Statua ed iscrizione del dio Endovelicus |
Nella regione di Vila Real, nel nordest del Portogallo, a 460 metri di altezza, si trova uno dei templi pagani più affascinanti e misteriosi d'Europa, il Santuàrio de Panòias.
L'area era già abitata nel Paleolitico. Il tempio è considerato un monumento nazionale, dal governo portoghese ed è stato meta di pellegrinaggi sin dal VI secolo a.C.. E' costituito da un complesso di tre grandi massi, sui quali sono presenti diversi pozzi di vari dimensioni, accessibili tramite una scala scavata nella roccia. Le rocce sono incise con tre iscrizioni in latino ed una in greco: descrivono il rituale che qui veniva celebrato.
Gli archeologi pensano che la costruzione del luogo sacro sia iniziata tra la fine del II secolo a.C. e l'inizio del III secolo d.C., anche se alcuni ricercatori pensano che sia molto più antico. I Romani utilizzavano il luogo con scopi rituali. Il ricercatore Geza Alfoldy ha tradotto le iscrizioni incise sulle rocce, che parlano di un antico rito di iniziazione celebrato in nome delle divinità ctonie. La scelta del luogo non è stata casuale, ma venne accuratamente studiata e stabilita. Il culto infero venne introdotto dal funzionario romano Calpurnio Rufino, che si rifece ad un culto ben più antico.
Tra le ipotesi più interessanti vi è quella che il tempio sia stato utilizzato per il culto di Endovelicus, divinità dell'Età del Ferro, venerato in Portogallo in epoca pre-romana. Il culto si diffuse, dopo l'epoca romana, per tutto l'impero. Endovelicus era un dio solare deputato alla guarigione. Era una divinità ambivalente, buona e cattiva.
Si è pensato che il nome Endovelicus sia di origine celtico e fenicio. La radice "end", in lingua celtica, corrisponde al fenicio "bel" e significa Signore. La parola originale celtica era, probabilmente, Andevellicos, che significa "molto buono". A Endovelicus si sacrificava un maiale.
L'area era già abitata nel Paleolitico. Il tempio è considerato un monumento nazionale, dal governo portoghese ed è stato meta di pellegrinaggi sin dal VI secolo a.C.. E' costituito da un complesso di tre grandi massi, sui quali sono presenti diversi pozzi di vari dimensioni, accessibili tramite una scala scavata nella roccia. Le rocce sono incise con tre iscrizioni in latino ed una in greco: descrivono il rituale che qui veniva celebrato.
Gli archeologi pensano che la costruzione del luogo sacro sia iniziata tra la fine del II secolo a.C. e l'inizio del III secolo d.C., anche se alcuni ricercatori pensano che sia molto più antico. I Romani utilizzavano il luogo con scopi rituali. Il ricercatore Geza Alfoldy ha tradotto le iscrizioni incise sulle rocce, che parlano di un antico rito di iniziazione celebrato in nome delle divinità ctonie. La scelta del luogo non è stata casuale, ma venne accuratamente studiata e stabilita. Il culto infero venne introdotto dal funzionario romano Calpurnio Rufino, che si rifece ad un culto ben più antico.
Tra le ipotesi più interessanti vi è quella che il tempio sia stato utilizzato per il culto di Endovelicus, divinità dell'Età del Ferro, venerato in Portogallo in epoca pre-romana. Il culto si diffuse, dopo l'epoca romana, per tutto l'impero. Endovelicus era un dio solare deputato alla guarigione. Era una divinità ambivalente, buona e cattiva.
Si è pensato che il nome Endovelicus sia di origine celtico e fenicio. La radice "end", in lingua celtica, corrisponde al fenicio "bel" e significa Signore. La parola originale celtica era, probabilmente, Andevellicos, che significa "molto buono". A Endovelicus si sacrificava un maiale.
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