mercoledì 26 dicembre 2012

Antichissimi assistenti sociali...

Scheletri delle sepolture di Man Bac
La compassione nell'antichità. Anche gli uomini preistorici avevano il senso di quello che noi consideriamo un modernissimo sentimento. E' questo il senso della scoperta effettuata da Lorna Tilley e Marc Oxenham della Australian National University di Canberra.
Queste rivelazioni sono generate dalla scoperta del corpo di un giovane uomo, molto malato, vissuto 4000 anni fa in quello che oggi è il nord del Vietnam. Il giovane venne sepolto, come altri della sua cultura, in un luogo chiamato Man Bac. Quando gli archeologi hanno esaminato i resti del giovane, nel 2007, hanno scoperto che aveva le vertebre fuse, le ossa deboli e che, quando era in vita, doveva essere semiparalizzato dalla vita in giù a causa di una malattia congenita, la sindrome di Klippel-Feil. Il giovane non poteva utilizzare più le braccia e non poteva alimentarsi da solo, ma riuscì a sopravvivere per diversi anni. Evidentemente, hanno concluso gli archeologi, le persone della sua comunità, che viveva di pesca, caccia e di allevamento di maiali, lo hanno curato ed accudito in ogni suo bisogno.
Il giovane sepolto in posizione fetale a Man Bac
Sono diversi i casi, nel mondo, di scheletri di uomini e donne preistorici che hanno sofferto di varie e invalidanti patologie, riuscendo, però, a sopravvivere per un congruo lasso di tempo grazie al sostegno e alla presenza della comunità alla quale appartenevano. Tra questi un neanderthaliano - Shanidar 1 - ritrovato in Iraq, risalente a 45.000 anni fa, che morì all'età di 50 anni, con un braccio amputato e la perdita di un occhio. Un altro reperto umano, ritrovato in Florida e risalente a 7500 anni fa, aveva una grave malformazione congenita della colonna vertebrale (spina bifida) e, malgrado questo, è riuscito a sopravvivere per 15 anni. Un altro caso, quello di un adolescente chiamato Romito 2 e rinvenuto in Italia nel 1980, risalente a 10.000 anni fa, mostrava segni di un grave nanismo. La comunità alla quale apparteneva, una comunità nomade di cacciatori e raccoglitori, hanno sopperito alle sue necessità dal momento che il giovane non poteva correre e partecipare alla caccia come tutti gli altri componenti maschi della comunità.

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