domenica 19 agosto 2012

Antichi ponti di Roma

Ponte Cestio
E' possibile ammirare, a Roma, altri antichi ponti oltre al Sublicio. Per esempio il Ponte Cestio, costruito simmetricamente al Ponte Fabricio, che collega l'Isola Tiberina alla sponda destra del Tevere, dove si trova il quartiere di Trastevere. Il ponte fu costruito nel 46 a.C. dal pretore Gaio Cestio, titolare dell'omonima piramide, o da Lucio Cestio, un cesariano. Aveva, in origine, un'arcata centrale a sesto ribassato e due arcate minori laterali, che poggiavano su piloni di tufo e peperino rivestiti di travertino. Venne interamente ricostruito nel 370 d.C. da Valente, Valentiniano e Graziano, come si evince da una targa reinserita nella spalletta destra del ponte. Per farlo si utilizzò il travertino del Teatro di Marcello, allora in rovina.
Si è spesso pensato che il nome medioevale dell'Isola Tiberina, Lycaonia, fosse dovuto alla presenza su Ponte Cestio di una statua che raffigurava questa regione dell'Asia Minore, divenuta provincia nel 373 d.C., quando il ponte fu completamente ricostruito. Nel '400 il ponte venne detto di San Bartolomeo dalla chiesa omonima e nel '600 venne anche chiamato Ferrato per la presenza delle catene di ferro dei mulini che si trovavano accanto al fiume.
Ponte Fabricio
Il "gemello" di Ponte Cestio è Ponte Fabricio, che collega l'Isola Tiberina al rione S. Angelo, sulla sponda sinistra del Tevere. Fu costruito nel 62 a.C. dal curator viarum Lucio Fabricio, come ricorda un'iscrizione a grandi lettere incise sulle arcate. Nell'antichità venne chiamato anche Lapideus dal console Emilio Lepido, che lo restaurò in parte nel 21 a.C., probabilmente a seguito della piena del fiume del 23 a.C.. Altri nomi sono Tarpeius, Antoninus e Judeorum (perché vicino alla riva abitata dagli Ebrei). Più recentemente è stato chiamato Quattro Capi per le erme quadrifronti che tuttora si possono vedere presso le due testate che, probabilmente, sostenevano le balaustre originarie in bronzo. Queste ultime furono sostituite con l'attuale parapetto da papa Innocenzo XI Odescalchi nel 1679. Il Ponte Fabricio è lungo 57 metri e largo 5.
Ponte Milvio
Presso il Ponte Milvio confluivano le vie Cassia, Flaminia, Clodia e Veientana. La costruzione risale al IV-III secolo a.C. ed originariamente era in legno. Fu rifatto ex novo e prese il nome del magistrato che ne autorizzo la ricostruzione in muratura, Molvius, da cui  derivato il nome Milvio. I Romani lo hanno da sempre chiamato Ponte Mollo, forse dallo stato pietoso in cui il ponte venne a trovarsi nel corso della sua storia. Nel 109 a.C. il ponte venne ricostruito dal censore Marco Emilio Scauro. Qui ebbe luogo, secondo la leggenda, la "conversione" di Costantino a seguito della visione nella battaglia di Ponte Milvio (312 a.C.) con la quale strappò la vittoria e il titolo imperiale a Massenzio. Nel 1450 fu restaurato da papa Niccolò V, vennero eliminate le parti in legno dovute a restauri precedenti, si abbatté il Tripizzone, il fortilizio posto all'imbocco nord del ponte, e venne portata a termine la ricostruzione dell'antica torre di guardia risalente all'epoca delle fortificazioni di Aureliano. Ponte Milvio ha quattro grandi archi e tre più piccoli. La testata verso viale Tiziano reca due statue moderne, misura 152 metri di lunghezza e 7,5 di larghezza.
Ponte Sisto
