Alcune delle tavolette di Vindolanda |
Il forte romano di Vercovicium, in Northumbria, ai confini tra Inghilterra e Scozia, è l'accampamento meglio conservato lungo il Vallo voluto dall'imperatore Adriano nel 122 d.C.. Una muraglia di ben 117 chilometri conosciuta come il Vallo di Adriano, appunto, il confine più settentrionale dell'impero, tra il mondo barbaro e quello civilizzato. A Vercovicium era di stanza la Legio II Augusta.
Adriano era da cinque anni imperatore quando venne posta la prima pietra del famoso muro che porta il suo nome e che collegava gli estuari del Solway a ponente e del Tyne a levante. Il Vallo di Adriano (in latino Vallum Aelium) è una delle opere più straordinarie dell'antichità. I lavori, iniziati nel 122 d.C., si protrassero per cinque anni. Al Vallo lavorarono i soldati di tre storiche legioni residenti sul suolo britannico: la Legio II, di stanza a Caerleon (Isca Silurum), nel sud del Galles; la Legio VI di York (Eburacum) e la Legio XX, di stanza a Chester (Deva).
Ingegneri ed architetti Romani si ingegnarono di creare una costruzione che potesse arginare le scorrerie e gli atti di brigantaggio della regione. Il progetto fu modificato diverse volte, in corso d'opera: 16 forti retrostanti furono abbandonati e ne vennero costruiti altri a ridosso del Vallum. Fu scavato un nuovo terrapieno che si estese per tutta l'ampiezza della barriera, un fossato centrale con argini da entrambi i lati, interrotto da varchi solo in corrispondenza dei forti e delle principali vie di comunicazioni, sicuramente più controllabili e difendibili.
A intervalli di un miglio, lungo il Vallo, vi erano porte protette da castelli militari, per un totale di ottanta di questi ultimi che potevano ospitare poche decine di uomini. Le torrette di guardia, costruite a coppia, in forma quadrata, utilizzando la pietra, distavano tra loro 500 metri. Gli accampamenti militari variavano nelle dimensioni e potevano ospitare dai 500 uomini in su. A comandarli un praefectus cohortis, di rango equestre.
Erano circa 10-12.000 gli uomini che presidiavano questa eccezionale frontiera fortificata. Non era un lavoro ambito, dal momento che la paga e le condizioni di servizio erano sicuramente inferiori rispetto a chi serviva nelle legioni o nella guardia pretoriana. Gli alloggiamenti dei soldati erano a distanze regolari di 6.000-6.500 metri, ben provviste di acqua e foraggio. Edifici e strade erano disposti secondo la planimetria tipica di una città: c'era il decumanus maximus che collegava la porta praetoria alla porta decumana ed una via, detta principalis, di larghezza pari o inferiore al decumanus, che collegava la porta principalis dextra con quella sinistra. La sede del comando era al centro dell'accampamento e comprendeva una cappella per il culto dell'imperatore, nonchè gli stendardi e i cimeli. Terme e botteghe erano collocate fuori le mura, in spazi dove finirono per svilupparsi gli edifci civili abitati dai veterani e dalle loro famiglie.
Uno degli accampamenti più importanti era quello di Vindolanda, odierna Chesterholm, nel Northumberland. Il primo insediamento di Vindolanda venne realizzato interamente in legno che, ovviamente, venne quasi subito distrutto per essere ricostruito in pietra nel 122 d.C., al momento dell'inizio della costruzione del Vallo. L'insediamento venne abitato, senza soluzioni di continuità, dal I al IV secolo d.C. e costituisce una fonte preziosissima di notizie circa la vita ai confini dell'impero. Gli archeologi hanno riportato alla luce per lo più strutture del III secolo d.C., tra queste le quattro porte di ingresso, intatte, ed il circuito murario. All'interno dell'insediamento è stata messa in luce la residenza del comandante della guarnigione e il quartiere degli ufficiali, anche se quello che ha più attirato l'attenzione degli studiosi è stato il quartiere dei civili, all'esterno del forte di Vindolanda. Sono riemersi scarpe, utensili e moltissimi altri oggetti. La scoperta più eclatante venne effettuata tra il 1973 e il 1975: duecento frammenti di tavolette lignee scritte con inchiostro, con testi relativi a cinque diversi periodi di vita dello stesso forte, compresi tra gli anni successivi dell'85 d.C. a quelli della costruzione del Vallo. Queste tavolette forniscono notizie importantissime e preziosissime sulla vita negli stanziamenti militari romani: si tratta di lettere di auguri, notizie che si inviavano ai familiari lontani, rapporti giornalieri sulle mansioni assegnate quotidianamente. Il tutto è visibile al sito: http://vindolanda.csad.ox.ac.uk/ .
Adriano morì nel 138 d.C., mentre erano ancora in corso dei lavori di modifica lungo il "suo" Vallo. Lavori che avevano in previsione l'allungamento dello stesso di 6,4 chilometri. Antonino Pio, che gli succedette, fermò questi lavori. Non si sa quali motivi lo spinsero a prendere questa decisione. Antonino Pio realizzò solo un'estensione della provincia, una linea di frontiera di 59 chilometri, tracciata nel punto più stretto della Gran Bretagna. Il nuovo confine fu costruito con terra sovrapposta a una base in ghiaia. Il Vallo di Antonino, per il resto, ricalcava molto da vicino il Vallo di Adriano.
