I resti del bacino idrico ritrovati a Roma, zona San Giovanni |
Grazie ai cantieri della costruenda linea metropolitana C, a Roma, nella zona di San Giovanni, sono riemersi i resti del più grande bacino idrico mai ritrovato, come ha orgogliosamente affermato la responsabile degli scavi archeologici Rossella Rea. Il bacino si trova all'interno "di un'azienda agricola della Roma imperiale, la più vicina al centro di Roma che sia mai stata ritrovata".
L'archeologa ha affermato che il bacino è "così grande che supera il perimetro del cantiere e non è stato possibile scoprirlo interamente". La vasca "era foderata di coccio pesto idraulico e, nelle dimensioni oggi note, poteva conservare più di 4 milioni di litri di acqua". Le misure stimate del grande bacino sono di circa 35 metri per 70, quasi un quarto di ettaro. Forse fungeva da riserva d'acqua per le vicine coltivazioni e da vasca di compensazione per far fronte alle piene del vicino fiume. Si tratta di una struttura di I secolo a.C. che si aggiunge a quelle di sollevamento e distribuzione idrica di un impianto agricolo attivo dal III secolo a.C. nella zona di San Giovanni.
L'antica azienda agricola sorgeva dove attualmente si trovano via La Spezia e via di San Giovanni. La fattoria era, probabilmente, di proprietà di un ricco liberto, le cui iniziali del nome - T.L. - sono state trovate impresse sulle strutture. All'interno della proprietà agricola doveva sorgere anche un frutteto: sono stati trovati numerosi noccioli di pesca, un forcone a tre punte e i resti di ceste realizzate con rametti di salice intrecciati.
"Nessun altro bacino rinvenuto nell'agro romano ha dimensioni paragonabili", ha affermato Rossella Rea. "Oltre le pareti del cantiere la vasca si estende verso le mura, ove probabilmente si conserva, e in direzione di piazzale Appio, nell'area interessata dalla stazione della Linea A ove, invece, è stata sicuramente intercettata e distrutta senza che ne fosse documentata l'esistenza".
Le indagini archeologiche sono state realizzate dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, con la collaborazione tecnica della Cooperativa Archeologica. Il territorio dove oggi sorge il popoloso quartiere di San Giovanni ha subito, nei secoli, notevoli trasformazioni, tali da nascondere, sotto metri di terreno, le strutture repubblicane esistenti fino alla fine del III secolo d.C., quando la realizzazione delle Mura Aureliane prima e l'urbanizzazione recente poi, hanno portato alla perdita definitiva dei contesti e delle tracce del passato.
Lo scavo ha interessato una superficie di 3000 metri quadrati circa e si è protratto dal 2010 al 2014.
L'archeologa ha affermato che il bacino è "così grande che supera il perimetro del cantiere e non è stato possibile scoprirlo interamente". La vasca "era foderata di coccio pesto idraulico e, nelle dimensioni oggi note, poteva conservare più di 4 milioni di litri di acqua". Le misure stimate del grande bacino sono di circa 35 metri per 70, quasi un quarto di ettaro. Forse fungeva da riserva d'acqua per le vicine coltivazioni e da vasca di compensazione per far fronte alle piene del vicino fiume. Si tratta di una struttura di I secolo a.C. che si aggiunge a quelle di sollevamento e distribuzione idrica di un impianto agricolo attivo dal III secolo a.C. nella zona di San Giovanni.
L'antica azienda agricola sorgeva dove attualmente si trovano via La Spezia e via di San Giovanni. La fattoria era, probabilmente, di proprietà di un ricco liberto, le cui iniziali del nome - T.L. - sono state trovate impresse sulle strutture. All'interno della proprietà agricola doveva sorgere anche un frutteto: sono stati trovati numerosi noccioli di pesca, un forcone a tre punte e i resti di ceste realizzate con rametti di salice intrecciati.
Proposta di ricostruzione del bacino idrico trovato a Roma (Foto: Ansa) |
Le indagini archeologiche sono state realizzate dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, con la collaborazione tecnica della Cooperativa Archeologica. Il territorio dove oggi sorge il popoloso quartiere di San Giovanni ha subito, nei secoli, notevoli trasformazioni, tali da nascondere, sotto metri di terreno, le strutture repubblicane esistenti fino alla fine del III secolo d.C., quando la realizzazione delle Mura Aureliane prima e l'urbanizzazione recente poi, hanno portato alla perdita definitiva dei contesti e delle tracce del passato.
Lo scavo ha interessato una superficie di 3000 metri quadrati circa e si è protratto dal 2010 al 2014.
Nessun commento:
Posta un commento