domenica 13 maggio 2012

Le mura dell'antica Atene

Planimetria di Atene nel V secolo a.C.
Le mura di Atene, dotate di uno zoccolo in pietra e munite di molte torri, fecero da modello ad altre fortificazioni dell'epoca. Soprattutto ebbe molto successo il particolare tipo di fortificazione adottata dalla città chiamata "le Lunghe Mura", che la collegavano al porto. L'innovazione è comunemente collegata al nome di Pericle.
All'inizio della guerra del Peloponneso (431-404 a.C. circa), Pericle convinse i suoi concittadini a fare di Atene e del suo porto una sorta di isola, rinunciando, in questo modo, a difendere il territorio dell'Attica. Lo statista era convinto, infatti, che il futuro di Atene dovesse essere prevalentemente marittimo. L'idea di Pericle di spostare tutta la popolazione all'interno delle mura cittadine provocò non poche rimostranze, dal momento che la componente contadina della popolazione ateniese era profondamente attaccata alla terra.
L'antica Atene era composta, oltre che dalla stessa città, dall'Attica, una penisola triangolare che si protende nel mar Egeo. La città era stata edificata su un'ampia pianura costiera che si estendeva nella parte nord occidentale di questa penisola ed era circondata da quattro montagne: Egaleo, Parnete, Pentelico e Imetto. Verso sud ovest la catena include l'Acropoli, il Mouseion e la Collina delle Ninfe, con al centro il luogo in cui si riuniva solitamente l'assemblea cittadina.
Ricostruzione del Dipylon
La città del periodo classico crebbe attorno all'Acropoli, la sua area urbana era chiusa in 6,5 chilometri di cinta muraria. Originariamente la parte edificata di Atene si concentrava soprattutto a sud dell'Acropoli, quando venne, però, fortificata, gli edifici circondarono quest'ultima un pò come una ruota, con l'Acropoli al centro (Erodoto). Con il tempo divenne sempre più impellente aprire uno sbocco verso il mare e così il Pireo andò sempre più sviluppandosi al punto da diventare esso stesso una sorta di duplicato della città, situato a circa 6 chilometri da Atene, su una penisola rocciosa con tre baie profonde e ben protette: Cantaro, Zea e Munichia, dove erano di stanza le triremi di Atene.
Nel 487 a.C. Temistocle ordinò la costruzione di una cinta muraria. Tucidite afferma che, allora, nessun edificio pubblico o privato venne risparmiato: tutto quello che poteva tornare utile per edificare le mura venne distrutto e riutilizzato in questo modo. I resti esistenti confermano la frettolosa edificazione della fortificazione e l'utilizzo di materiale piuttosto vecchio, come, ad esempio, delle lapidi. Dopo la fortificazione di Atene, Temistocle fece fortificare anche il Pireo con blocchi quadrati congiunti tramite perni. Questo faceva si che le spesse mura potessero essere difese da un contingente ridotto di uomini.
Pericle
La cinta muraria che circondava Atene, detta le Lunghe Mura o, talvolta, "zampe", doveva difendere la città durante tutta la guerra del Peloponneso, che la vedeva contrapposta a Sparta. Essa fu completata con Pericle (458-440 a.C.). In principio si trattava di due lunghi muraglioni, uno a nord che correva da Atene al Pireo, l'altro, il Falerico, che arrivava fino a Falero, un'ampia baia aperta che ospitava il primo porto della città. Successivamente fu aggiunto un terzo lungo muro a sud, il "muro mediano", che era parallelo al primo muro. Tra queste mura passava una strada. Senofonte ne cita un'altra all'esterno del muraglione settentrionale. Queste fortificazioni in opera quadrata furono determinanti nella strategia marittima ateniese, perché permettevano un collegamento sicuro con il porto e i suoi tre bacini fortificati. L'intera cinta muraria della città, con le Lunghe Mura e il Pireo, era più lunga di 30 chilometri e rendevano Atene inespugnabile purché non fosse messa in discussione la sua supremazia navale.
Dopo la sconfitta nella guerra del Peloponneso (404 a.C.) e la cacciata dei governanti imposti dagli Spartani, le mura di Atene vennero ricostruite. Sono state ritrovate diverse iscrizioni registranti i pagamenti agli appaltatori per la manodopera ed il materiale utilizzato nelle varie sezioni (393-390 a.C. circa). Sembra che queste iscrizioni facessero parte delle mura stesse. Nel 394 a.C. una flotta persiana, comandata dall'ammiraglio ateniese Conone, sconfisse la flotta spartana nella battaglia di Cnido e difese la città di Atene finché non fu ultimata la ricostruzione delle Lunghe Mura.
