epoca romana - tra cui un pavimento a mosaico, tegole e condutture - a El-Araj gli archeologi hanno scoperto testimonianze di muri e mosaici in vetro dorato del V secolo d.C., che suggeriscono l'esistenza di una chiesa di grande interesse situata lì nel periodo tardo bizantino. Tali mosaici compariranno solo in "chiese importanti e riccamente elaborate", osserva Notley.
Lo studioso sostiene si possa trattare della chiesa descritta in un racconto di Villibaldo di Eichstatt, vescovo bavarese che viaggiò nella regione introno al 725, riferendo che a Betsaida era stata costruita una chiesa sulla casa dell'apostolo Pietro e del fratello Andrea. Gli archeologi al lavoro a El-Araj si chiedono se si trovino di fronte ad un caso simile a quello della vicina Cafarnao, dove fu costruita una chiesa bizantina su un sito tradizionalmente associato all'apostolo Pietro. Nel 1968, gli archeologi hanno scoperto evidenze di una casa di epoca romana sotto la chiesa bizantina, che alla fine del I secolo si era nel frattempo trasformata in un centro condiviso di venerazione.
Notley avverte che finora sono stati compiuti scavi solo in una piccola area di El-Araj e che le future campagne di scavo riveleranno maggiori dettagli sulla storia del sito e della sua possibile corrispondenza con l'antica Betsaida, villaggio biblico degli apostoli. Il team di ricerca ha, in ogni caso, concluso positivamente la stagione di scavo di quest'anno.
"Il racconto di Villibaldo di Eichstatt ci dice che nell'epoca bizantina vi era memoria del sito di Betsaida, che egli identifica con la tradizione del Vangelo", spiega Notley. "Solo il tempo ci dirà se nel sito oggetto di studio sia presente una chiesa bizantina e se il sito corrisponde effettivamente alla città di Betsaida risalente al I secolo. Al momento ritengo che sia molto probabile che entrambe le risposte siano affermative", conclude.

Fonte:
nationalgeographic.it

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