Ponte Sisto venne ricostruito sulle rovine dell'antico Ponte Aurelius, risalente al 215 d.C., all'epoca di Marco Aurelio Severo Antonino. Da questo ponte, vuole l'agiografia, furono gettati nel Tevere alcuni martiri cristiani. Il ponte venne anche chiamato Pons Janicularis, per la sua vicinanza al Gianicolo. Il primo, grande, restauro fu quello voluto dall'imperatore Valentiniano tra il 366 e il 367 d.C.. In quest'occasione venne eretto un arco trionfale, all'imboccatura del ponte, decorato da statue di bronzo i cui resti sono al Museo Nazionale Romano. Il ponte crollò nel 792 d.C. a seguito di una piena del fiume e venne abbandonato. Per questo venne chiamato Ruptus, Tremulus o Fractus. Nel 1475, in occasione del Giubileo, Sisto IV incaricò Baccio Pontelli di ricostruire il vecchio ponte che, dal nome del pontefice, si chiamò Sisto. Il ponte è costituito da quattro arcate con un grande occhio circolare sul pilone centrale, che ha avuto sempre funzione di campanello d'allarme in caso di piena del fiume. Un intervento del 1877 modificò totalmente la struttura antica sovrapponendole una struttura metallica per allargare la superficie calpestabile. Nel 1887 furono ritrovati dei cippi, databili al 40 d.C., in cui si faceva riferimento ad un ponte di Agrippa che alcuni studiosi ritengono sia proprio Ponte Sisto. Il restauro del Giubileo del 2000 ha restituito a Roma l'immagine quattrocentesca del ponte, con l'eliminazione delle pensiline metalliche ed il ripristino dei parapetti. Ponte Sisto ha una struttura in muratura di tufo rivestita da travertino, con 108 metri di lunghezza e 11 di larghezza.
Resti dei piloni del Ponte Neroniano
Il Ponte Neroniano o Trionfale permetteva all'antica via Trionfale di attraversare il Tevere. Venne costruito da Nerone nel I secolo d.C. per migliorare i collegamenti con le sue proprietà sulla riva destra del Tevere. Si è discusso se il ponte possa essere attribuito a Caligola, che lo avrebbe costruito per accedere al suo circo. Non si sa quando venne distrutto. Probabilmente cadde in disuso a causa dell'edificazione delle mura Aureliane e della presenza, non lontana, di Ponte Elio. Si sa che non era più utilizzabile già nel VI secolo d.C., all'epoca della Guerra Gotica. Nei periodi di magra del Tevere è possibile vedere i resti dei piloni riaffiorare in prossimità dell'attuale Ponte Vittorio. I resti in elevato furono demoliti nel XIX secolo per facilitare la navigazione sul fiume.
Ponte Elio o di Sant'Angelo
Il Pons Aelius è più noto, oggi, come Ponte Sant'Angelo o Ponte di Castello. Collega piazza di Ponte S. Angelo al Lungotevere Vaticano. Fu costruito nel 134 da Adriano per collegare la riva sinistra con il suo mausoleo. Ci è pervenuto il nome dell'architetto che lo ha costruito: Demetriano. Il ponte era costruito in peperino e rivestito di travertino, con tre arcate, alle quali si accedeva attraverso delle rampe dalla riva. Queste rampe erano sostenute, a loro volta, da tre arcate minori sulla riva sinistra e da due sulla riva destra, verso il mausoleo di Adriano. Queste ultime furono distrutte nel 1893 in occasione della realizzazione degli argini del fiume e furono sostituite da arcate moderne. Nel 472 il ponte fu percorso dalle truppe germaniche del magister militum Ricimero per attaccare la parte orientale di Roma, difesa dall'imperatore Antemio. Nel medioevo fu utilizzato dai pellegrini diretti alla basilica di San Pietro ed era conosciuto come Pons Sancti Petri. Nel VI secolo, sotto papa Gregorio Magno, prese il nome di Ponte Sant'Angelo. Nel XVI secolo si usava esporre sul ponte i corpi dei condannati a morte a monito per la popolazione. Nel 1535 papa Clemente VII fece collocare, all'ingresso del ponte, le statue di San Pietro e San Paolo alle quali si aggiunsero quelle dei quattro Evangelisti e dei Patriarchi. Nel 1669 fu realizzato un nuovo parapetto, disegnato dal Bernini, sul quale furono collocate dieci statue raffiguranti gli angeli con gli strumenti della passione di Cristo, scolpite da allievi del Bernini sotto la sua personale direzione. 

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