sabato 29 marzo 2025

Sicilia, trovata la porta nord di Selinunte

Sicilia, l'area della porta nord e le mura di Selinunte
dopo gli ultimi scavi (Foto: archeoreporter.com)

Una nuova, importante, scoperta archeologica ridefinisce la geografia dell'antica Selinunte: grazie alle più recenti indagini sono riaffiorate la porta monumentale ed ampi tratti della cinta muraria settentrionale della città. Questo rinvenimento sposta di circa 300 metri l'estensione della polis verso nord rispetto a quanto ipotizzato finora, confermandone la rilevanza tra le più importanti città greche del Mediterraneo occidentale.
I nuovi scavi, condotti dal Parco Archeologico di Selinunte con la direzione scientifica di Carlo Zoppi (Università del Piemonte Orientale) e la partecipazione di Archeofficina, riprendono un'intuizione di Dieter Mertens, tra i massimi studiosi della città fondata dai Megaresi nel VII secolo a.C. Fu proprio Mertens, negli anni Novanta, a scavare due delle porte orientali e ad ipotizzare un'estensione urbana ben più ampia, oltre le recinzioni moderne del parco.
La porta appena ritrovata, larga circa tre metri, si trova nella zona di Galera Bagliazzo, nei pressi della necropoli monumentale. Si presenta come un passaggio sorvegliato da torri e affiancato da strutture artigianali, forse botteghe. Questa era probabilmente l'uscita percorsa dai cortei funebri verso le sepolture, ma anche uno dei punti vulnerabili durante l'assedio cartaginese del 409 a.C.
All'apice della sua potenza, alla fine del V secolo a.C., Selinunte contava circa 26.000 abitanti, con un territorio che si estendeva da Mazara del Vallo fino a Monte Adranone, Sciacca ed Eraclea Minoa, includendo circa 90.000 abitanti. La città si distingueva per la regolarità della sua pianta urbana, dominata da templi monumentali e un'agorà ampia e ben organizzata.
Secondo il racconto di Diodoro Siculo, durante l'assalto cartaginese guidato da Annibale (non il famoso condottiero punico ma un suo omonimo), l'esercito nemico sfondò le mura dopo dieci giorni di assedio, entrando da nord. I dati archeologici ora sembrano confermare quell'accesso, aggiungendo nuovi elementi per comprendere le dinamiche della caduta della città.
Gli scavi hanno impiegato tecniche innovative, come la tomografia geoelettrica tridimensionale, che permette una lettura del sottosuolo fino a quattro metri di profondità. Oltre alla struttura della porta, è stato possibile identificare il tracciato murario e riconoscere le fasi edilizie, confermando la datazione al V secolo a.C.

Fonte:
archeoreporter.com

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