venerdì 17 agosto 2012

Notizie sulla villa di Russi

Uno dei mosaici della villa romana di Russi
La villa rustica di Russi (Ravenna) era un podere nato come tanti altri poderi, dalla concessione di appezzamenti di terre conquistate, dotati di una piccola casa colonica, a soldati romani congedati. Alla fine dell'epoca repubblicana, i contadini, schiacciati dai debiti, furono costretti a vendere i vari poderi e si trasferirono in città. I poderi, a questo punto, furono acquistati da ricchi compratori, che li accorparono gli uni agli altri fino a farli divenire dei veri e propri latifondi gestiti da liberti che fungevano da fattori.
La villa di Russi è stata scavata in modo sistematico a partire dagli anni '50 del secolo scorso ed è stata oggetto di diverse campagne di scavo. La sua estensione è stata stimata in 8.000 metri quadrati e comprendeva un impianto termale (scoperto nel 1939 e recentemente riportato alla luce) ed altre strutture ancora da scavare. La villa era, con tutta probabilità, l'edificio principale di un più vasto podere che produceva per la flotta romana di stanza a Ravenna. La fase di maggior sviluppo, infatti, è attestata dal I al II secolo d.C., ma la villa esisteva già dall'epoca precedente. Proprio tra il I e il II secolo d.C. nella villa venne posta in opera la pavimentazione musiva e si stabilì definitivamente la sua planimetria.
Alcuni dei reperti ritrovati nella villa di Russi
Le diverse fasi occupative della villa di Russi sono anch'esse legate alle vicende della città di Ravenna. Dopo un periodo di decadenza, durante il quale la flotta militare venne allontanata dalla città adriatica, la villa fu in parte rioccupata. Si tratta del periodo - tra il V e il VI secolo d.C. - in cui la corte si trasferisce a Ravenna. In epoca medioevale la villa venne abbandonata in modo definitivo.
I materiali ritrovati nel complesso abitativo sono visibili, in parte, nell'Antiquarium della Rocca. Si tratta di intonaci dipinti, oggetti di uso quotidiano in metallo o terracotta, vasi da mensa in ceramica e vetro. Quasi tutti i reperti sono stati ritrovati sotto il pavimento di una stanza.
Parte di un affresco della villa di Russi raffigurante
un fiore di zucca
La villa si imperniava su una parte centrale, a pianta rettangolare, circondata da portici con colonne in mattoni. Attorno a due cortili interni porticati si dipanava il quartiere padronale e quello relativo alla produzione agricola del complesso. Il quartiere padronale era situato a nord e comprendeva l'abitazione del proprietario.
Dal peristilio, le cui colonne erano dipinte in rosso, si entrava nel tablinum da cui era possibile controllare le attività che si svolgevano nella villa.
I pavimenti della villa sono per lo più ben conservati e per la maggior parte sono in mosaico bicromo, bianco e nero. Rappresentano una tipologia figurativa dei mosaici geometrici dell'Italia settentrionale tra il I e il II secolo d.C.. Appartengono alla fase più antica della villa i pavimenti in cocciopesto. Vi erano anche degli affreschi murari, in parte conservati, che rappresentavano la vita vegetale ed animale.
L'impianto termale, emerso per la prima volta durante gli scavi del 1939 e poi successivamente riscoperto nel 1989-1990, era dotato di un ambiente riscaldato con pavimento in marmo e mosaico. Una scala permetteva l'accesso ad altre stanze sopraelevate dotate di suspensurae dove sono riconoscibili una fognatura con pozzetto in marmo traforato e due vaschette per il bagno.
Brocca in bronzo dalla villa di Russi
Attorno al cortile con i pilastri a mattoni era collocato l'ambiente produttivo, dove era anche l'alloggiamento del fattore, anch'esso, come quello padronale, dotato di pavimento a mosaico. Non lontano sono stati ritrovati un forno per cuocere la ceramica, un ambiente con macine ed una grande cucina. Sul lato est erano disposti dei piccoli ambienti con focolare, probabilmente vi si svolgeva un qualche tipo di lavorazione ed un ambiente in cui, con tutta probabilità, si lavorava il vino (infatti è dotato di una vasca sopraelevata pavimentata in mosaico, collegata ad una vaschetta più bassa con un incavo per la raccolta di liquidi).
L'ingresso principale era posto a sud, in un'aia in cui si stanno ancora svolgendo degli scavi ma che è stata per la gran parte studiata. Sono stati ritrovati alcuni ambienti, una latrina ed una cisterna per la conservazione dell'acqua. Recentemente, poi, sul lato est di questo grande cortile, è stato riportato alla luce un altro grande spazio aperto con lati colonnati, originariamente destinato a frutteto, ed altri ambienti riscaldati. Ancora più ad est sono stati individuati i filari di un vigneto ed i resti di un canale che doveva essere navigabile.
Dei due magazzini ritrovati nel complesso rustico, quello di dimensioni maggiori, collegato all'ambiente per la lavorazione dell'uva, era destinato alla conservazione delle anfore vinarie. L'altro aveva un piano sopraelevato che consentiva di conservare i prodotti più delicati e sensibili all'umidità.

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