Esempio di scrittura proto-elamita |
Gli esperti che stanno lavorando all'interpretazione della scrittura proto-elamita hanno affermato che potrebbero trovarsi ad un punto di svolta.
Il proto-elamita è la più antica scrittura rimasta tuttora indecifrata, a 5000 anni dal suo primo utilizzo. Lo studio su questo idioma misterioso è condotto dall'Università di Oxford e sta gettando maggiore luce su una delle civiltà più misteriose dell'Età del Bronzo Mediorientale. Gli studiosi si avvalgono, nella loro ricerca, degli strumenti informatici più innovativi che permettono di fornire immagini dettagliate e ad alta risoluzione delle tavolette che contengono i simboli relativi al proto-elamita.
Questa scrittura, che procede da destra verso sinistra, è stata utilizzata in un periodo compreso tra il 3200 e il 2900 a.C., in una regione che si trova a sudovest dell'attuale Iran. Finora gli studiosi sono riusciti a decifrare 1200 segni distinti ma la gran parte del linguaggio rimane oscura, in parte anche per la presenza di molti errori nei testi originali che li rende estremamente difficili da paragonare. Un'altra causa che potrebbe spiegare la resistenza alla traduzione è che il proto-elamita non somiglia a nessun'altra lingua antica e non sono stati ritrovati testi bilingue che potessero aiutare l'interpretazione. Inoltre il proto-elamita è una lingua scritta e non parlata e non c'è modo di sapere che suono avessero le parole, quindi non si è in possesso di indizi fonetici.
Il proto-elamita si è sviluppato dal vicino ceppo linguistico della Mesopotamia, con caratteri e caratteristiche peculiari. Esistono circa mille tavolette recanti questo tipo di scrittura, la quantità maggiore è stata raccolta dagli archeologi francesi ed è custodita al Museo del Louvre.
Il proto-elamita è la più antica scrittura rimasta tuttora indecifrata, a 5000 anni dal suo primo utilizzo. Lo studio su questo idioma misterioso è condotto dall'Università di Oxford e sta gettando maggiore luce su una delle civiltà più misteriose dell'Età del Bronzo Mediorientale. Gli studiosi si avvalgono, nella loro ricerca, degli strumenti informatici più innovativi che permettono di fornire immagini dettagliate e ad alta risoluzione delle tavolette che contengono i simboli relativi al proto-elamita.
Questa scrittura, che procede da destra verso sinistra, è stata utilizzata in un periodo compreso tra il 3200 e il 2900 a.C., in una regione che si trova a sudovest dell'attuale Iran. Finora gli studiosi sono riusciti a decifrare 1200 segni distinti ma la gran parte del linguaggio rimane oscura, in parte anche per la presenza di molti errori nei testi originali che li rende estremamente difficili da paragonare. Un'altra causa che potrebbe spiegare la resistenza alla traduzione è che il proto-elamita non somiglia a nessun'altra lingua antica e non sono stati ritrovati testi bilingue che potessero aiutare l'interpretazione. Inoltre il proto-elamita è una lingua scritta e non parlata e non c'è modo di sapere che suono avessero le parole, quindi non si è in possesso di indizi fonetici.
Il proto-elamita si è sviluppato dal vicino ceppo linguistico della Mesopotamia, con caratteri e caratteristiche peculiari. Esistono circa mille tavolette recanti questo tipo di scrittura, la quantità maggiore è stata raccolta dagli archeologi francesi ed è custodita al Museo del Louvre.
6 commenti:
Non la conoscevo questa scrittura.
La foto mi aveva subito ricordato la Mesopotamia.
Avevo sentito parlare di questa lingua sconosciuta, ma non avevo mai avuto occasione di vederla. Davvero molto particolare, non c'è che dire!
Anche se più o meno i segni incisi si assomigliano.
Mi meraviglio ancora di più quando riescono a codificarle.
E' forse la cosa più difficile esistente in archeologia.
Già, ricorda molto, secondo me, l'attività degli enigmisti che devono "indovinare" un concetto servendosi di pochi dati e di qualche lettera...
Sisì, che poi ogni simbolo non corrisponde ad una lettera precisa.
Spesso o quasi sempre sono suoni o sillabe.
Difficilissimo!
In contesti come questo, penso, chi ama l'enigmistica potrebbe essere di supporto a chi ha studiato e studia questi antichi testi. Una sorta di multidisciplinarità allargata...
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