Adriano era da cinque anni imperatore quando venne posta la prima pietra del famoso muro che porta il suo nome e che collegava gli estuari del Solway a ponente e del Tyne a levante. Il Vallo di Adriano (in latino Vallum Aelium) è una delle opere più straordinarie dell'antichità. I lavori, iniziati nel 122 d.C., si protrassero per cinque anni. Al Vallo lavorarono i soldati di tre storiche legioni residenti sul suolo britannico: la Legio II, di stanza a Caerleon (Isca Silurum), nel sud del Galles; la Legio VI di York (Eburacum) e la Legio XX, di stanza a Chester (Deva).
Ingegneri ed architetti Romani si ingegnarono di creare una costruzione che potesse arginare le scorrerie e gli atti di brigantaggio della regione. Il progetto fu modificato diverse volte, in corso d'opera: 16 forti retrostanti furono abbandonati e ne vennero costruiti altri a ridosso del Vallum. Fu scavato un nuovo terrapieno che si estese per tutta l'ampiezza della barriera, un fossato centrale con argini da entrambi i lati, interrotto da varchi solo in corrispondenza dei forti e delle principali vie di comunicazioni, sicuramente più controllabili e difendibili.
A intervalli di un miglio, lungo il Vallo, vi erano porte protette da castelli militari, per un totale di ottanta di questi ultimi che potevano ospitare poche decine di uomini. Le torrette di guardia, costruite a coppia, in forma quadrata, utilizzando la pietra, distavano tra loro 500 metri. Gli accampamenti militari variavano nelle dimensioni e potevano ospitare dai 500 uomini in su. A comandarli un praefectus cohortis, di rango equestre.
Erano circa 10-12.000 gli uomini che presidiavano questa eccezionale frontiera fortificata. Non era un lavoro ambito, dal momento che la paga e le condizioni di servizio erano sicuramente inferiori rispetto a chi serviva nelle legioni o nella guardia pretoriana. Gli alloggiamenti dei soldati erano a distanze regolari di 6.000-6.500 metri, ben provviste di acqua e foraggio. Edifici e strade erano disposti secondo la planimetria tipica di una città: c'era il decumanus maximus che collegava la porta praetoria alla porta decumana ed una via, detta principalis, di larghezza pari o inferiore al decumanus, che collegava la porta principalis dextra con quella sinistra. La sede del comando era al centro dell'accampamento e comprendeva una cappella per il culto dell'imperatore, nonchè gli stendardi e i cimeli. Terme e botteghe erano collocate fuori le mura, in spazi dove finirono per svilupparsi gli edifci civili abitati dai veterani e dalle loro famiglie.
Uno degli accampamenti più importanti era quello di Vindolanda, odierna Chesterholm, nel Northumberland. Il primo insediamento di Vindolanda venne realizzato interamente in legno che, ovviamente, venne quasi subito distrutto per essere ricostruito in pietra nel 122 d.C., al momento dell'inizio della costruzione del Vallo. L'insediamento venne abitato, senza soluzioni di continuità, dal I al IV secolo d.C. e costituisce una fonte preziosissima di notizie circa la vita ai confini dell'impero. Gli archeologi hanno riportato alla luce per lo più strutture del III secolo d.C., tra queste le quattro porte di ingresso, intatte, ed il circuito murario. All'interno dell'insediamento è stata messa in luce la residenza del comandante della guarnigione e il quartiere degli ufficiali, anche se quello che ha più attirato l'attenzione degli studiosi è stato il quartiere dei civili, all'esterno del forte di Vindolanda. Sono riemersi scarpe, utensili e moltissimi altri oggetti. La scoperta più eclatante venne effettuata tra il 1973 e il 1975: duecento frammenti di tavolette lignee scritte con inchiostro, con testi relativi a cinque diversi periodi di vita dello stesso forte, compresi tra gli anni successivi dell'85 d.C. a quelli della costruzione del Vallo. Queste tavolette forniscono notizie importantissime e preziosissime sulla vita negli stanziamenti militari romani: si tratta di lettere di auguri, notizie che si inviavano ai familiari lontani, rapporti giornalieri sulle mansioni assegnate quotidianamente. Il tutto è visibile al sito: http://vindolanda.csad.ox.ac.uk/ .
Adriano morì nel 138 d.C., mentre erano ancora in corso dei lavori di modifica lungo il "suo" Vallo. Lavori che avevano in previsione l'allungamento dello stesso di 6,4 chilometri. Antonino Pio, che gli succedette, fermò questi lavori. Non si sa quali motivi lo spinsero a prendere questa decisione. Antonino Pio realizzò solo un'estensione della provincia, una linea di frontiera di 59 chilometri, tracciata nel punto più stretto della Gran Bretagna. Il nuovo confine fu costruito con terra sovrapposta a una base in ghiaia. Il Vallo di Antonino, per il resto, ricalcava molto da vicino il Vallo di Adriano.
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