sabato 22 luglio 2023

Cipro, indagate splendide sepolture dell'Età del Bronzo

Cipro, sepoltura femminile con bambino
(Foto: Peter M. Fisher-The Soderberg
Expedition)
Gli scavi condotti dall'università svedese di Gothenburg presso il sito di Dromolaxia-Vyzakia, vicino la moschea di Hala Sultan Tekke, a Cipro, hanno portato alla luce due ricchissime tombe all'esterno del quartiere abitativo. L'area, collocata nei pressi del lago salato di Larnaca, durante l'Età del Bronzo era occupata da una fiorente città che, grazie al porto, commerciava con tutto il Mediterraneo.
Dromolaxia-Vyzakia, sviluppatasi tra il 1630 ed il 1150 a.C. con una superficie compresa tra i 25 ed i 50 ettari, fu uno dei più importanti centri commerciali dell'Età del Bronzo, avendo non solo contatti con Egitto, Anatolia, Creta, Sardegna e Levante, ma producendo ed esportando tessuti tinti di porpora e prodotti in rame, estratto dalle miniere della catena montuosa Troodos.
Il progetto archeologico svedese in Giordania, Palestina e Cipro (The Soderberg Expedition) è guidato dal Professor Peter M. Fischer sin dal 2010. Grazie alle prospezioni geofisiche con l'utilizzo di magnetometria e georadar, gli scavi si sono focalizzati in quattro aree urbane sia di tipo industriale, che hanno restituito conchiglie di murici, laboratori per la produzione del rame, prodotti importati da Micene, sia di tipo amministrativo, nonché un cimitero esterno alla città. E' da quest'ultimo, definito Area A, che provengono le sepolture indagate nella campagna di scavi 2023.
L'Area A è collocata nel lato orientale del sito ed è tra le più ricche di tutta Cipro, con le sue numerose tombe e pozzi votivi. Se le campagne archeologiche precedenti avevano messo in luce diverse sepolture (38 nel 2019) i cui corredi erano composti da beni importati dalle aree di contatto di Dromolaxia-Vyzkaia, l'ultima missione ha indagato tre tombe a camera.
Una di queste tombe è stata depredata nel corso del 1800, con conseguente distruzione sia dei corpi che di parte del corredo, di cui però gli studiosi sono riusciti a recuperare sia le ossa rimanenti che i frammenti di ceramica, alcuni dei quali provenienti sia da Micene che da Anatolia ed Egitto. Le altre due tombe conservavano diversi individui e oltre 500 manufatti. Tra i diversi reperti, circa la metà sono importazioni: ambra dal Baltico, lapislazzuli dall'Afghanistan, turchese blu-verde dal Sinai, corniola rosso scuro dall'India, avorio e oro dall'Egitto nonché vasellame da Grecia, Siria, Palestina, Turchia ed Egitto; intarsi con avorio, armi in bronzo, un sigillo in ematite dura circondato da oro con iscrizioni di sovrani e divinità. Sia i soggetti femminili che maschili sepolti indossano diademi decorati con leoni, tori, gazzelle e fiori e alcuni anche preziose collane con pendenti di finissima qualità provenienti, forse, dall'Egitto della XVIII Dinastia.
All'interno di una delle due tombe a camera è stato rinvenuto il corpo di una donna circondato da diversi vasi in ceramica, gioielli, uno specchio in bronzo e, accanto, un bimbo di circa un anno con un giocattolo in ceramica. Secondo il Professor Fischer, tutti questi elementi fanno ipotizzare che le persone ivi sepolte fossero di alto rango: probabilmente coloro che governarono la città in un periodo compreso tra il 1500 ed il 1300 a.C.

Fonte:
mediterraneoantico.it





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