sabato 20 gennaio 2024

Bacoli, riemerge quella che potrebbe essere stata la villa di Plinio il Vecchio

Bacoli, l'area di scavo (Foto: artribune.com)

Tra le vittime dell'eruzione del Vesuvio del 79 d.C., si conta anche Plinio il Vecchio, scrittore e filosofo.
Come racconta suo nipote, nonché figlio adottivo, Plinio il Giovane in una lettera indirizzata a Tacito, il 24 ottobre del 79, mentre si trovava a Miseno alla guida della flotta romana stanziata nel golfo, Plinio il Vecchio fu attratto da una gigantesca colonna di fumo che si innalzava dal vulcano e decise di studiare il fenomeno da vicino e di soccorrere, nel contempo, la sua amica Rectina proprietari di una villa nei pressi di Stabia, e gli abitanti della città costiera, spingendosi con le galee dove l'aria era più impregnata di fumi ed esalazioni mortali. Plinio il Vecchio morì così all'età di 56 anni.
Proprio a Miseno, oggi frazione di Bacoli, negli ultimi mesi, alcuni lavori di scavo per la riqualificazione della villa comunale a Punta Sarparella, hanno portato alla luce i resti di un villa romana di epoca imperiale, affacciata sul mare. La costruzione è databile al I secolo d.C., realizzata in opus reticulatum di cubilia di tufo. Appare molto ben costruita e si estende, senza soluzione di continuità, fino alla spiaggia ed ai fondali antistanti. Della villa sono stati individuati una decina di ambienti di grandi dimensioni che fanno pensare a reiterate ristrutturazioni.
L'elemento, però, più suggestivo, secondo l'ipotesi avanzata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l'Area Metropolitana di Napoli, che si occupa di mettere in sicurezza gli scavi, ricondurrebbe proprio alla presenza di Plinio il Vecchio a Miseno, nel 79 d.C.: quanto rinvenuto finora infatti, sarebbe pertinente ad una delle terrazze della residenza del Prefetto della Flotta romana del Tirreno, la Classis Misenensis, incarico ricoperto all'epoca da Plinio.
Da Punta Sarparella, posizione privilegiata che garantisce un'ampia veduta sul Golfo di Napoli, Plinio l Vecchio avrebbe visto l'eruzione, prima di salpare alla volta di Stabia, per soccorrere diversi abitanti delle città costiere.
L'unico lavoro di Plinio il Vecchio giunto fino a noi integralmente è la Naturalis Historia, un'ampia enciclopedia con voci relative ad astronomia, geografia, antropologia, zoologia, botanica, medicina, metallurgia, mineralogia ed arte. Quest'opera enciclopedica rappresenta il risultato di una massiccia ricerca preparatoria basata su oltre 2.000 volumi scritti da più di 500 autori. Nel corso dei secoli successivi, soprattutto nel Medioevo e nel Rinascimento, la Naturalis Historia è stata ampiamente letta e studiata, costituendo oggi un documento essenziale delle conoscenze scientifiche dell'antichità.
La scoperta dell'illustre proprietario della grande villa, se confermata, sarebbe strategica anche in funzione degli studi che da tempo cercano di approfondire il ruolo dell'antico porto romano di Miseno e di comprendere come l'importante struttura logistica e militare si relazionasse con l'urbanistica pubblica della colonia.
Che delle strutture si conservassero in quella zona era già risaputo da alcune foto storiche di inizio '900 e da un rilievo pubblicato nel 1979 da Borriello-D'Ambrosio, il cui lavoro costituisce ancora oggi la principale fonte per ricostruire la carta archeologica di Bacoli. Così come lacerti di murature in opera reticolata sono tuttora visibili lungo la spiaggetta di Sarparella.

Fonti:
artribune.com
avvenire.it
stilearte.it

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