E' possibile ammirare, a Roma, altri antichi ponti oltre al
Sublicio. Per esempio il
Ponte Cestio, costruito simmetricamente al
Ponte Fabricio, che collega l'
Isola Tiberina alla sponda destra del Tevere, dove si trova il quartiere di
Trastevere. Il ponte fu costruito nel
46 a.C. dal pretore
Gaio Cestio, titolare dell'
omonima piramide, o da
Lucio Cestio, un cesariano. Aveva, in origine, un'arcata centrale a sesto ribassato e due arcate minori laterali, che poggiavano su piloni di tufo e peperino rivestiti di travertino. Venne
interamente ricostruito nel 370 d.C. da
Valente,
Valentiniano e
Graziano, come si evince da una targa reinserita nella spalletta destra del ponte. Per farlo si utilizzò il
travertino del Teatro di Marcello, allora in rovina.
Si è spesso pensato che il nome medioevale dell'Isola Tiberina,
Lycaonia, fosse dovuto alla presenza su Ponte Cestio di una
statua che raffigurava questa
regione dell'Asia Minore, divenuta provincia nel 373 d.C., quando il ponte fu completamente ricostruito. Nel '400 il ponte venne detto
di San Bartolomeo dalla chiesa omonima e nel '600 venne anche chiamato
Ferrato per la presenza delle
catene di ferro dei mulini che si trovavano accanto al fiume.
|
Ponte Fabricio |
Il "gemello" di Ponte Cestio è Ponte
Fabricio, che collega l'Isola Tiberina al
rione S. Angelo, sulla sponda sinistra del Tevere. Fu costruito nel
62 a.C. dal
curator viarum Lucio Fabricio, come ricorda un'iscrizione a grandi lettere incise sulle arcate. Nell'antichità venne chiamato anche
Lapideus dal console
Emilio Lepido, che lo restaurò in parte nel
21 a.C., probabilmente a seguito della piena del fiume del 23 a.C.. Altri nomi sono
Tarpeius,
Antoninus e
Judeorum (perché vicino alla riva abitata dagli Ebrei). Più recentemente è stato chiamato
Quattro Capi per le
erme quadrifronti che tuttora si possono vedere presso le due testate che, probabilmente, sostenevano le
balaustre originarie in bronzo. Queste ultime furono sostituite con l'attuale parapetto da
papa Innocenzo XI Odescalchi nel
1679. Il Ponte Fabricio è
lungo 57 metri e largo 5.
|
Ponte Milvio |
Presso il
Ponte Milvio confluivano le vie
Cassia,
Flaminia,
Clodia e
Veientana. La costruzione risale al
IV-III secolo a.C. ed originariamente era in
legno. Fu rifatto ex novo e prese il nome del magistrato che ne autorizzo la ricostruzione in muratura,
Molvius, da cui derivato il nome Milvio. I Romani lo hanno da sempre chiamato Ponte Mollo, forse dallo stato pietoso in cui il ponte venne a trovarsi nel corso della sua storia. Nel
109 a.C. il ponte venne
ricostruito dal censore Marco Emilio Scauro. Qui ebbe luogo, secondo la leggenda, la "conversione" di
Costantino a seguito della visione nella
battaglia di Ponte Milvio (
312 a.C.) con la quale strappò la vittoria e il titolo imperiale a Massenzio. Nel
1450 fu restaurato da papa
Niccolò V, vennero eliminate le parti in legno dovute a restauri precedenti, si abbatté il Tripizzone, il fortilizio posto all'imbocco nord del ponte, e venne portata a termine la ricostruzione dell'
antica torre di guardia risalente all'epoca delle fortificazioni di Aureliano. Ponte Milvio ha quattro grandi archi e tre più piccoli. La testata verso viale Tiziano reca due statue moderne, misura
152 metri di lunghezza e 7,5 di larghezza.
