I Dioscuri che dominano piazza del Quirinale a Roma sono tra le statue più significative che ci sono giunte dall'antichità.
Inizialmente decoravano il tempio di Ercole e Bacco (creduto dedicato al Sole o a Serapide), voluto da Settimio Severo intorno al 198 d.C. in onore del futuro dei figli Caracalla e Geta. Le due statue furono trasferite nelle adiacenti terme di Costantino.
Dal Medioevo i Dioscuri furono un riferimento topografico in descrizioni della zona e piantine della città. Nel 1470 vennero puntellati con muri in mattoni (così appaiono in stampe del Cinquecento). Sisto V (1585-1590) fa integrare con il marmo le parti mancanti da Flaminio Vacca. Domenico Fontana, grande architetto dell'epoca, invece, libera piazza del Quirinale dai ruderi delle terme.
Nel 1783 Pio VI fa prelevare un obelisco dal Mausoleo di Augusto (compagno di quello attualmente visibile sull'Esquilino) per collocarlo tra le statue dei Dioscuri. Sulle basi le iscrizioni "opus Phidiae" e "opus Praxitelis" furono fatte apporre da Sisto V. In realtà gli studiosi non sono mai stati d'accordo su quest'attribuzione, preferendo, per motivi di congruità stilistica, l'attribuzione del gruppo marmoreo all'età Severiana.
Inizialmente decoravano il tempio di Ercole e Bacco (creduto dedicato al Sole o a Serapide), voluto da Settimio Severo intorno al 198 d.C. in onore del futuro dei figli Caracalla e Geta. Le due statue furono trasferite nelle adiacenti terme di Costantino.
Dal Medioevo i Dioscuri furono un riferimento topografico in descrizioni della zona e piantine della città. Nel 1470 vennero puntellati con muri in mattoni (così appaiono in stampe del Cinquecento). Sisto V (1585-1590) fa integrare con il marmo le parti mancanti da Flaminio Vacca. Domenico Fontana, grande architetto dell'epoca, invece, libera piazza del Quirinale dai ruderi delle terme.
Nel 1783 Pio VI fa prelevare un obelisco dal Mausoleo di Augusto (compagno di quello attualmente visibile sull'Esquilino) per collocarlo tra le statue dei Dioscuri. Sulle basi le iscrizioni "opus Phidiae" e "opus Praxitelis" furono fatte apporre da Sisto V. In realtà gli studiosi non sono mai stati d'accordo su quest'attribuzione, preferendo, per motivi di congruità stilistica, l'attribuzione del gruppo marmoreo all'età Severiana.
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