Ozzano dell'Emilia, alcune delle recenti scoperte archeologiche (Foto: Maurizio Molinari) |
Sono di altissimo valore storico e culturale le recenti scoperte su Claterna, l'antica città che giace a pochi centimetri di profondità lungo la via Emilia, a Ozzano. Un luogo che lentamente sta prendendo forma grazie ai continui scavi. Infatti, durante i lavori di realizzazione della nuova pista ciclabile che collegherà San Lazzaro di Savena e Castel San Pietro Terme, le ricerche, dirette dalla Soprintendenza, hanno intercettato un grande mosaico e potenti strutture proprio nel luogo dove le prospezioni e le foto aeree portavano a supporre l'esistenza di un grande edificio pubblico: probabilmente termale.
Scavi e indagini confermeranno o chiariranno la natura di questa nuova scoperta, alla luce degli ultimi sorprendenti risultati ottenuti dalle ricerche geomagnetiche effettuate dall'Università di Siena, che hanno permesso individuare un foro, il teatro, le domus private e le officine artigianali. Studi che stanno fornendo un quadro completo della città romana.
La campagna di ricerche che si è appena conclusa ha operato su tre fronti: la domus del fabbro e il teatro, in prosecuzione al progetto 2017-2019, e la ricerca geomagnetica su tutta la pianta della città: una novità assoluta. Nella domus del fabbro le ricerche si sono spinte nella nuova area aperta verso nord, operando più in profondità per raggiungere le fasi imperiali di I-III secolo d.C.. La scoperta più importante è stata quella di un secondo peristilio, un'area cortiliva porticata dotata di pozzo, sulla quale affacciava una cucina. Sono stati scoperti un altro cortile e vari ambienti, questi ultimi intonacati.
Ricerche proseguite anche nel settore del teatro: anche se le indagini sono ancora in corso, va segnalato il ritrovamento di strutture di fondazione della cavea in grandi blocchi di arenaria, molto più profonde e ben conservate di quanto non fosse emerso l'anno scorso. L'esplorazione della parte bassa ha restituito anche materiali lapidei lavorati, come un grosso frammento di cornice, mentre sono iniziate quest'anno le indagini nella zona dell'orchestra e degli ingressi laterali che si trovano più in profondità. La campagna di scavo 2018 ha consentito di avviare anche un progetto sognato da tempo dagli addetti ai lavori, cioè l'esplorazione estensiva della città attraverso le più moderne tecnologie geofisiche, che ha prodotto un quadro quasi completo dell'area urbana e di parte del suburbio. Dati che permettono di capire meglio tutto il comparto pubblico, compresi alcuni edifici mai individuati prima, e la scansione interna del tessuto urbano.
Claterna nasce nel II secolo a.C. con una duplice funzione: da un lato importante snodo viario all'incrocio fra via Emilia, torrente Quaderna e una via transappenninica (forse la Flaminia minor), dall'altra come centro di mercato e servizi. Nel I secolo a.C. Claterna, come tante altre città italiche, diventa un municipium con competenza sul vasto territorio compreso tra i torrenti Idice e Sillaro. Dopo il periodo di massimo splendore collocabile nella prima età imperiale, la città sopravvive fino alla tarda antichità (V-VI secolo d.C.), seppure notevolmente ridimensionata, per poi venire totalmente abbandonata fino al completo oblio.
Fin dall'Ottocento, l'antica città romana di Claterna è stata un campo d'indagine privilegiato per l'archeologia emiliano-romagnola. L'unicità di Claterna è dovuta al fatto di non aver avuto una continuità storica analoga a quella degli altri centri sorti lungo la via Emilia (da Rimini a Piacenza), e questa assenza di stratificazione ha offerto la possibilità di indagare la città nella sua estensione e configurazione originale, senza le modifiche intervenute nel tempo.
Scavi e indagini confermeranno o chiariranno la natura di questa nuova scoperta, alla luce degli ultimi sorprendenti risultati ottenuti dalle ricerche geomagnetiche effettuate dall'Università di Siena, che hanno permesso individuare un foro, il teatro, le domus private e le officine artigianali. Studi che stanno fornendo un quadro completo della città romana.
Ozzano dell'Emilia, gli scavi dell'antica Claterna (Foto: bolognatoday.it) |
Ricerche proseguite anche nel settore del teatro: anche se le indagini sono ancora in corso, va segnalato il ritrovamento di strutture di fondazione della cavea in grandi blocchi di arenaria, molto più profonde e ben conservate di quanto non fosse emerso l'anno scorso. L'esplorazione della parte bassa ha restituito anche materiali lapidei lavorati, come un grosso frammento di cornice, mentre sono iniziate quest'anno le indagini nella zona dell'orchestra e degli ingressi laterali che si trovano più in profondità. La campagna di scavo 2018 ha consentito di avviare anche un progetto sognato da tempo dagli addetti ai lavori, cioè l'esplorazione estensiva della città attraverso le più moderne tecnologie geofisiche, che ha prodotto un quadro quasi completo dell'area urbana e di parte del suburbio. Dati che permettono di capire meglio tutto il comparto pubblico, compresi alcuni edifici mai individuati prima, e la scansione interna del tessuto urbano.
L'area dell'antica Claterna (Foto: bolognatoday.it) |
Fin dall'Ottocento, l'antica città romana di Claterna è stata un campo d'indagine privilegiato per l'archeologia emiliano-romagnola. L'unicità di Claterna è dovuta al fatto di non aver avuto una continuità storica analoga a quella degli altri centri sorti lungo la via Emilia (da Rimini a Piacenza), e questa assenza di stratificazione ha offerto la possibilità di indagare la città nella sua estensione e configurazione originale, senza le modifiche intervenute nel tempo.
Fonte:
bolognatoday.it
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