Pompei, la Domus dei Vettii (Foto: Luigi Spina) |
Dopo una chiusura di venti anni, la Domus dei Vettii riapre al pubblico dopo recenti interventi di restauro che hanno ripristinato l'originario splendore dei suoi straordinari affreschi.
La Domus venne scavata tra il 1894 ed il 1896. Apparteneva ad Aulus Vettius Conviva e ad Aulus Vettius Restitututs, probabilmente liberti arricchitisi con il commercio del vino. La ricchezza dei due proprietari si riflette nelle pitture e nelle sculture che adornano la casa. Il vino prodotto dai due liberti era commerciato, del resto, in tutto il Mediterraneo.
La Domus conserva anche tracce della vita servile, in particolare un ambiente adiacente alla cucina, nel quartiere della servitù, decorato con quadretti erotici. Questo spazio, in passato, doveva avere una porta di ferro che consentiva l'accesso ai soli uomini adulti, barriera rimossa solo pochi giorni prima della riapertura della casa. Si è pensato che in questo ambiente si esercitasse la prostituzione, ipotesi avvalorata dal ritrovamento, sulla parete sinistra del vestibolo, di un'iscrizione secondo la quale una donna di nome Eutychis, "greca di belle maniere", sarebbe stata offerta per due assi.
"La casa dei Vettii - ha sottolineato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei - è la storia del mondo romano rinchiusa in una casa, la 'casa museo' della romanità, per così dire: ci troviamo affreschi mitologici e sculture in bronzo e in marmo di eccezionale qualità artistica, che parlano del rapporto complesso tra modelli greci e rielaborazioni romane, ma anche della vita economica e sociale della città. I proprietari, liberti e dunque ex schiavi, sono espressione di una mobilità sociale che due secoli prima sarebbe stata impensabile. Diventano ricchi con il commercio di prodotti agricoli del territorio intorno a Pompei, ma a quanto pare nella loro casa fu esercitata anche la prostituzione da parte di una schiava greca, che apparteneva ai gruppi più deboli della società".
Il nuovo progetto di restauro, intrapreso nel 2016 sotto la direzione di Massimo Osanna, ha visto collaborare diverse professionalità tra archeologi, architetti, restauratori, ingegneri, esperti di giardinaggio, al lavoro in uno dei cantieri più complessi nel panorama dei beni archeologici degli ultimi decenni. La ricchezza degli apparati decorativi e degli arredi del giardino ha, infatti, imposto un accurato intervento di conservazione, attraverso opere di pulitura, stuccatura e integrazione, necessarie per rendere leggibili i piccoli dettagli e per recuperare i colori originali degli apparati.
Particolarmente difficile si è rivelata la rimozione degli strati di cera che in passato erano stati inseriti sugli affreschi al fine di renderli più brillanti, un metodo di restauro rivelatosi dannoso e che a oscurato molti dettagli delle raffinate pitture, con rappresentazioni di architetture fantastiche e scene mitologiche.
Il restauro ha riguardato anche il giardino colonnato, dove sono state inserite copie delle statue originali conservate negli spazi espositivi e nei depositi del Parco Archeologico, come la statua di Priapo, dio dell'abbondanza.
Uno dei fiori all'occhiello di questa Domus è la cosiddetta Sala di Issione, che si apre sul giardino. Sul fondo è rappresentato il re Issione di fronte ad Era in trono che guarda la scena indicata da Iside: Efesto sta attivando la ruota alla quale sarà legato Issione mediante alcuni serpenti. Il re della Tessaglia era, infatti, colpevole di aver provato ad oltraggiare Era e per questo subì la condanna a girare in eterno nella volta celeste. Sulla parete destra è rappresentato Dioniso che si svela ad Arianna addormentata, mentre Teseo fugge con la sua nave. Sulla parete sinistra Dedalo presenta a Pasifae, moglie del re di Creta Minosse, la vacca di legno che le consentirà di concepire il Minotauro.
La Domus venne scavata tra il 1894 ed il 1896. Apparteneva ad Aulus Vettius Conviva e ad Aulus Vettius Restitututs, probabilmente liberti arricchitisi con il commercio del vino. La ricchezza dei due proprietari si riflette nelle pitture e nelle sculture che adornano la casa. Il vino prodotto dai due liberti era commerciato, del resto, in tutto il Mediterraneo.
La Domus conserva anche tracce della vita servile, in particolare un ambiente adiacente alla cucina, nel quartiere della servitù, decorato con quadretti erotici. Questo spazio, in passato, doveva avere una porta di ferro che consentiva l'accesso ai soli uomini adulti, barriera rimossa solo pochi giorni prima della riapertura della casa. Si è pensato che in questo ambiente si esercitasse la prostituzione, ipotesi avvalorata dal ritrovamento, sulla parete sinistra del vestibolo, di un'iscrizione secondo la quale una donna di nome Eutychis, "greca di belle maniere", sarebbe stata offerta per due assi.
"La casa dei Vettii - ha sottolineato Gabriel Zuchtriegel, direttore del Parco Archeologico di Pompei - è la storia del mondo romano rinchiusa in una casa, la 'casa museo' della romanità, per così dire: ci troviamo affreschi mitologici e sculture in bronzo e in marmo di eccezionale qualità artistica, che parlano del rapporto complesso tra modelli greci e rielaborazioni romane, ma anche della vita economica e sociale della città. I proprietari, liberti e dunque ex schiavi, sono espressione di una mobilità sociale che due secoli prima sarebbe stata impensabile. Diventano ricchi con il commercio di prodotti agricoli del territorio intorno a Pompei, ma a quanto pare nella loro casa fu esercitata anche la prostituzione da parte di una schiava greca, che apparteneva ai gruppi più deboli della società".
Pompei, affreschi della Domus dei Vettii (Foto: Luigi Spina) |
Particolarmente difficile si è rivelata la rimozione degli strati di cera che in passato erano stati inseriti sugli affreschi al fine di renderli più brillanti, un metodo di restauro rivelatosi dannoso e che a oscurato molti dettagli delle raffinate pitture, con rappresentazioni di architetture fantastiche e scene mitologiche.
Il restauro ha riguardato anche il giardino colonnato, dove sono state inserite copie delle statue originali conservate negli spazi espositivi e nei depositi del Parco Archeologico, come la statua di Priapo, dio dell'abbondanza.
Uno dei fiori all'occhiello di questa Domus è la cosiddetta Sala di Issione, che si apre sul giardino. Sul fondo è rappresentato il re Issione di fronte ad Era in trono che guarda la scena indicata da Iside: Efesto sta attivando la ruota alla quale sarà legato Issione mediante alcuni serpenti. Il re della Tessaglia era, infatti, colpevole di aver provato ad oltraggiare Era e per questo subì la condanna a girare in eterno nella volta celeste. Sulla parete destra è rappresentato Dioniso che si svela ad Arianna addormentata, mentre Teseo fugge con la sua nave. Sulla parete sinistra Dedalo presenta a Pasifae, moglie del re di Creta Minosse, la vacca di legno che le consentirà di concepire il Minotauro.
Fonte:
arte.it
arte.it
Nessun commento:
Posta un commento