sabato 12 agosto 2017

La signora di Tayinat

La statua rinvenuta a Tayinat
(Foto: Progetto Archeologico Tayinat)
Una gigantesca statua dell'Età del Ferro, raffigurante una donna, è stata scoperta nel sito archeologico di Tayinat, in Turchia, al confine con la Siria. La statua, di cui rimangono solo la testa e le spalle, si stima sia stata alta tra i 4 e i 5 metri. La donna ha i capelli arricciati che emergono da uno scialle.
Il manufatto è stato datato al IX secolo a.C. e si trovava accanto al cancello che immette all'acropoli di Kunulua, più tardi conosciuta come Tayinat, capitale del regno neo-ittita di Patina. Non si sa ancora chi sia la donna raffigurata nella statua, probabilmente - ipotizzano gli archeologi - si tratta di Kubaba, la divina madre degli dèi dell'antica Anatolia. "Malgrado queste ipotesi, ci sono indizi stilistici ed iconografici che portano a pensare che si tratti della rappresentazione di una figura umana, forse la moglie del re Suppiluliuma oppure una donna di nome Kupapiyas, moglie o madre di Taita, fondatore della dinastia più antica di Tayinat", ha affermato l'archeologo Timothy Harrison, direttore, per conto dell'Università di Toronto, del progetto archeologico di Tayinat.
Kupapiyas è stata l'unica donna del I millennio a.C. di cui sia giunto il nome fino a noi. Si dice che sia vissuta più di cento anni e che fosse una figura piuttosto importante nella società ma anche nella vita politica di Tayinat.
La statua, purtroppo, non era ben conservata quando è stata trovata. Il viso e il petto erano stati distrutti, probabilmente si è trattato di una distruzione rituale avvenuta migliaia di anni fa. Nonostante questo, sono ancora visibili parte del naso e degli occhi. Gli archeologi pensano che la distruzione del reperto, unitamente a molti altri simili, sia avvenuta intorno al 738 a.C., quando gli Assiri conquistarono la zona.
"Gli studiosi hanno a lungo speculato sul riferimento a Calneh nell'oracolo di Isaia contro l'Assiria, pensando che esso alludesse alla devastazione di Kunulua", ha detto Harrison. "La distruzione dei monumenti Luvi e la trasformazione dell'area in un complesso religioso assiro può rappresentare la manifestazione fisica di questo evento storico, successivamente immortalato nell'oracolo di Isaia".
Gli archeologi confidano di ricostruire il volto della donna rappresentata nella statua in modo da far luce sulla sua identità. "Il recupero di questi minuscoli frammenti renderà possibile ripristinare molto se non tutto il viso e la parte del corpo della figura originale", ha detto Harrison.

Fonte:
ibtimes.co.uk

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