La città di Potosi (Foto: AFP/Aizar Raides) |
Dei lavoratori edili, in Bolivia, hanno ritrovato una fossa comune con i resti di centinaia di minatori periti durante il periodo coloniale spagnolo.
La fossa comune è stata ritrovata a circa 1,8 metri di profondità. La località di Potosi, dove sono stati ritrovati i resti, in epoca coloniale era famosa per le sue enormi riserve di argento e di stagno, di cui cominciò l'estrazione nel XVI secolo. Le popolazioni indigene locali, specialmente quelle appartenenti alla cultura Aymara, erano destinate a lavorare come schiavi degli spagnoli anche in miniera.
I ricercatori stanno cercando di capire se la fossa comune appena ritrovata fosse, in realtà, una sorta di cimitero di schiavi. Un'altra ipotesi è che si tratti delle vittime del crollo di un serbatoio, crollo documentato nelle cronache dell'epoca e che provocò la morte di 2.000 persone. Potosi era, all'epoca, tra le città più grandi del mondo conosciuto.
La fossa comune è stata ritrovata a circa 1,8 metri di profondità. La località di Potosi, dove sono stati ritrovati i resti, in epoca coloniale era famosa per le sue enormi riserve di argento e di stagno, di cui cominciò l'estrazione nel XVI secolo. Le popolazioni indigene locali, specialmente quelle appartenenti alla cultura Aymara, erano destinate a lavorare come schiavi degli spagnoli anche in miniera.
I ricercatori stanno cercando di capire se la fossa comune appena ritrovata fosse, in realtà, una sorta di cimitero di schiavi. Un'altra ipotesi è che si tratti delle vittime del crollo di un serbatoio, crollo documentato nelle cronache dell'epoca e che provocò la morte di 2.000 persone. Potosi era, all'epoca, tra le città più grandi del mondo conosciuto.
Nessun commento:
Posta un commento