Roma, gli scavi sull'Appia Antica (Foto: agi.it) |
L'area di Caracalla era viva e vissuta anche in età medioevale. Molto prima di essere attraversata dalle auto, e molto dopo aver ospitato le terme imperiali dell'antica Roma, questa zona ha vissuto da protagonista diverse fasi storiche come dimostrano i risultati dello scavo Appia Regina Viarum, un progetto di archeologia pubblica della Soprintendenza Speciale di Roma che, di fronte alle Terme di Caracalla, ha portato alla luce edifici, strutture e reperti, con importanti scoperte a partire dal II secolo d.C. fino all'età moderna.
"Quello che vediamo oggi è il risultato di scavo avviato a luglio - spiega Riccardo Dantangeli Valenzani docente di Archeologia Medievale di Roma 3 - con l'obiettivo centrale di ritrovare indizi sulla localizzazione del primo tratto della via Appia, che è quello su cui ci sono più problemi in merito alla precisa ed esatta localizzazione e anche al rapporto che la via Appia ha con la via Nova Severiana, ossia la strada rifatta dai Severi all'inizio del III secolo che dovrebbe ripercorrere lo stesso tratto della via Appia oppure affiancarlo. Naturalmente, come sempre succede negli scavi, il lavoro ha dato indizi per rispondere a questa domanda ma ha anche fornite tantissime altre informazioni, molte particolarmente interessanti e relative alla continuità di vita e di frequentazione di questa zona in epoca tardo antica e alto medioevale. Sottolineo quindi l'eccezionale interesse dell'individuazione, in quest'area, di tracce di trasformazioni continue che, in qualche modo, confermano la presenza di vita in età medioevale e fino all'inizio del IX secolo".
Nell'anno della candidatura a patrimonio Unesco arrivano, quindi, nuove evidenze archeologiche a sostegno della valenza culturale della via Appia. Iniziato nel 2018 con indagini non invasive, lo scavo vero e proprio è cominciato dal luglio 2022. Alle attività archeologiche è stata affiancata anche l'apertura dello scavo alla cittadinanza attraverso visite guidate durante i lavori, che hanno coinvolto migliaia di cittadini, e la pubblicazione delle relazioni archeologiche settimanali attraverso la piattaforma Sitar della Soprintendenza.
Improntata all'interdisciplinarità, l'attività di ricerca è iniziata a opera della Soprintendenza con indagini non invasive, carotaggi e georadar, per individuare il punto dove effettuare lo scavo vero e proprio, iniziato a partire dal luglio 2022 in collaborazione con l'Università di Roma 3, con il coinvolgimento di figure professionali diverse, oltre agli archeologi, strutturisti, geologi, architetti, archeosismologi.
Dove passava il primo miglio dell'Appia Antica? Gli studiosi hanno finora avanzato ipotesi diverse su questo percorso, ma solo l'evidenza archeologica potrà confermare il tracciato iniziale della prima strada romana intitolata a un console, Appius Claudius Coecus, e il suo rapporto con l'imponente via Nova Severiana, costruita all'inizio del III secolo d.C. dall'imperatore Settimio Severo, che ne ribatteva il tracciato.
Nel paesaggio contemporaneo il tracciato iniziale dell'Appia è quasi scomparso, tanto che oggi è opinione comune che la strada cominciasse da Porta San Sebastiano. Le fonti antiche tramandano che, invece, la Regina Viarum partiva almeno un chilometro prima, a Porta Capena, dove oggi troviamo l'omonima piazza.
"Le strutture più antiche - spiega Mirella Serlorenzi, direttrice scientifica dell'indagine. - risalgono all'età adrianea, arrivano a quella severiana e distano dalle tabernae davanti alle Terme circa 30 metri, che corrisponderebbero a 100 piedi romani, ovvero la larghezza della via Nova Severiana come riportata dalla Forma Urbis. La stratigrafia ha soprattutto restituito le continue trasformazioni di strutture di età imperiale, con la sovrapposizione nel tempo di attività produttive o abitative. La quantità di informazioni e di materiali rinvenuti, come la moneta quadrata papale, l'anello con monogramma, un'incisione beneaugurante trovata sotto ad una colonna, fornisce un quadro di un'area viva e frequentata fino all'alto medioevo, periodo d cui a Roma si hanno scarse testimonianze. Emerge così la trasformazione dell'Urbs imperiale nella Roma cristiana medieovale decisiva nella storia della città. Sappiamo, quindi, che era una'area molto viva, poteva sembrare ovvio essendo a ridosso della città, ma fino ad oggi non avevamo conferme".
In questo contesto sono considerati, quindi, di estremo interesse i materiali venuti alla luce che permetteranno di inquadrare meglio l'utilizzo dell'area con datazioni più precise. Tra i reperti più antichi spiccano una testa di statua, una colonna con iscrizione beneaugurale, resti di anfore e perfino una rara moneta quadrata, una delle prime coniate sotto il controllo papale e databile tra il 690 ed il 730 d.C.
