domenica 13 aprile 2014

La nuova vita di Pyrgi

Altorilievo frontale del Tempio A di Pyrgi
(Foto: villagiulia.beniculturali)
Il santuario di Pyrgi, vicino Cerveteri, di cui era il porto in epoca etrusca, fu frequentato ininterrottamente a partire dalla seconda metà dell'VIII secolo a.C.. Tracce di queste antiche frequentazioni sono state individuate durante gli scavi che hanno interessato l'area urbana di Pyrgi tra il 2003 e il 2013.
Gli scavi hanno anche permesso di capire meglio le fasi tardo-antiche e altomedioevali finora poco conosciute. Gli archeologi, in particolare, hanno scoperto la chiesa paleocristiana di S. Severa che, con il suo battistero, è una delle più antiche presenze cristiane sul litorale nord di Roma. Il culto di questa santa, le cui origini storiche risalgono al V secolo d.C., era stato ritenuto "indegno", un tempo, persino dalla stessa Chiesa.
Gli scavi hanno interessato anche parti dell'abitato etrusco e tracce di un probabile tempio che doveva trovarsi all'interno del castrum che, oggi, è occupato in parte dal castello di S. Severa. Dinanzi alla sede del Museo del Mare, gli archeologi hanno riportato alla luce un tratto di muro in pietre e tufi che identificano una struttura monumentale, il cui pavimento è composto di grandi lastre di tufo, forse una piazza, larga 9,50 metri, che si apre con una porta verso nordest dotata, probabilmente, anche di un portico. Attorno alla piazza sono stati individuati spazi in terra battuta ed un pozzo con vaschetta di raccolta, datati tutti al I secolo d.C..
Il Castello di Pyrgi/S. Severa
Lungo il viale del Castello e nel Grande Giardino, invece, sono state riportate alla luce diverse strutture sovrapposte di epoca tardoetrusca, del primo periodo imperiale romano, di età tardo antica e medioevale. Qui sono emersi, anche, molti frammenti di terrecotte architettoniche tardo arcaiche ed ellenistiche, forse utilizzate come materiale da costruzione.
Le nuove scoperte archeologiche hanno permesso di capire che, durante il V-IV secolo a.C., Pyrgi si articolava attorno ad una sorta di acropoli prominente sul mare di almeno 4 metri, che permetteva il controllo di un ampio tratto di costa e il presidio del porto sottostante. Questa parte elevata, ora parte del Castello di Santa Severa, probabilmente ospitava la parte più antica dell'insediamento umano, risalente all'VIII-VII secolo a.C., con edifici civili e di culto, come dimostrano i frammenti di terrecotte architettoniche ritrovate nel corso degli scavi.
Resti delle mura poligonali di Pyrgi (Foto: johncristiani.blogspot.com)
Proprio la posizione elevata e finalizzata al controllo delle coste attirò i Romani che insediarono a Pyrgi una colonia marittima. Gli scavi della colonia romana sono ancora in corso e ci si aspetta di meglio definire i contorni delle mura e la finalità degli edifici pubblici etruschi che furono inglobati nel castrum romano. I ricercatori ritengono che i Romani distrussero sistematicamente interi isolati di case.
La romanizzazione dell'area cerite avvenne intorno al III secolo a.C., con la deduzione di molte colonie marittime. Pyrgi, la più importante di queste colonie, venne creata nel 264 a.C. in funzione di presidio anti punico del litorale. La città aveva una pianta rettangolare, con un lato in parte obliquo. Venne cinta di possenti mura in opera poligonale, dotate di porte di accesso a metà circa di ciascun lato. Le mura, si è capito dagli ultimi scavi, seguivano l'antica conformazione della costa ed erano funzionali alla fortificazione del porto.
Durante gli scavi è emersa un'esedra monumentale nei pressi del Grande Giardino, ancora da indagare e della quale i ricercatori stanno ancora studiando la destinazione. L'esedra, con un diametro ipotizzato di 15 metri, è in cementizio, di probabile età tardo-antica (IV-V secolo d.C.).
Le lamine d'oro di Pyrgi
