sabato 11 novembre 2023

Cave, riemergono i resti dell'antica chiesa di Santo Stefano

Cave, il sito della chiesa di Santo Stefano
(Foto: finestresullarte.info)

Uno scavo nel Comune di Cave, sui colli romani, non lontano da Valmontone, ha portato alla scoperta dei resti di un'antica chiesa cristiana. Lo scavo era iniziato in occasione dei lavori per la realizzazione di alcune aree a servizio della scuola elementare in località Colle Santo Stefano e sono stati condotti dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, sotto la direzione della funzionaria archeologa Gabriella Serio e coordinati sul campo dall'archeologo Andrea Fiasco. L'edificio ritrovato è di dimensioni significative, fa sapere la soprintendenza, e i resti, nonostante siano compromessi dalle spoliazioni che l'edificio ha subito, non lasciano dubbi sul fatto che si trattasse proprio di una chiesa.
L'edificio di culto si presenta con una pianta a croce latina a navata unica, orientata nord-sud, favorevolmente posizionata in zona collinare, nel settore orientale dell'abitato urbano odierno, a ridosso del prolungamento della via Prenestina antica in direzione del territorio di Genazzano. Al suo interno è stata trovata una vasca che serviva per il battesimo dei fedeli (catecumeni), secondo l'antico rito dell'immersione: viene definita come un'opera di pregio e si trova in ottimo stato di conservazione.
Nel sito sono stati trovati anche reperti ceramici tra cui alcune forme integre di maiolica arcaica trecentesca. Inoltre è riemerso, sempre nella stessa area, anche un tracciato viario di epoca romana, nelle forme di una via glareata e una diffusa attività di seppellimento, riferibile sia al periodo medioevale che a età romana, fra cui spicca una tomba femminile in cassa litica di tufo con corredo tipico della tradizione funeraria di area prenestina, risalente a età medio repubblicana (fine IV - inizi III secolo a.C.)
Queste tracce hanno portato gli esperti della Soprintendenza a formulare l'ipotesi che l'edificio ritrovato sia la primitiva chiesa di Santo Stefano, uno dei luoghi di culto più antichi del territorio cavense, attestata a partire dall'VIII secolo d.C. Inizialmente fra i possedimenti delle monache di San Ciriaco di Santa Maria in via Lata, a partire dalla seconda metà del Trecento la chiesa assunse un ruolo centrale nelle politiche della famiglia degli Annibaldi, come sappiamo dalle fonti storiche: Mascia Annibaldi, moglie di Giordano Colonna, fratello di papa Martino V Colonna, nel 1385 affidò la chiesa alla cura dei Padri Agostiniani, vi costruì la cappella gentilizia di famiglia e vi istituì un capitolo dei canonici, elevandola così al rango di collegiata.
Nonostante questo, l'edificio dal 1428 finì coinvolto nei nuovi progetti di sviluppo urbano che il pontefice programmò per il suo nuovo feudo di Cave, concessogli in eredità proprio dalla cognata Mascia: con bolla pontificia, il papa autorizzò i Padri Agostiniani a costruire una nuova chiesa all'interno delle mura del borgo (ancora oggi esistente sotto la ricostruzione risalente al XVIII secolo), sulla quale venne così trasferito l'antico titolo dedicato al protomartire Stefano. Questa scelta condannò all'oblio l'antica parrocchia rurale, che fu oggetto di sistematico smantellamento. Le pietre della chiesa vennero reimpiegate per altri utilizzi. Di fatto la chiesa si trasformò in una cava per l'estrazione di materiali da costruzione, forse la "Cava Sancti Stephani", ricordata nei documenti già a partire dal 1436.

Fonte:
finestresullarte.info

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