Uno scudo e un elmo dall'Albania in mostra al Vittoriano |
Fino al 6 gennaio 2013 sarà possibile visitare, al Vittoriano, la mostra "I tesori del patrimonio culturale albanese", allestita in occasione dei cento anni dell'indipendenza dell'Albania dal dominio ottomano. La mostra sarà successivamente ospitata a Torino, a Palazzo Madama, dal 23 gennaio al 7 aprile 2013.
La mostra illustra, in particolare, i reperti risalenti al Neolitico e da questi arriva fino al periodo romano. Sono esposti vasi, suppellettili, armi, collane, pendagli, gioielli, monete, stele funerarie e bassorilievi il tutto in diversi materiali che vanno dalla ceramica al bronzo, al marmo e alla pietra arenaria.
I primi insediamenti albanesi risalgono al 6000 a.C.. Il Neolitico ha lasciato traccia di sé a Corca e Kolonja. L'Età del Bronzo, invece, è stata caratterizzata dall'arrivo degli Illiri provenienti dai Balcani. In esposizione si può ammirare un vaso di culto del tardo Neolitico, alto 32 centimetri, un vaso di uso comune, sempre in ceramica, un idolo di V-IV millennio a.C., una collana e vasetti antropomorfi. Sempre al Neolitico - I millennio a.C. - appartengono un diadema, delle fibule, due spilloni in bronzo e due gioielli d'oro a spirale.
Vi sono, inoltre, asce e bipenne, punte di lancia e due spade (dal XIV al IV secolo) ed anche uno scudo e tre elmi del VI-IV secolo a.C.. Al periodo romano risalgono il lanciatore di giavellotto proveniente da Apollonia, pendagli semplici o con figure, fibule, cinture in bronzo, spille, collane in vetro e orecchini in osso.
I reperti sicuramente più d'effetto sono costituiti dalle olpe in ceramica, provenienti da Apollonia, con figure umane e animali in colore rosso su fondo nero. Al centro del percorso espositivo un grande cratere del diametro di 40 centimetri e dell'altezza di 58.
La statuaria è rappresentata da uno Zeus con le braccia protese e da Afrodite rappresentata in diverse posizioni. Ed ancora: teste di Artemide e Demostene in marmo, una stele calcarea con Atlante ed Ecate, statuette di Eros e una testa di marmo di Apollo. I personaggi pubblici romani sono rappresentati dalla testa di Augusto, di Agrippa e di un generale.
L'esposizione si propone di fare da ponte ideale tra l'Albania e il paese europeo a lei più vicino, l'Italia, appunto, che ne ospita la comunità più numerosa all'estero e con la quale divide, certamente, parte delle comuni radici storiche.
La mostra illustra, in particolare, i reperti risalenti al Neolitico e da questi arriva fino al periodo romano. Sono esposti vasi, suppellettili, armi, collane, pendagli, gioielli, monete, stele funerarie e bassorilievi il tutto in diversi materiali che vanno dalla ceramica al bronzo, al marmo e alla pietra arenaria.
I primi insediamenti albanesi risalgono al 6000 a.C.. Il Neolitico ha lasciato traccia di sé a Corca e Kolonja. L'Età del Bronzo, invece, è stata caratterizzata dall'arrivo degli Illiri provenienti dai Balcani. In esposizione si può ammirare un vaso di culto del tardo Neolitico, alto 32 centimetri, un vaso di uso comune, sempre in ceramica, un idolo di V-IV millennio a.C., una collana e vasetti antropomorfi. Sempre al Neolitico - I millennio a.C. - appartengono un diadema, delle fibule, due spilloni in bronzo e due gioielli d'oro a spirale.
Statua in terracotta da Apollonia |
I reperti sicuramente più d'effetto sono costituiti dalle olpe in ceramica, provenienti da Apollonia, con figure umane e animali in colore rosso su fondo nero. Al centro del percorso espositivo un grande cratere del diametro di 40 centimetri e dell'altezza di 58.
La statuaria è rappresentata da uno Zeus con le braccia protese e da Afrodite rappresentata in diverse posizioni. Ed ancora: teste di Artemide e Demostene in marmo, una stele calcarea con Atlante ed Ecate, statuette di Eros e una testa di marmo di Apollo. I personaggi pubblici romani sono rappresentati dalla testa di Augusto, di Agrippa e di un generale.
L'esposizione si propone di fare da ponte ideale tra l'Albania e il paese europeo a lei più vicino, l'Italia, appunto, che ne ospita la comunità più numerosa all'estero e con la quale divide, certamente, parte delle comuni radici storiche.
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