Scavo dell'impianto termale della villa di Teodorico |
Il sito archeologico dove, un tempo, sorgeva la villa di Teodorico, nell'Appennino forlivese, è stato scavato per la prima volta nel 1942 dall'Istituto Archeologico Germanico di Roma. Si pensò che fosse il palazzo di caccia del re e si decise, in seguito, di reinterrarlo.
Nel 1998 sono ripresi gli scavi e si sono individuate subito sia strutture romane che strutture teodoriciane. E' apparso un elegante quartiere termale con calidarium, frigidarium e tepidarium, collegato ad un cortile scoperto pavimentato in lastre di arenaria con al centro una grande vasca. Tutto questo era parte di una residenza signorile del V-VI secolo d.C..
Il quartiere termale è visitabile da parte del pubblico, che può ammirare le strutture restaurate.
La storia di Galeata e del suo territorio, dove sorge la villa di Teodorico, è piuttosto antica. L'abitato medioevale era dislocato più a monte dell'attuale paese e la figura di Teodorico ha finito per condizionare la storia del luogo, soprattutto riguardo ai suoi raporti con S. Ellero, fondatore dell'abbazia omonima. Quest'ultima fu fondata alla fine del V secolo, vi si praticava una vita molto ascetica, con la cura del lavoro e la condivisione dei beni. Fu proprio Ellero a convertire Teodorico che donò, in seguito, al monastero molte terre.
L'incontro tra il re e il sant'uomo è stato effiggiato in due lastre collocate in un'edicola a circa 200 metri dall'Abbazia e datate ad un periodo compreso tra l'VIII ed il XIII secolo. Le due lastre sono esposte al museo di Galeata. Ellero morì nel 558, molto anziano. Il sarcofago che ne accolse le spoglie venne posto nella cripta che è il luogo più antico della chiesa. Il trascorrere del tempo e le scosse sismiche, la più devastante delle quali si ebbe nel 1279, distrusse più volte la chiesa, che venne sempre riedificata. L'attuale edificio religioso è dell'XI-XII secolo, in pietra arenaria, di architettura romanica. Lungo il lato meridionale della chiesa alcune arcate sono tutto ciò che rimane del monastero che si sviluppava intorno al chiostro.
Gli scavi della villa di Teodorico, ripresi nel 1998 e diretti dal Professor Sandro De Maria, hanno portato a stabilire che la costruzione della villa risale al V-VI secolo d.C. e che questa era molto più estesa di quanto si pensasse, articolata com'era in padiglioni collegati da lunghi corridoi e cortili scoperti. Il padiglione di rappresentanza, però, è andato perduto per sempre, crollato nell'alveo del torrente Saetta. La villa fu probabilmente abbandonata nel VII secolo.
Le terme erano tra i padiglioni più prestigiosi della villa di Teodorico. Qui si curava il corpo e si oziava lietamente e l'architettura doveva ricordare sempre, ai visitatori ed agli ospiti, il rango regale del proprietario. Le terme di Teodorico erano addirittura più estese delle terme pubbliche della vicina città di Mevaniola ed era suddivise in un settore estivo ed uno invernale.
Nel 1998 sono ripresi gli scavi e si sono individuate subito sia strutture romane che strutture teodoriciane. E' apparso un elegante quartiere termale con calidarium, frigidarium e tepidarium, collegato ad un cortile scoperto pavimentato in lastre di arenaria con al centro una grande vasca. Tutto questo era parte di una residenza signorile del V-VI secolo d.C..
Il quartiere termale è visitabile da parte del pubblico, che può ammirare le strutture restaurate.
La storia di Galeata e del suo territorio, dove sorge la villa di Teodorico, è piuttosto antica. L'abitato medioevale era dislocato più a monte dell'attuale paese e la figura di Teodorico ha finito per condizionare la storia del luogo, soprattutto riguardo ai suoi raporti con S. Ellero, fondatore dell'abbazia omonima. Quest'ultima fu fondata alla fine del V secolo, vi si praticava una vita molto ascetica, con la cura del lavoro e la condivisione dei beni. Fu proprio Ellero a convertire Teodorico che donò, in seguito, al monastero molte terre.
L'incontro tra il re e il sant'uomo è stato effiggiato in due lastre collocate in un'edicola a circa 200 metri dall'Abbazia e datate ad un periodo compreso tra l'VIII ed il XIII secolo. Le due lastre sono esposte al museo di Galeata. Ellero morì nel 558, molto anziano. Il sarcofago che ne accolse le spoglie venne posto nella cripta che è il luogo più antico della chiesa. Il trascorrere del tempo e le scosse sismiche, la più devastante delle quali si ebbe nel 1279, distrusse più volte la chiesa, che venne sempre riedificata. L'attuale edificio religioso è dell'XI-XII secolo, in pietra arenaria, di architettura romanica. Lungo il lato meridionale della chiesa alcune arcate sono tutto ciò che rimane del monastero che si sviluppava intorno al chiostro.
Gli scavi della villa di Teodorico, ripresi nel 1998 e diretti dal Professor Sandro De Maria, hanno portato a stabilire che la costruzione della villa risale al V-VI secolo d.C. e che questa era molto più estesa di quanto si pensasse, articolata com'era in padiglioni collegati da lunghi corridoi e cortili scoperti. Il padiglione di rappresentanza, però, è andato perduto per sempre, crollato nell'alveo del torrente Saetta. La villa fu probabilmente abbandonata nel VII secolo.
Le terme erano tra i padiglioni più prestigiosi della villa di Teodorico. Qui si curava il corpo e si oziava lietamente e l'architettura doveva ricordare sempre, ai visitatori ed agli ospiti, il rango regale del proprietario. Le terme di Teodorico erano addirittura più estese delle terme pubbliche della vicina città di Mevaniola ed era suddivise in un settore estivo ed uno invernale.
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