domenica 6 maggio 2012

Gladiatori (4)

Il trace
I gladiatori si distinguevano a seconda della specialità nella quale usavano combattere e che si ispirava ai popoli conquistati dai Romani oppure alla tipologia della corazza indossata.
Il trace
L'elmo trace era facilmente riconoscibile dal grifone che presentava in cima. Al Museo Archeologico Nazionale di Napoli sono esposti almeno due modelli di elmi traci, un altro esempio è visibile a Castel Sant'Angelo a Roma. L'intelaiatura dell'elmo è formata da un solo pezzo, battuto a partire da una barretta di bronzo massiccio. Nel punto in cui si univa la falda, il metallo dell'intelaiatura veniva svasato e una falda separata era aggiunta a colpi di martello. Il bordo della falda è ripiegato, il che le consente di avere una maggiore resistenza, le due placche per il viso sono incardinate proprio davanti alle orecchie. Le fessure per gli occhi sono coperte da una grata di bronzo con nove fori rotondi.
Il gladiatore poteva vedere abbastanza agevolmente ed aveva una ventilazione sufficiente. Solo nel caso in cui il gladiatore avesse affrontato un combattimento su vasta scala, coinvolgente molti uomini (il rarissimo gregatim), questo tipo di elmo avrebbe presentato l'handicap di una ridottissima visione laterale. Per evitare colpi alla gola, l'elmo trace era rafforzato con un bordo sotto il mento.
Il grifone sulla cima anteriore della cresta era, sicuramente, l'elemento caratteristico dell'elmo trace. Sopra l'orecchio vi era un cilindro in cui veniva sistemata una singola piuma di dimensione ridotta. Questo tipo di elmo era perfettamente in grado di resistere ad un colpo senza deformarsi. Gli elmi pesavano tra i 3,3 e i 6,8 chili ed avevano uno spessore di circa 1,5 millimetri.
Elmo di myrmillo
Il myrmillo
L'equipaggiamento del myrmillo era molto simile a quello del trace, l'unica differenza era la forma dell'elmo. Il myrmillo aveva un'enorme pinna di pesce al posto della cresta del trace, poiché questo gladiatore si ispirava al mormylos, un pesce marino sconosciuto.
Gli elmi del myrmillo ritrovati a Pompei ed Ercolano presentano gli stessi motivi decorativi e sono tecnicamente simili all'elmo del trace. Uno spettacolare elmo di myrmillo conservato a Berlino presenta, però, elementi innovativi sia nella fabbricazione che per le rifiniture. Era fatto di bronzo lucido ed era decorato con migliaia di quadratini d'oro e d'argento disposti a scacchiera. Nell'arena, con il riflesso del sole, l'elmo doveva dare l'impressione di essere ricoperto da squame lucenti come quelle di un pesce. L'armatura del myrmillo comprendeva anche una gambiera liscia, senza rilievi, decorata con un motivo simile a quello dell'elmo.
Il retiarius
Riproduzione della protezione del braccio del retiarius
L'arma caratteristica di questo gladiatore era il tridente. Di solito i retiarii erano uomini giovani e belli, l'età media era compresa tra i 18 e i 25 anni, anche se alcuni combattevano anche fino ai 40. Il loro equipaggiamento era ridotto al minimo: un tridente o arpione (fascina) lungo 1,6 metri e una piccola daga (pugio). I retiarii possedevano, inoltre, una rete di 3 metri di diametro con cui potevano intrappolare gli avversari. Se veniva lanciata con forza sufficiente, la rete poteva persino, per un istante, accecare l'avversario. Intorno al perimetro della rete vi era una corda le cui estremità erano legate al polso del retiarius. In questo modo se lanciava senza centrare l'avversario, il retiarius poteva recuperare quest'arma con uno scatto del braccio. Se l'avversario riusciva ad afferrare la rete, però, poteva utilizzarla per far perdere l'equilibrio al retiarius. Per liberarsi quest'ultimo poteva utilizzare il pugnale.
L'unica protezione del retiarius era una tela imbottita ed una placca di bronzo fissata alle spalle, il galerus, la cui funzione era proteggere il lato destro della testa dai colpi inflitti con la mano destra. Il galerus era ripiegato in fuori per consentire al gladiatore di muovere liberamente il capo quando alzava il braccio. A Pompei ne sono stati trovati esemplari magnifici, in bronzo e decorati con rilievi che ritraggono Ercole, l'ancora di una nave e un granchio.
Se un retiarius vinceva un combattimento e il pubblico riteneva che il suo avversario dovesse essere giustiziato, egli usava il pugio per tagliargli la gola o pugnalarlo.
Secutor
Il secutor
Sembra che il secutor indossasse una manica. Lo scudo di questo gladiatore era piccolo e rettangolare. Egli combatteva con la tradizionale spada della fanteria, il gladius, e con un elmo con la visiera che limitava molto la visuale, dal momento che le feritoie per gli occhi misuravano solo 35 millimetri di diametro. Probabilmente indossava anche una gambiera corta sulla gamba sinistra mentre la gamba destra era scoperta e il piede scalzo. L'elmo del secutor offriva un alto grado di protezione.
Queste erano le tipologie di gladiatori più note, ma ve ne erano delle altre e tra queste altre tipologie ve ne erano alcuni che risultavano pericolosi non solo per i loro avversari ma anche per il pubblico. I gladiatori sagittarii, per esempio, erano armati con archi ricurvi capaci di scagliare frecce a grande distanza; gli essedarii combattevano sull'essedium, il cocchio da guerra dei celti, nello stile dei popoli della Britannia. Tra questi ultimi Marziale menziona addirittura una donna. Gli essedarii potevano anche affrontare bestie feroci, da quel che si deduce dalla decorazione di una coppa proveniente da Augusta Trevirorum, in Germania. L'hoplomachus può essere confuso con il trace, dal momento che utilizzava un equipaggiamento simile a quest'ultimo. Poteva, però, essere riconosciuto dallo scudo di bronzo di forma rotonda e dalla lunga lancia che costituiva la sua arma principale. La parte superiore delle gambe dell'hoplomachus erano abbondantemente coperte da protezioni imbottite. Il provocator era un gladiatore di peso medio, aveva uno scudo ampio e maneggiava il gladius. Sul petto il provocator indossava un cardiophylax, una placca metallica che gli copriva per metà il petto, assicurata alla schiena mediante cinghie di cuoio. All'inizio del periodo imperiale l'elmo del provocator era simile a quello del secutor, in seguito fu adottato un modello di elmo differente, più tondeggiante, come appare su una stele funebre ritrovata a Smirne.

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