sabato 12 maggio 2012

Minosse sepolto vicino Palermo?

La probabile tomba di Minosse
Nei pressi di Palermo, ad Alia, in località Gurfa, è stato scoperto un tholos che è il più grande del Mediterraneo. La tomba è scavata nella roccia e potrebbe trattarsi della sepoltura, citata dallo storico greco Diodoro Siculo, del re Minosse. A sostenere quest'ipotesi è l'architetto e storico dell'arte Carmelo Montagna, che da molto tempo studia con passione i thòloi, luoghi di culto e di salvezza post mortem.
Minosse era figlio di Zeus ed Europa ed era re di Creta. Era un sovrano giusto e saggio e per questo motivo, alla sua morte, era stato nominato giudice degli inferi con Radamante ed Eaco. Minosse combatté in Sicilia contro Niso dal "capello d'oro", re di Megara, la cui figlia, Scilla, si era perdutamente innamorata del re cretese.
I miti attici vogliono Minosse re crudele e spietato, ucciso in una vasca da bagno in Sicilia, mentre era ospite del re sicano Cocalo. Diodoro Siculo scrive che la tomba del leggendario re di Creta si trovava al di sotto di un tempio dedicato ad Afrodite. L'area di questo tempio venne, in seguito, occupata da Terone di Akragas che intendeva vendicare la morte di Minosse.
La tomba rinvenuta nei pressi di Palermo, dunque, potrebbe essere il luogo di ultimo riposo del leggendario sovrano di Creta e potrebbe, soprattutto, contenere diversi segreti storici ed archeologici. Il sepolcro risale alla tarda età del bronzo.
Le Grotte della Gurfa non sono, in realtà, delle grotte, ma non sono neanche granai, stalle o antichi magazzini, almeno nel loro uso originario. Il toponimo ha un'origine araba ma non si conosce con certezza il suo significato: potrebbe voler dire "parete scoscesa del monte" oppure "stanza ai piani superiori". Alcuni considerano queste grotte un santuario arcaico.
La Gurfa è citata, in alcuni documenti, come un popoloso casale arabo, esistente fin dal 1150, quando fu concesso da re Guglielmo allo Spedale dei Lebbrosi di Palermo. In seguito lo Spedale viene acquisito dall'Ordine Teutonico con tutti i suoi beni.
Le cosiddette Grotte della Gurfa
Le grotte della Gurfa sono strutture rupestri scavate nell'arenaria, costituite da un grande ambiente campaniforme, il tholos, forato nella parte apicale, somigliante alle camere sepolcrali micenee, come il famoso "Tesoro di Atreo" ed all'ipogeo maltese di Hal Saflieni. Queste strutture erano collegate da corridoi, scale, cisterne, camminamenti al piano superiore e ad altri ambienti di destinazione funeraria. Accanto all'entrata del tholos, coperte dalla vegetazione, sono state trovate un'iscrizione cristiana (l'IHS, attribuibile alla riconquista del sito da parte dei cavalieri teutonici) ed un'incisione profonda raffigurante un  tridente capovolto, simbolo di Poseidone, il dio del mare degli antichi Minoici-Micenei e poi dei Greci. Questo simbolo è stato, forse, inciso dagli antichi navigatori che arrivavano nell'area, navigatori che sono attestati sulla costa agrigentina già dal XVIII secolo a.C. dove venivano a rifornirsi di sale e zolfo, il petrolio dell'antichità.

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