L'antica collana trovata a Luxor (Foto: Susan Redford) |
La riproduzione di una collana dai colori ancora quasi completamente visibili, indossata da una mummia e scoperta ridotta in piccoli pezzi in una tomba egizia di Tebe, è stata ricomposta pazientemente dagli studiosi.
Gli antichi Egizi usavano indossare queste vistose collane chiamate wesekhs, fatte di perline. La collana ritrovata era stata dipinta su un materiale chiamato cartonnage, pensato per essere deposto su una mummia. Un sigillo d'argilla ritrovato nelle vicinanze dei resti di questa collana dipinta, fa pensare che quest'ultima appartenesse ad una sorta di impresario delle pompe funebri dell'antichità.
Il cartonnage rappresentante la collana risale a circa 2300 anni fa ed è tornato alla luce nella moderna Luxor. Disegni ed immagini che lo caratterizzano rendono aspetti dell'antica religione egizia, quali la rappresentazione di Horus e la raffigurazione del Ba (o anima) del defunto. Al centro del disegno della collana compare un santuario dorato con due divinità femminili, forse Iside e Nefti, di fronte ad una divinità che potrebbe essere Anubi.
La riproduzione della collana è di circa 22 centimetri di altezza e 42 centimetri di larghezza. La rappresentazione di alcuni fiori di loto compare nella parte inferiore della decorazione. La sepoltura nella quale sono stati rinvenuti i frammenti del cartonnage fu costruita più di 3300 anni fa per un maggiordomo di nome Parennefer, che aveva prestato servizio sotto il faraone Akhenaton. Qualche tempo dopo, un funzionario di nome Amenemopet usurpò questa sepoltura. Con il passare dei secoli più individui sono stati deposti nella tomba, uno di loro era, forse, il "proprietario" di questa collana di cartonnage.
Il riutilizzo delle tombe, del resto, era una pratica comune nell'antica Tebe, nonché notevolmente economica. I frammenti della collana sono stati scoperti tra il 2000 e il 2002 da una squadra di archeologi della Penn State University. Il dottor Rubert Nesbitt, della stessa università, ha poi ricomposto accuratamente questi frammenti fino a formare questa splendida raffigurazione di collana.
Gli archeologi non sono certi sull'identità del "proprietario", dal momento che la tomba è stata più volte sottoposta a saccheggio, sia in tempi antichi che in tempi più vicini ai nostri. La mummia a cui la collana apparteneva è almeno in parte andata perduta, tuttavia un'iscrizione su un sigillo d'argilla, ritrovata accanto ai frammenti di cartonnage ora ricomposti, menziona un uomo di nome Padihorwer, una sorta di imbalsamatore e scriba, definito "profeta del deserto (necropoli) di Qus", a nord di Tebe. Padihorwer era, in sostanza, quello che oggi chiameremo un impresario di pompe funebri, il che gli consentiva di godere di una certa agiatezza.
Gli antichi Egizi usavano indossare queste vistose collane chiamate wesekhs, fatte di perline. La collana ritrovata era stata dipinta su un materiale chiamato cartonnage, pensato per essere deposto su una mummia. Un sigillo d'argilla ritrovato nelle vicinanze dei resti di questa collana dipinta, fa pensare che quest'ultima appartenesse ad una sorta di impresario delle pompe funebri dell'antichità.
Il cartonnage rappresentante la collana risale a circa 2300 anni fa ed è tornato alla luce nella moderna Luxor. Disegni ed immagini che lo caratterizzano rendono aspetti dell'antica religione egizia, quali la rappresentazione di Horus e la raffigurazione del Ba (o anima) del defunto. Al centro del disegno della collana compare un santuario dorato con due divinità femminili, forse Iside e Nefti, di fronte ad una divinità che potrebbe essere Anubi.
Il sigillo con il nome di Padihorwer, probabile proprietario della collana (Foto: Susan Redford) |
Gli archeologi non sono certi sull'identità del "proprietario", dal momento che la tomba è stata più volte sottoposta a saccheggio, sia in tempi antichi che in tempi più vicini ai nostri. La mummia a cui la collana apparteneva è almeno in parte andata perduta, tuttavia un'iscrizione su un sigillo d'argilla, ritrovata accanto ai frammenti di cartonnage ora ricomposti, menziona un uomo di nome Padihorwer, una sorta di imbalsamatore e scriba, definito "profeta del deserto (necropoli) di Qus", a nord di Tebe. Padihorwer era, in sostanza, quello che oggi chiameremo un impresario di pompe funebri, il che gli consentiva di godere di una certa agiatezza.
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