Il ritrovamento di reperti ceramici ha permesso di appurare che Pyrgi continuò ad esser abitata nel tempo, almeno fino al VI-VII secolo d.C.. Al II-IV secolo d.C. risalgono i resti di ambienti riscaldati forse appartenenti ad un bagno termale, con stucchi dipinti, pavimenti in mosaico e rivestimenti parietali in lastre marmoree. Sono state ritrovate anche ceramiche a vernice nera, sigillate italiche ed africane, anfore e ceramiche comuni da mensa e da fuoco, monete e lucerne.
Gli archeologi sono propensi a credere che qui sorgesse una grandiosa villa marittima, di epoca repubblicana, che in parte sfruttò le strutture dell'antico porto di Pyrgi. Questa villa rimase in uso fino all'epoca tardo-romana e molti credono si trattasse della villa dei Domiti, la cui esistenza il loco è documentata da un passo di Svetonio relativo alla morte di Domizio Enobarbo, padre di Nerone, avvenuta a Pyrgi nel 40 d.C.. Alla villa apparteneva anche la grande peschiera visibile ancora oggi sui lati del canale portuale.
Abside della chiesa paleocristiana di Pyrgi (Foto: gatc.it)
I resti della chiesa paleocristiana di S. Severa sono emersi già a partire dal 2007 ai piedi della Torre Saracena del castello di S. Severa. Le strutture sono apparse subito eccezionalmente ben conservate e ben visibili per oltre tre metri di altezza con alcune colonne e pilastri ancora in situ. La chiesa era a tre navate con dimensioni di 11 x 14 metri. Aveva un abside centrale edificato all'interno della villa marittima romana, di cui sfrutta altre strutture. La chiesa è stata datata al V secolo d.C., arredata con materiale di spoglio proveniente dall'edificio romano che la "ospita".
All'interno dello spazio religioso è stato individuato un battistero cristiano a vasca, che è stato ricavato da una struttura termale della villa romana. La chiesa venne abbandonata e in parte demolita intorno al XIV secolo, probabilmente a causa di un incendio. Quello che ne rimaneva venne colmato da macerie e utilizzato come discarica. Lo scavo stratigrafico del monumento ha permesso di recuperare un'enorme quantità di materiale relativo alla vita quotidiana del castello, risalente ad un periodo compreso tra il XIII ed il XIV secolo. Si tratta di ceramiche, vetri, metalli e di avanzi di pasti.
Il cimitero ritrovato nei pressi della chiesa paleocristiana di Pyrgi
(Foto: gatc.it)
Intorno alla chiesa si trova il cimitero, solo in parte esplorato. Qui sono stati estratti i resti di circa 450 individui vissuti in un arco temporale che va dal IX al XIV secolo, ora in corso di studio da parte degli antropologi dell'Università di Roma Tor Vergata, guidati dalla Professoressa Olga Rickards. Le sepolture sono tutte in sarcofagi a lastre di tufo o in terra, tutte prive di corredo. Tra esse vi è quella di un uomo di circa 60 anni di età, seppellito in un sarcofago con l'immagine della croce nella parte interna del coperchio. Si trattava, forse, di un ecclesiastico vissuto nell'VIII secolo, sepolto prono e scomposto non si sa per quale motivo.
La posizione della chiesa corrisponde a quella descritta nella donazione che il conte Girardo di Galeria fece all'abbazia di Farfa nel 1068, quando la chiesa dedicata a S. Severa risulta essere situata là dove la più antica passio del IX secolo ricordava il martirio, nei pressi del mare, di Severa e dei suoi due fratelli Calendino e Marco alla fine del III secolo d.C.
Pyrgi era sede di santuario importantissimo per tutta l'Etruria marittima, sacro ad una divinità identificata come Leucotea (per Strabone era, invece, Ilizia), che fu saccheggiato nel 384 a.C. da una spedizione siracusana agli ordini di Dionigi il Vecchio. Nel santuario etrusco si praticava la prostituzione sacra, a cui alludono sia Lucilio che Plauto. Strabone sostiene che il santuario sia stato fondato dai Pelasgi che fondarono Caere.
Il porto di Pyrgi perse importanza con la fondazione del porto di Centumcellae, pur continuando a fornire Roma di pesce.

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