I resti del tempio di Hosn Niha, in Libano (Foto: Ruth Young) |
Malgrado i danni procurati dalla guerra e dalle attività agricole, un tempio ed un insediamento romano sulle montagne libanesi riescono ancora a dare indizi sulle persone che vivevano lì. Si tratta del sito, finora poco conosciuto, di Hosn Niha, un villaggio romano-bizantino situato nella Valle della Bekaa edificato nel 200 d.C. circa.
All'inizio del '900 gli archeologi tedeschi hanno studiato i resti del tempio trascurando quelli del villaggio. Durante la guerra civile libanese (1975-1990), l'attività militare e i saccheggi hanno provocato non pochi danni al villaggio di Hosn Niha. Per di più, negli anni '80 del secolo scorso, i cacciatori di tesori hanno cominciato a scavare nel sito con dei bulldozer, danneggiando gli antichi indizi. Il nucleo del villaggio è stato irrimediabilmente danneggiato, ma gli archeologi sono riusciti comunque a trovare numerosi indizi in situ che giustificano ulteriori indagini.
Un'analisi dei frammenti di ceramica sparsi nel villaggio mostra l'evidenza di un grande insediamento greco-romano e di una più tarda occupazione medioevale, databile, con tutta probabilità, ai secoli XIII e XIV. Secondo i ricercatori l'insediamento era circondato da una zona densa di abitazioni e si è notevolmente ridimensionato durante il dominio islamico. Ad oggi i resti più consistenti sono quelli del tempio romano, le cui mura, di 10 metri di altezza, sono tuttora in piedi.
Gli archeologi pensano che gli abitanti del villaggio fossero prevalentemente dediti all'agricoltura e che coltivassero uva per ricavarne vino. Sono stati trovati anche cocci di ceramica smaltata, caratteristici del primo periodo medioevale.
All'inizio del '900 gli archeologi tedeschi hanno studiato i resti del tempio trascurando quelli del villaggio. Durante la guerra civile libanese (1975-1990), l'attività militare e i saccheggi hanno provocato non pochi danni al villaggio di Hosn Niha. Per di più, negli anni '80 del secolo scorso, i cacciatori di tesori hanno cominciato a scavare nel sito con dei bulldozer, danneggiando gli antichi indizi. Il nucleo del villaggio è stato irrimediabilmente danneggiato, ma gli archeologi sono riusciti comunque a trovare numerosi indizi in situ che giustificano ulteriori indagini.
Un'analisi dei frammenti di ceramica sparsi nel villaggio mostra l'evidenza di un grande insediamento greco-romano e di una più tarda occupazione medioevale, databile, con tutta probabilità, ai secoli XIII e XIV. Secondo i ricercatori l'insediamento era circondato da una zona densa di abitazioni e si è notevolmente ridimensionato durante il dominio islamico. Ad oggi i resti più consistenti sono quelli del tempio romano, le cui mura, di 10 metri di altezza, sono tuttora in piedi.
Gli archeologi pensano che gli abitanti del villaggio fossero prevalentemente dediti all'agricoltura e che coltivassero uva per ricavarne vino. Sono stati trovati anche cocci di ceramica smaltata, caratteristici del primo periodo medioevale.
Nessun commento:
Posta un commento