Demetrio Poliocerte rinnovò a sua volta le mura urbane e ricostruì dalle fondamenta la Porta Dipylon e il proteichisma (307-304 a.C.). Se ne trova conferma nel contemporaneo decreto di costruzione che, oltre alle riparazioni, dà indicazione per la ricostruzione delle Mura Urbane con la copertura del camminamento o parodos, che doveva proteggere le catapulte a torsione montate sui muri di collegamento. Queste migliorie consentirono agli Ateniesi di difendersi efficacemente dall'assedio delle truppe di Cassandro nel 304 a.C.
Presso la Porta Sacra delle mura si radunava la processione in onore di Demetra prima di percorrere la Via Sacra che da Atene portava al famoso santuario di Eleusi. Il nome Porta Sacra (hiera pyle) non compare nelle fonti antecedenti a Plutarco, che la cita in occasione della conquista, da parte di Silla, della città (86 a.C.), ma il nome di Porta Sacra appare essere molto più antico, comunque.
Mappa dell'Acropoli di Atene
La Porta Sacra era formata da un cortile anteriore di accesso affiancato da quattro torri rettangolari, con l'entrata arretrata di circa 18 metri rispetto alla linea delle mura urbane. Era dotata di due passaggi, uno verso il torrente Eridano e l'altro verso la Via Sacra. Gli eventuali nemici sarebbero stati chiusi tra il muraglione laterale meridionale e il fiume, con il loro fianco destro (non difeso dallo scudo) esposto ai difensori che si trovavano sul muraglione che costeggiava la riva settentrionale.
Il termine Dipylon compare per la prima volta nel 278-277 a.C., in un decreto. Prima di questa data il passaggio era chiamato Porta (o Porte) della Triasia, dal momento che la strada che lo attraversava conduceva alla pianura Triasia, ad Eleusi. Il cortile di accesso di questa porta era il più grande di tutta la Grecia (1800 metri quadrati) ed era il principale ingresso ad Atene. Veniva utilizzato durante le feste panatenaiche. La processione si radunava accanto alla Porta e all'interno del cortile. Qui, secondo un'iscrizione, veniva effettuata la distribuzione della carne dell'ecatombe, il grande sacrificio in onore di Atena. Nel cortile sono state ritrovate molte buche per pali che dovevano sostenere le tende sotto le quali gli ateniesi si riunivano a banchetto durante le feste. Anche le strade per Tebe e Corinto partivano dalla Porta Dipylon e qui i viaggiatori potevano acquistare vettovaglie, oggetti ricordo, oppure abbeverare gli animali ad una vicina fontana. Luciano di Samosata, scrittore satirico romano, ricorda che gli innamorati usavano spesso scarabocchiare i loro messaggi erotici sulle mura del cortile.
Proteichisma tra il Dipylon e la Porta Sacra ad Atene
La Porta Dipylon, oltre ad impressionare i viaggiatori che entravano ad Atene, aveva anche una sua efficacia difensiva. Il cortile anteriore era protetto da torri rettangolari poste ai quattro angoli. Fra queste torri correvano due muri laterali con una copertura sulla sommità. In caso di conflitto, questo vicolo cieco diventava una trappola che imprigionava il nemico e lo sottoponeva ad un tiro incrociato da ogni direzione: fu quello che accadde alle truppe di Filippo V di Macedonia quando quest'ultimo tentò di conquistare Atene nel 200 a.C.. La Porta Dipylon presenta due fasi costruttive. La fase principale risale al 478 a.C. ed è la prima fase costruttiva alla quale seguì una seconda fase alla fine del IV secolo a.C.
Il proteichisma è una linea esterna di difesa avanzata di 7-8 metri rispetto alla cinta di Temistocle. Consisteva in un muro di pietra (conglomerato o, in alternativa, mattoni di taglio e di piano) e di un fossato rettangolare largo circa 8 metri e profondo 4. Con l'avvento delle macchine da guerra introdotte dai macedoni, si aggiunse un fossato a un muro di media altezza per tenere lontane o rallentare l'avvicinamento delle catapulte. Tra la cinta di mura e il proteichisma il terreno scendeva ripido. Sul fondo era stato creato un riempimento con lo scopo di rafforzare il proteichisma e formare un terreno adatto per una strada carrabile, la Strada Anulare, che correva tutt'intorno alla città e collegava i sobborghi.

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