Il bouleterion di Agrigento (Foto: Lavalledeitempli.it) |
A capo di coloro che dalla Grecia partono alla volta delle nuove terre da popolare in Italia, vi è solitamente un capo, l'ecista (in greco oikistés), in genere proveniente dalla città che ha promosso l'iniziativa. A questo ecista la nuova comunità riserva onori particolari: egli può essere sepolto - unico tra i cittadini - nell'agorà, dove hanno sede le istituzioni politiche.
Una delle prime incombenze dei nuovi arrivati è sicuramente la divisione degli spazi destinati al pubblico e al privato, la costruzione delle case, la suddivisione del terreno da coltivare. Le necropoli, invece, vengono confinate al di fuori delle mura cittadine. Sostanzialmente lo spazio cittadino è organizzato, già dalla fondazione, in modo più razionale rispetto all'identico spazio nella madrepatria.
Ci sono una serie di costanti, negli insediamenti dei coloni Greci in Italia meridionale, prima tra tutte la collocazione in prossimità del mare o di corsi d'acqua e, in seconda battuta, la presenza di terreno da coltivare. Molte sono le motivazioni che inducono i nuovi venuti a lasciare la madrepatria, così come molte sono le realtà politiche presenti, all'epoca della colonizzazione dell'Italia meridionale, nella madrepatria greca.
Diverse sono le ragioni della nascita di nuove città: per esempio Siris è fondata dai Colofoni, costretti ad abbandonare la propria città per sfuggire ai Lidi; i Focesi, in fuga dai Persiani, invece, fondano Velia; la nascita di Dicearchia (Pozzuoli) è dovuta ai Sami che fuggono dalla tirannia di Policrate; Turi ed Eraclea, invece, fondate nel V secolo a.C., hanno alla base della loro fondazione opportunità di carattere politico.
Alle apoikìai, città con un proprio fondatore, delle precise istituzioni politiche e con un territorio ben delimitato, si affiancano altri tipi di insediamenti: gli epìneia, sostanzialmente degli scali di carattere commerciale, come quelli che Cuma realizza lungo la costa flegrea, oppure militare in funzione del controllo territoriale (come Eloro, Acre e Casmene, fondate da Siracusa tra l'VIII e il VII secolo a.C.).
Il contatto dei greci con le comunità indigene porta ad una nuova cultura, espressione dell'interazione di diverse realtà etniche all'interno delle polis attraverso il mercenariato, i matrimoni misti, l'impiego del lavoro degli schiavi.
Non è facile ricostruire le istituzioni politiche delle apoikìai, dal momento che manca una sufficiente documentazione scritta. In linea generale vi sono delle assemblee (ekklesìai), il consiglio dei cittadini (boulé) ed una serie di cariche magistratuali: pritani, strateghi, demiurghi, la cui esistenza è attestata da fonti letterarie ed epigrafiche. Di queste cariche, però, non si conoscono le modalità di funzionamento. Si sa che le prime leggi scritte sono state promulgate alla metà del VII secolo a.C. a Locri per opera di Zaleuco.
Allo stato attuale in Magna Grecia non è stato ritrovato alcun luogo di riunione del consiglio cittadino (bouletérion). In Sicilia sono noti quelli di Agrigento, Morgantina, Acre, Taormina, Solunto e Monte Iato. Si tratta di una struttura rettangolare chiusa, al cui interno è la cavea coperta, con gradinate semicircolari o rettilinee a forma di U, destinata ai partecipanti.
Nel mondo magnogreco sono stati identificati tre ekklesiastéria, luoghi in cui si riunivano le assemblee. Si tratta di tre strutture circolari con gradinate, presenti a Metaponto, Poseidonia e Agrigento. Il più antico ekklésiasterion è quello di Metaponto, dove è stata identificata una fase costruttiva che ha previsto l'utilizzo del legno (VII secolo a.C.).
Il prytanéion, invece, è il cuore religioso e il simbolo della città: qui è custodito il fuoco sacro, il focolare comune, in genere identificato con la dea Hestia. I pritani, vale a dire i consiglieri che fanno parte del prytanéion, ricevono delegazioni straniere ed ospiti di particolare riguardo. Alcuni studiosi hanno identificato come pritanei i resti di due costruzioni di Megara Iblea e di Morgantina.
Una costruzione di una certa importanza, nelle nuove comunità magnogreche, è l'heroon dell'ecista, collocato al centro dell'agorà. L'heroon dell'ecista è conosciuto sia attraverso le fonti letterarie che attraverso quelle archeologiche. Attualmente sono identificati con certezza come heroon quelli di Poseidonia e di Megara Iblea.
Una delle prime incombenze dei nuovi arrivati è sicuramente la divisione degli spazi destinati al pubblico e al privato, la costruzione delle case, la suddivisione del terreno da coltivare. Le necropoli, invece, vengono confinate al di fuori delle mura cittadine. Sostanzialmente lo spazio cittadino è organizzato, già dalla fondazione, in modo più razionale rispetto all'identico spazio nella madrepatria.
Ci sono una serie di costanti, negli insediamenti dei coloni Greci in Italia meridionale, prima tra tutte la collocazione in prossimità del mare o di corsi d'acqua e, in seconda battuta, la presenza di terreno da coltivare. Molte sono le motivazioni che inducono i nuovi venuti a lasciare la madrepatria, così come molte sono le realtà politiche presenti, all'epoca della colonizzazione dell'Italia meridionale, nella madrepatria greca.
Heroon di Poseidonia/Paestum |
Alle apoikìai, città con un proprio fondatore, delle precise istituzioni politiche e con un territorio ben delimitato, si affiancano altri tipi di insediamenti: gli epìneia, sostanzialmente degli scali di carattere commerciale, come quelli che Cuma realizza lungo la costa flegrea, oppure militare in funzione del controllo territoriale (come Eloro, Acre e Casmene, fondate da Siracusa tra l'VIII e il VII secolo a.C.).
Il contatto dei greci con le comunità indigene porta ad una nuova cultura, espressione dell'interazione di diverse realtà etniche all'interno delle polis attraverso il mercenariato, i matrimoni misti, l'impiego del lavoro degli schiavi.
Ekklesiastérion di Metaponto |
Allo stato attuale in Magna Grecia non è stato ritrovato alcun luogo di riunione del consiglio cittadino (bouletérion). In Sicilia sono noti quelli di Agrigento, Morgantina, Acre, Taormina, Solunto e Monte Iato. Si tratta di una struttura rettangolare chiusa, al cui interno è la cavea coperta, con gradinate semicircolari o rettilinee a forma di U, destinata ai partecipanti.
Il prytanéion, invece, è il cuore religioso e il simbolo della città: qui è custodito il fuoco sacro, il focolare comune, in genere identificato con la dea Hestia. I pritani, vale a dire i consiglieri che fanno parte del prytanéion, ricevono delegazioni straniere ed ospiti di particolare riguardo. Alcuni studiosi hanno identificato come pritanei i resti di due costruzioni di Megara Iblea e di Morgantina.
Una costruzione di una certa importanza, nelle nuove comunità magnogreche, è l'heroon dell'ecista, collocato al centro dell'agorà. L'heroon dell'ecista è conosciuto sia attraverso le fonti letterarie che attraverso quelle archeologiche. Attualmente sono identificati con certezza come heroon quelli di Poseidonia e di Megara Iblea.
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