mercoledì 17 gennaio 2024

Gran Bretagna, Settimio Severo ed il suo buen retiro

Gran Bretagna, uno dei reperti
appena rinvenuti (Foto:
stilearte.it)

L'imperatore Lucio Settimio Severo (146-211 d.C.) potrebbe aver trascorso periodi, divisi tra impegno militare e svago, richiesto dalla sua condizione di infermo, a Luguvalium, in Gran Bretagna, nei pressi dell'attuale Carlisle, in Cumbria. Lo affermano gli archeologi inglesi, alla luce di consistenti testimonianze severiane individuate durante scavi archeologici.
L'ipotesi è che Settimio Severo probabilmente fece di Luguvalium, la città più a nord dell'intero impero romano, uno dei luoghi di soggiorno non episodico, coordinando l'azione dell'esercito e godendo di periodi di vacanza. Si ritiene persino che egli abbia risieduto qui per un certo tempo con la sua corte, trasformando la città in una sorta estensione temporanea di Roma.
Il grande Vallo di Adriano, costruito a protezione della Britannia dagli attacchi provenienti dal nord, correva a settentrione della città di Luguvalium. A poca distanza da quest'ultima, il cui nome potrebbe essere collegato ai termini latini "lucus" (bosco) e "vallum" (fortificazione), sorgeva il forte di Uxelodunum, la moderna Stanwix, ora sobborgo di Carlisle, il più grande dell'intera struttura difensiva romana. Nel forte si ritiene ci fosse l'Ala Pretoriana, un reggimento di cavalleria romana, temutissima unità di élite composta da poco meno di mille uomini.
Nel 2017 vennero scoperte per caso delle grandiose terme che si sviluppavano su una lunghezza di 50 metri, con uno "stile romano nordafricano" (l'imperatore era nato sul suolo libico). Gli indizi puntano, per una serie di elementi convergenti, sulla presenza attiva, qui, di Settimio Severo, di stirpe punica e nato a Leptis Magna. Probabilmente con lui c'era anche la moglie, alla quale le terme furono intitolate.
Durante gli scavi sono emersi reperti significativi, tra i quali armi, ceramiche di Samo (o ceramica sigillata, tipica dell'antica Roma), monete e una pietra scolpita con iscrizioni con vari titoli, incluso quello di "madre del Senato", probabilmente riferito alla consorte dell'imperatore. Sono stati portati alla luce anche 34 mattoni che recano un bollo con le tre lettere distintive della corte romana, "IMP", suggerendo un possibile legame con una manifattura a diretto servizio dell'imperatore.
Nell'estate 2023 nuovi indizi sono emersi con il ritrovamento di due teste di pietra di notevoli dimensioni, presumibilmente ornamenti del tetto. La presenza di un pigmento porpora-viola, il colore dei sovrani nell'antichità, ha aggiunto ulteriori elementi alla teoria che le terme potrebbero essere state commissionate dall'imperatore.
Negli ultimi anni del suo regno, dal 208 d.C., ormai infermo, Settimio Severo intraprese di persona un buon numero di azioni militari in difesa e allargamento dei confini della Britannia romana, con la previsione di interventi di restauro e consolidamento del Vallo di Adriano, prima di morire il 4 febbraio 211 d.C. a Eboracum, l'odierna York
Severo era giunto in Britannia con oltre 40.000 uomini e, per dare alloggio e servizi all'imponente esercito, fece costruire diversi accampamenti che si estendevano lungo i Lowlands scozzesi e la costa orientale della Scozia, fino all'estuario del Moray. Ordinò anche di edificare un campo militare di 67 ettari a sud del Vallo Antonino, nei pressi di Trimontium e altri due a nord dell'estuario del Forth.
Settimio Severo promosse pure gli interventi di restauro di alcune fortezze romane lungo la costa orientale. L'imperatore sarebbe stato qui con la moglie, Giulia Domna, romana di Siria. Una donna colta e potentissima. La costante presenza accanto al marito durante le spedizioni militari, valse all'Augusta la concessione del titolo mater castrorum (madre degli accampamenti), appellativo di recente coniazione, assegnato per la prima volta a Faustina minore nel 174 d.C.
Giulia Domna esercitò, fin dall'inizio, un forte ascendente sulle decisioni del marito. Partecipò attivamente all'amministrazione dell'impero, pur accontentandosi di agire a margine della scena politica, nel pieno rispetto del mos romano, da sempre riluttante al conferimento di ruoli ed incarichi ufficiali alle donne.
Durate le recenti campagne di scavo, gli archeologi hanno portato alla luce, negli scarichi delle terme, anche numerose gemme intagliate, che, in genere, avevano la funzione di portafortuna o costituivano un'impresa, cioè un fine a cui il portatore o la portatrice tendevano. Gli oggetti risalgono al III secolo d.C. Le gemme si staccarono dagli anelli o dai ciondoli, probabilmente a causa di un mastice che non resisteva all'acqua e che, probabilmente, subiva deformazioni in ambienti come il calidarium.
Scolpite su pietre semipreziose come la corniola, l'ametista, il diaspro, in dimensioni che vanno dai 5 ai 16 millimetri, le pietre semipreziose furono incise da artigiani che hanno realizzato minute immagini di divinità romane nelle quali si riconoscono Venere, Cerere, Fortuna e Apollo. Un numero esiguo di gemme incise recano immagini collegate al mondo militare. La frequentazione femminile delle terme è dimostrata anche dal ritrovamento, nello scarico, di 105 perle di vetro per collane o braccialetti e 40 forcine per le acconciature femminili. Nel condotto sono state portate alla luce anche piccole armi e monete romane, oltre che lacerti di ceramica.
Le terme da poco ritrovate furono costruite a partire dal 210 d.C. circa, con un possente intervento architettonico, testimoniato dalla presenza di muri larghi, in alcuni punti, anche un metro e mezzo. I mattoni marchiati con il timbro "IMP" indicherebbero che il complesso termale fu realizzato probabilmente da maestranze imperiali quando Settimio Severo si trovava nell'area per una campagna militare del 208 d.C. in Caledonia.

Fonte:
stilearte.it

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