Paestum, resti della struttura indentificata con il tempio perduto di Poseidone (Foto: Parco Archeologico di Paestum e Velia) |
In Campania, di recente, è avvenuto un ritrovamento straordinario. Nell'antica città di Paestum, nota anche con il suo nome greco di Poseidonia, sono stati trovati diversi indizi del fatto che le fondamenta del tempio dorico portate alla luce dagli archeologi nel 2019 potrebbero essere quelle del tempio di Poseidone, dio protettore della città. La localizzazione esatta del santuario, infatti, fino ad ora era sconosciuta e i ricercatori stanno lavorando per trovare conferme alla loro ipotesi, corroborata da statuette votive e resti architettonici all'interno dell'edificio.
Secondo la direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D'Angelo, è una scoperta "di quelle che capitano una volta nella vita a un archeologo, se è fortunato e rivela un mondo, che da' una svolta alla nostra attuale conoscenza della città antica".
L'antica Poseidonia, ribattezzata Paestum dopo la conquista romana, fu fondata dai coloni greci tra la fine del VII e l'inizio del VI secolo a.C. Il suo nome evocava il dio del mare, Poseidone, la divinità protettrice della città. Per questo motivo il tempio a lui dedicato, costruito intorno al 460 a.C., doveva essere l'edificio religioso più importante della città.
In un primo momento si era pensato che, vista la sua rilevanza, dovesse per forza essere l'edificio più importante e più grande del sito archeologico. E invece ricerche successive hanno scartato questa ipotesi: la struttura più rilevante del complesso è nota oggi come tempio di Hera o di Apollo. Rimaneva dunque ancora senza risposta la domanda su dove si trovasse il tempio dedicato al dio del mare.
Nel corso della campagna di scavi nel 2019 diretta da Gabriel Zuchtriegel, attualmente direttore degli scavi a Pompei, nella sezione occidentale della città antica, in prossimità della cinta muraria e del mare, sono stati rinvenuti i resti di un piccolo tempio in stile dorico. A partire da agosto 2022, dopo oltre due anni d'interruzione dei lavori, i ricercatori hanno dato inizio a una campagna di scavi stratigrafici e nelle ultime settimane sono stati rinvenuti numerosi indizi del fatto che questo edificio potrebbe essere proprio il tempio perduto di Poseidone, il luogo religioso più importante dell'antica città.
Nel complesso sono stati rinvenuti 250 reperti appartenenti alla struttura del tempio e una trentina di frammenti che ne costituivano la decorazione e che sono legati al culto di Poseidone. La testimonianza principale è costituita da quindici statuette raffiguranti putti su delfini, animali che erano considerati messaggeri del dio del mare. Un altro indizio estremamente rilevante è costituito dalle sette figure di teste di toro, un animale sacro a Poseidone.
Molti dei reperti rinvenuti hanno chiare funzioni religiose: ne sono un esempio l'altare - localizzato a circa nove metri dal tempio, la cui pietra sacrificale è dotata di canalette per il drenaggio dei liquidi sacrificali -, o una scultura dedicata ad Afrodite.
Secondo D'Angelo è ancora presto per affermare quanto tutti i ricercatori sospettano, e cioè che quel tempio in riva al mare fosse, un tempo, la casa del dio del mare a Paestum. Ed è proprio la vicinanza della struttura alla costa che fa ben sperare i ricercatori. "Le navi che passavano se lo trovavano di fronte", racconta la direttrice del Parco Archeologico.
Secondo la direttrice del Parco Archeologico di Paestum e Velia, Tiziana D'Angelo, è una scoperta "di quelle che capitano una volta nella vita a un archeologo, se è fortunato e rivela un mondo, che da' una svolta alla nostra attuale conoscenza della città antica".
L'antica Poseidonia, ribattezzata Paestum dopo la conquista romana, fu fondata dai coloni greci tra la fine del VII e l'inizio del VI secolo a.C. Il suo nome evocava il dio del mare, Poseidone, la divinità protettrice della città. Per questo motivo il tempio a lui dedicato, costruito intorno al 460 a.C., doveva essere l'edificio religioso più importante della città.
In un primo momento si era pensato che, vista la sua rilevanza, dovesse per forza essere l'edificio più importante e più grande del sito archeologico. E invece ricerche successive hanno scartato questa ipotesi: la struttura più rilevante del complesso è nota oggi come tempio di Hera o di Apollo. Rimaneva dunque ancora senza risposta la domanda su dove si trovasse il tempio dedicato al dio del mare.
Paestum, putto su delfino rinvenuto negli scavi (Foto: Parco Archeologico di Paestum e Velia) |
Nel complesso sono stati rinvenuti 250 reperti appartenenti alla struttura del tempio e una trentina di frammenti che ne costituivano la decorazione e che sono legati al culto di Poseidone. La testimonianza principale è costituita da quindici statuette raffiguranti putti su delfini, animali che erano considerati messaggeri del dio del mare. Un altro indizio estremamente rilevante è costituito dalle sette figure di teste di toro, un animale sacro a Poseidone.
Molti dei reperti rinvenuti hanno chiare funzioni religiose: ne sono un esempio l'altare - localizzato a circa nove metri dal tempio, la cui pietra sacrificale è dotata di canalette per il drenaggio dei liquidi sacrificali -, o una scultura dedicata ad Afrodite.
Secondo D'Angelo è ancora presto per affermare quanto tutti i ricercatori sospettano, e cioè che quel tempio in riva al mare fosse, un tempo, la casa del dio del mare a Paestum. Ed è proprio la vicinanza della struttura alla costa che fa ben sperare i ricercatori. "Le navi che passavano se lo trovavano di fronte", racconta la direttrice del Parco Archeologico.
Fonte:
storicang.it
storicang.it
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