Anche la ceramica invetriata e i residui e scarti di materiale di fusione confermerebbero la presenza di attività produttive. Il ritrovamento di una strada del X secolo in battuto indica la presenza, in epoca medioevale, di una importante percorrenza che, probabilmente, ricalcava l'Appia e spinge a continuare le indagini. La grande difficoltà dello scavo è stata la massiccia risalita dell'acqua, che impedisce di arrivare ad 8 metri di profondità, dove dovrebbe trovarsi il basolato antico. E' proprio l'acqua, quindi, a fermare, per il momento, i lavori.
"Quello che vediamo oggi è il risultato di scavo avviato a luglio - spiega Riccardo Dantangeli Valenzani docente di Archeologia Medievale di Roma 3 - con l'obiettivo centrale di ritrovare indizi sulla localizzazione del primo tratto della via Appia, che è quello su cui ci sono più problemi in merito alla precisa ed esatta localizzazione e anche al rapporto che la via Appia ha con la via Nova Severiana, ossia la strada rifatta dai Severi all'inizio del III secolo che dovrebbe ripercorrere lo stesso tratto della via Appia oppure affiancarlo. Naturalmente, come sempre succede negli scavi, il lavoro ha dato indizi per rispondere a questa domanda ma ha anche fornite tantissime altre informazioni, molte particolarmente interessanti e relative alla continuità di vita e di frequentazione di questa zona in epoca tardo antica e alto medioevale. Sottolineo quindi l'eccezionale interesse dell'individuazione, in quest'area, di tracce di trasformazioni continue che, in qualche modo, confermano la presenza di vita in età medioevale e fino all'inizio del IX secolo".
Roma, la moneta quadrata rinvenuta nello scavo (Foto: agi.it) |
Improntata all'interdisciplinarità, l'attività di ricerca è iniziata a opera della Soprintendenza con indagini non invasive, carotaggi e georadar, per individuare il punto dove effettuare lo scavo vero e proprio, iniziato a partire dal luglio 2022 in collaborazione con l'Università di Roma 3, con il coinvolgimento di figure professionali diverse, oltre agli archeologi, strutturisti, geologi, architetti, archeosismologi.
Dove passava il primo miglio dell'Appia Antica? Gli studiosi hanno finora avanzato ipotesi diverse su questo percorso, ma solo l'evidenza archeologica potrà confermare il tracciato iniziale della prima strada romana intitolata a un console, Appius Claudius Coecus, e il suo rapporto con l'imponente via Nova Severiana, costruita all'inizio del III secolo d.C. dall'imperatore Settimio Severo, che ne ribatteva il tracciato.
Roma, lo scavo visto dall'alto (Foto: ilfaroonline.it) |
"Le strutture più antiche - spiega Mirella Serlorenzi, direttrice scientifica dell'indagine. - risalgono all'età adrianea, arrivano a quella severiana e distano dalle tabernae davanti alle Terme circa 30 metri, che corrisponderebbero a 100 piedi romani, ovvero la larghezza della via Nova Severiana come riportata dalla Forma Urbis. La stratigrafia ha soprattutto restituito le continue trasformazioni di strutture di età imperiale, con la sovrapposizione nel tempo di attività produttive o abitative. La quantità di informazioni e di materiali rinvenuti, come la moneta quadrata papale, l'anello con monogramma, un'incisione beneaugurante trovata sotto ad una colonna, fornisce un quadro di un'area viva e frequentata fino all'alto medioevo, periodo d cui a Roma si hanno scarse testimonianze. Emerge così la trasformazione dell'Urbs imperiale nella Roma cristiana medieovale decisiva nella storia della città. Sappiamo, quindi, che era una'area molto viva, poteva sembrare ovvio essendo a ridosso della città, ma fino ad oggi non avevamo conferme".
In questo contesto sono considerati, quindi, di estremo interesse i materiali venuti alla luce che permetteranno di inquadrare meglio l'utilizzo dell'area con datazioni più precise. Tra i reperti più antichi spiccano una testa di statua, una colonna con iscrizione beneaugurale, resti di anfore e perfino una rara moneta quadrata, una delle prime coniate sotto il controllo papale e databile tra il 690 ed il 730 d.C.
Anche la ceramica invetriata e i residui e scarti di materiale di fusione confermerebbero la presenza di attività produttive. Il ritrovamento di una strada del X secolo in battuto indica la presenza, in epoca medioevale, di una importante percorrenza che, probabilmente, ricalcava l'Appia e spinge a continuare le indagini. La grande difficoltà dello scavo è stata la massiccia risalita dell'acqua, che impedisce di arrivare ad 8 metri di profondità, dove dovrebbe trovarsi il basolato antico. E' proprio l'acqua, quindi, a fermare, per il momento, i lavori.
Fonte:
agi.it
agi.it
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