mercoledì 21 dicembre 2011

La Villa rustica di Russi

Mosaici dei cubicoli padronali della Villa di Russi
La villa rustica di Russi è poco fuori il centro abitato ed è una delle ville del suo genere meglio conservate di tutto il nord Italia. Fu scoperta negli anni '50 e gli scavi non sono mai terminati, vista la notevole estensione, 8.000 metri quadri, e la presenza di un impianto termale ritrovato nel 1939 ma recentemente riscoperto.
La villa faceva parte di un podere più grande, in cui si coltivavano i prodotti agricoli e si allevavano diversi animali per alimentare gli uomini della flotta romana di Ravenna. Infatti il periodo di massimo sviluppo del complesso è a cavallo tra il I e il II secolo d.C., quando la villa fu pavimentata in mosaico e la sua planimetria venne definitivamente stabilita.
La villa venne abbandonata quando la flotta romana venne allontanata da Ravenna. Tra il V e il VI secolo, però, il complesso fu rioccupato in coincidenza con l'arrivo della corte imperiale nella città. L'abbandono definitivo si ebbe in epoca medioevale: nel VII secolo d.C. la natura si era già riappropriata del territorio con la vegetazione e il corso di fiumi e torrenti.
Nella villa sono stati ritrovati intonaci dipinti, oggetti comuni in metallo o terracotte e numerosi vasi da mensa in ceramica e vetro. Il nucleo principale del complesso abitativo è costituito da uno spazio rettangolare circondato da portici. Vi era un quartiere padronale, in cui abitava il proprietario della villa, posto a nord di questo spazio. Le colonne del peristilio dell'ambiente padronale erano dipinte di rosso ed i pavimenti dell'abitazione sono pervenuti in ottimo stato di conservazione, per lo più in mosaico bianco e nero, del tipo presente nell'Italia settentrionale a cavallo tra il I e il II secolo d.C.. I pavimenti presenti in cocciopesto, invece, si riferiscono alla fase più antica della villa.
Si sono conservate, anche, alcune pitture murarie che riproducono motivi vegetali e piccoli animali. Vi è, inoltre, un ambiente termale (scoperto nel 1939 ma scavato e indagato tra il 1989 e il 1990), con pavimento in marmo e mosaico e una scala che permetteva di salire alle altre stanze, collocate sopra il complesso stesso e dotate di suspensurae, distanziatori in laterizi circolari che, formando un'intercapedine, permettevano il passaggio dell'aria calda o fredda.
Un cortile con pilastri in mattoni costituisce l'ambiente produttivo della villa dove, probabilmente ad ovest, si trovava l'abitazione del fattore, con un pavimento musivo ed una fornace per la ceramica (ora interrata). Da evidenziare la presenza di una cucina con pozzo, focolare e canalette di scarico verso l'esterno.
L'ingresso principale era, molto probabilmente, posto in un'aia o in un cortile che gli archeologi stanno ancora scavando e che, laddove lo scavo è stato completato, ha permesso il ritrovamento di una latrina e di una cisterna per l'acqua. Recentemente, nella zona est del cortile, è stato ritrovato un grande cortile che, con tutta probabilità, doveva essere un frutteto, filari di un vigneto e i resti di un canale navigabile.

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