|
Ponte Sisto |
Ponte Sisto venne ricostruito sulle rovine dell'antico
Ponte Aurelius, risalente al
215 d.C., all'epoca di
Marco Aurelio Severo Antonino. Da questo ponte, vuole l'agiografia, furono gettati nel Tevere alcuni martiri cristiani. Il ponte venne anche chiamato
Pons Janicularis, per la sua vicinanza al
Gianicolo. Il primo, grande, restauro fu quello voluto dall'imperatore
Valentiniano tra il 366 e il 367 d.C.. In quest'occasione venne eretto un
arco trionfale, all'imboccatura del ponte, decorato da
statue di bronzo i cui resti sono al
Museo Nazionale Romano. Il ponte
crollò nel 792 d.C. a seguito di una piena del fiume e venne abbandonato. Per questo venne chiamato
Ruptus,
Tremulus o
Fractus. Nel
1475, in occasione del Giubileo,
Sisto IV incaricò
Baccio Pontelli di ricostruire il vecchio ponte che, dal nome del pontefice, si chiamò Sisto. Il ponte è costituito da quattro arcate con un grande occhio circolare sul pilone centrale, che ha avuto sempre funzione di campanello d'allarme in caso di piena del fiume. Un intervento del
1877 modificò totalmente la struttura antica sovrapponendole una
struttura metallica per allargare la superficie calpestabile. Nel
1887 furono ritrovati dei
cippi, databili al
40 d.C., in cui si faceva riferimento ad un
ponte di Agrippa che alcuni studiosi ritengono sia proprio Ponte Sisto. Il restauro del Giubileo del 2000 ha restituito a Roma l'immagine quattrocentesca del ponte, con l'eliminazione delle pensiline metalliche ed il ripristino dei parapetti. Ponte Sisto ha una struttura in
muratura di tufo rivestita da travertino, con
108 metri di lunghezza e 11 di larghezza.
|
Resti dei piloni del Ponte Neroniano |
Il
Ponte Neroniano o Trionfale permetteva all'antica via Trionfale di attraversare il Tevere. Venne costruito da
Nerone nel
I secolo d.C. per migliorare i collegamenti con le sue proprietà sulla riva destra del Tevere. Si è discusso se il ponte possa essere attribuito a
Caligola, che lo avrebbe costruito per accedere al suo
circo. Non si sa quando venne distrutto. Probabilmente cadde in disuso a causa dell'
edificazione delle mura Aureliane e della presenza, non lontana, di Ponte Elio. Si sa che
non era più utilizzabile già nel VI secolo d.C., all'epoca della Guerra Gotica. Nei periodi di magra del Tevere è possibile vedere i
resti dei piloni riaffiorare in prossimità dell'attuale Ponte Vittorio. I resti in elevato furono demoliti nel XIX secolo per facilitare la navigazione sul fiume.
|
Ponte Elio o di Sant'Angelo |
Il
Pons Aelius è più noto, oggi, come
Ponte Sant'Angelo o Ponte di Castello. Collega piazza di Ponte S. Angelo al
Lungotevere Vaticano. Fu costruito nel
134 da
Adriano per collegare la riva sinistra con il suo
mausoleo. Ci è pervenuto il nome dell'architetto che lo ha costruito:
Demetriano. Il ponte era costruito in
peperino e rivestito di travertino, con tre arcate, alle quali si accedeva attraverso delle rampe dalla riva. Queste rampe erano sostenute, a loro volta, da tre arcate minori sulla riva sinistra e da due sulla riva destra, verso il mausoleo di Adriano. Queste ultime furono distrutte nel
1893 in occasione della realizzazione degli argini del fiume e furono sostituite da arcate moderne. Nel
472 il ponte fu percorso dalle
truppe germaniche del
magister militum Ricimero per attaccare la parte orientale di Roma, difesa dall'imperatore
Antemio. Nel medioevo fu utilizzato dai
pellegrini diretti alla basilica di San Pietro ed era conosciuto come
Pons Sancti Petri. Nel
VI secolo, sotto papa
Gregorio Magno, prese il nome di Ponte Sant'Angelo. Nel XVI secolo si usava esporre sul ponte i corpi dei condannati a morte a monito per la popolazione. Nel
1535 papa
Clemente VII fece collocare, all'ingresso del ponte, le
statue di San Pietro e San Paolo alle quali si aggiunsero quelle dei quattro Evangelisti e dei Patriarchi. Nel
1669 fu realizzato un nuovo parapetto, disegnato dal
Bernini, sul quale furono collocate
dieci statue raffiguranti gli angeli con gli strumenti della passione di Cristo, scolpite da
allievi del Bernini sotto la sua personale direzione.
Nessun commento:
Posta un commento