domenica 19 marzo 2023

Egitto, la prima mummia...

Egitto, il corpo non mummificato di Hekashepes
(Foto: ilgiornaledellarte.it)

L'ex ministro delle Antichità Zahi Hawass ha annunciato, a gennaio di quest'anno, la scoperta di alcune tombe della V-VI Dinastia (XXV-XXIII secolo a.C.) nell'area della necropoli di Saqqara che prende il nome di Gisr el-Mudir, non lontana dalla piramide a gradoni di Djoser, una trentina di chilometri a sud de Il Cairo.
La sepoltura più importante è quella di Khnumdjedef, funzionario legato alla perpetuazione del culto dell'ultimo sovrano della V Dinastia Unis. La decorazione è dipinta e rappresenta un raro esempio di pittura di questo periodo.
Un'altra delle tombe riportate alla luce apparteneva, invece, al segretario di Palazzo Meri. Nel suo sepolcro sono state rinvenute nove statue in calcare dipinto che rappresentano quattordici individui. Tra di esse vi sono quelle di alcune coppie (forse Meri insieme alla sua sposa) e due di servitrici intente alla produzione di pane e birra, gli alimenti base della dieta egiziana.
Zahi Hawass, direttore della missione archeologica egiziana che lavora sul sito, ha però dichiarato che la scoperta più importante è da ritenersi quella di un pozzo funerario profondo quindici metri, al fondo del quale era stato deposto il sarcofago in pietra che conteneva i resti mortali di un certo Hekashepes. Da alcune foto pubblicate su internet sembrerebbe che il cadavere non fosse stato mummificato e che indossasse una tunica. Custodita in un sarcofago rettangolare, in calcare sigillato con malta, la mummia, appare decorata con foglie d'oro e risalirebbe a 4300 anni fa e sarebbe la più antica mummia rinvenuta finora in Egitto. Sul sarcofago è iscritto il nome dell'uomo. Gli esami diagnostici effettuati dall'équipe di Hawass hanno dimostrato che nessuno ha mai più toccato il sarcofago dal momento in cui è stato sigillato con la malta al termine del rituale di sepoltura.
I piedi apparirebbero infilati in calzature di pelle. Se quanto osservato risultasse confermato, si tratterebbe di una scoperta in grado di rimettere in discussione quanto noto sulla mummificazione e sulle credenze mondane dell'antico Egitto. Accanto al corpo di Hekashepes c'era un oggetto, forse una zappa, di cui si è conservata la lamina d'oro che lo ricopriva. Ai lati della testa sono, invece, visibili i due frammenti di un poggiatesta in pietra di delicata fattura.
Un altro pozzo, profondo una decina di metri, vicino al complesso piramidale di Pepy I, ha condotto, infine, al ritrovamento di statue lignee e in pietra associate al sarcofago di un personaggio di nome Fetek, giudice e scrittore.

Fonti:
Francesco Tiradritti per ilgiornaledellarte.com
artribune.com
mediterraneoantico.it

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