sabato 2 dicembre 2023

Bolzano, analizzati i resti preistorici rinvenuti nella sepoltura di Ora

Bolzano, gli scheletri rinvenuti nella sepoltura preistorica
di Ora (Foto: Jasmine Rizzi)

Durante i lavori per la realizzazione della circonvallazione di Ora (Bolzano), nel 2007, le ruspe portarono alla luce degli scheletri in un riparo roccioso a ridosso della montagna. Il luogo e il modo in cui erano disposti fecero pensare ad una sepoltura preistorica
La Soprintendenza provinciale ai beni cultura affidò tempestivamente ad una équipe di archeologi l'analisi dei resti umani, che furono datati all'Età del Rame (circa 3000-2700 a.C.). Oggi, grazie all'analisi del DNA antico, le ricercatrici dei Eurac Research hanno verificato trattarsi di due uomini in stretta relazione biologica, molto probabilmente padre e figlio, sepolti assieme ad un neonato.
Non appena fu scoperto il sito di sepoltura a Ora l'Ufficio Beni archeologici della Soprintendenza provinciale ai beni culturali di Bolzano commissionò uno studio archeologico e antropologico sui resti scheletrici rinvenuti. Se ne occuparono Jasmine Rizzi e colleghi, che portarono alla luce due adulti ed un neonato risalenti a circa 5000 anni fa, probabilmente imparentati. 
Rimanevano però domande senza una risposta certa: per esempio, per alcune caratteristiche morfologiche, gli scheletri adulti sembravano essere di due maschi, ma la presenza del neonato istillava il dubbio che uno potesse essere di una donna. Lo studio del DNA nucleare ha identificato una parentela di primo grado tra i due individui adulti. "abbiamo analizzato sia il cromosoma Y, che si trasmette solo per via paterna, sia il DNA mitocondriale, che si trasmette invece per via materna - ha precisato la genetista Valentina Coia - e abbiamo anche potuto confermare una parentela a livello paterno dato che i due adulti erano padre e figlio".
Non è stato possibile svolgere l'analisi genetica del neonato e stabilire una eventuale relazione di parentela con gli adulti. "Per ora non abbiamo strumenti che ci consentono di prelevare campioni di DNA da resti ossei così esigui, ma non è detto che in futuro non sarà possibile, considerando la velocità con cui le tecniche di indagine paleogenetica si evolvono", ha detto la genetista Coia.

Fonte:
storiearcheostorie.com



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