Petra, el Deir |
Il noto geografo Strabone espresse un giudizio piuttosto duro sulle usanze funebri dei Nabatei che, afferma, "considerano i cadaveri allo stesso modo dello sterco". Strabone è l'unica fonte storica sulle abitudini sepolcrali dei Nabatei, anche se queste notizie pervengono ai moderni studiosi di seconda mano, attraverso le osservazioni del filosofo Atenodoro, che visse per qualche tempo a Petra nel I secolo a.C.
Forse Strabone era rimasto negativamente colpito dal rituale dell'esposizione dei morti o, forse, il significato originale delle sue parole è stato male interpretato. Oppure la fonte alla quale egli faceva riferimento era inaffidabile.
Scavando e studiando le tombe monumentali alla base della montagna di al-Khubthah, nella zona delle Tombe Reali, gli archeologi, dal 2010, hanno rilevato che queste sepolture sono state saccheggiate e che non potevano fornire che poche informazioni sui rituali funebri, alla stregua di quello osservate nelle altre tombe scavate a Petra. Sembra, però, che i Nabatei dessero molta importanza alla custodia delle tombe ed alla tutela della memoria dei defunti. I confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti a Petra sembra essere stato molto fluido.
Le tombe di Petra scavate nel terreno roccioso sono più di un migliaio. Di queste circa 600 hanno davvero un'impressionante facciata. Queste sepolture sono state scavate dai Nabatei tra il I secolo a.C. ed il II secolo d.C. ed hanno avuto una doppia funzione, fornendo un luogo sicuro per la sepoltura e una efficace commemorazione del defunto attraverso le facciate maestose. Queste ultime mescolano sapientemente decorazioni ed architettura locale a influssi architettonici egizi, greci e mesopotamici. Sono un riflesso della prosperità della comunità nabatea e dei felici scambi culturali e commerciali con le comunità vicine e lontane.
Nel corso dei secoli le tombe di Petra sono state saccheggiate e destinate a scopi differenti quali, ad esempio, abitazioni, magazzini e persino stalle. Una delle tombe, addirittura, nel IV secolo d.C. venne trasformata in chiesa. Queste trasformazioni, purtroppo, hanno fatto scomparire gran parte del contenuto delle tombe, quali i resti umani, i corredi funerari, le iscrizioni, indizi preziosi per ricostruire le procedure di sepoltura ed i riti funebri dei Nabatei.
I Nabatei sicuramente presero in considerazione la topografia della località in cui vivevano, nel momento in cui si apprestarono ad allestire le sepolture dei loro defunti. L'accessibilità dei luoghi e la qualità della pietra erano fattori estremamente importanti. Mentre la città si è espansa e contratta nel corso dei secoli, spesso le abitazioni e gli edifici pubblici hanno invaso lo spazio riservato ai morti. Il fatto che il teatro principale sia stato ricavato in un luogo prima destinato a cimitero non sembrò mai preoccupare seriamente i Nabatei.
La decorazione e la monumentalità delle facciate delle tombe erano indizio dello status sociale e dell'identità culturale delle famiglie che ne erano titolari. Si hanno, però, ben poche iscrizioni superstiti ritrovate nelle tombe di Petra.
Mada'in Salih è l'avamposto più meridionale del territorio nabateo, ora situato nell'attuale Arabia Saudita. E' l'altro ed unico sito dove si trovano ancora tombe nabatee. Le sepolture qui presenti rivelano che questi veri e propri monumenti funebri erano appannaggio di individui appartenenti a famiglie di alto rango. Tra i motivi decorativi più utilizzati sulle facciate vi è quello dei merli a gradini, che sembra abbia avuto origine in area assira ed è stato utilizzato in età achemenide e nell'arte persiana. Circa il 14% delle tombe di Petra, però, non presentano questo motivo in facciata e si rifanno ad elementi dell'architettura classica, quali i divini guardiani Castore e Polluce o le temibili Amazzoni.
Scavi sotto il cortile del Khazneh, condotti dal Dipartimento delle Antichità del Regno Hashemita di Giordania, hanno rivelato che questa magnifica sepoltura, vera e propria porta d'ingresso al sito di Petra, era stata ricavata da una fila di tombe preesistenti, probabilmente appartenenti, da generazioni, alla stessa famiglia.
Le ricche decorazioni della facciata delle sepolture di Petra erano anche intonacate e dipinte ed i colonnati d'ingresso avevano lo scopo di dare alle tombe un aspetto tridimensionale, appena percettibile oggigiorno.
Forse Strabone era rimasto negativamente colpito dal rituale dell'esposizione dei morti o, forse, il significato originale delle sue parole è stato male interpretato. Oppure la fonte alla quale egli faceva riferimento era inaffidabile.
Petra, el Khazneh |
Le tombe di Petra scavate nel terreno roccioso sono più di un migliaio. Di queste circa 600 hanno davvero un'impressionante facciata. Queste sepolture sono state scavate dai Nabatei tra il I secolo a.C. ed il II secolo d.C. ed hanno avuto una doppia funzione, fornendo un luogo sicuro per la sepoltura e una efficace commemorazione del defunto attraverso le facciate maestose. Queste ultime mescolano sapientemente decorazioni ed architettura locale a influssi architettonici egizi, greci e mesopotamici. Sono un riflesso della prosperità della comunità nabatea e dei felici scambi culturali e commerciali con le comunità vicine e lontane.
Nel corso dei secoli le tombe di Petra sono state saccheggiate e destinate a scopi differenti quali, ad esempio, abitazioni, magazzini e persino stalle. Una delle tombe, addirittura, nel IV secolo d.C. venne trasformata in chiesa. Queste trasformazioni, purtroppo, hanno fatto scomparire gran parte del contenuto delle tombe, quali i resti umani, i corredi funerari, le iscrizioni, indizi preziosi per ricostruire le procedure di sepoltura ed i riti funebri dei Nabatei.
Petra, la spianata del sacrificio |
La decorazione e la monumentalità delle facciate delle tombe erano indizio dello status sociale e dell'identità culturale delle famiglie che ne erano titolari. Si hanno, però, ben poche iscrizioni superstiti ritrovate nelle tombe di Petra.
Petra, teatro romano |
Scavi sotto il cortile del Khazneh, condotti dal Dipartimento delle Antichità del Regno Hashemita di Giordania, hanno rivelato che questa magnifica sepoltura, vera e propria porta d'ingresso al sito di Petra, era stata ricavata da una fila di tombe preesistenti, probabilmente appartenenti, da generazioni, alla stessa famiglia.
Le ricche decorazioni della facciata delle sepolture di Petra erano anche intonacate e dipinte ed i colonnati d'ingresso avevano lo scopo di dare alle tombe un aspetto tridimensionale, appena percettibile oggigiorno.
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