La cosiddetta Dea di Butrinto (Foto: Romanoimpero.com) |
Butrinto era originariamente situata in Caonia, una regione dell'Epiro settentrionale, su una collinetta, in una piccola lingua di terra tra il lago di Vivari (antico Porto Pelode) e il canale di Corfù (Corcyra). L'ampia laguna della città comunicava con il mare per mezzo di un canale di 3 km di lunghezza, l'odierno canale di Butrinto. I resti più antichi della città risalgono ad un periodo compreso tra il X e l'VIII secolo a.C.. Nel IV secolo a.C. venne abbellita con un teatro, un tempio dedicato ad Asclepio e una piazza (agorà). Nel 228 a.C. divenne protettorato romano e, in seguito, parte della provincia dell'Illyricum.
Nel 44 a.C. Cesare fece di Butrinto una colonia che venne popolata dai soldati che avevano combattuto con lui contro Pompeo. Il progetto di popolamento, però, trovò fiera opposizione in Tito Pomponio Attico, un proprietario terriero locale, che si oppose alle manovre di Cesare e di Cicerone. Pochi coloni, dunque, si spostarono in questa località. Il piano di fare di Butrinto una colonia di veterani venne ripreso da Ottaviano nel 31 a.C.. Fu in questo periodo che la città venne ampliata, dotata di un acquedotto, di terme, di un foro e un ninfeo.
Il parco nazionale di Butrinto (Foto: sites.psu.edu) |
Gli scavi condotti qui dal bolognese Luigi Maria Ugolini nel 1928 e proseguiti oltre la sua morte, avvenuta nel 1936, fino allo scoppio della seconda guerra mondiale, misero in luce la città romana ed ellenistica. Vennero scavate e portate alla luce la porta dei leoni e le porte scee, così chiamate dallo stesso Ugolini in ricordo delle porte della città di Troia. Una di queste porte misura 5 metri di altezza, un'altra, quella dei leoni, è dotata di un architrave con una scultura ornamentale raffigurante un leone che divora un toro.
Butrinto, la basilica (Foto: commons.wikimedia.org) |
Sono stati trovati anche un frigidarium di una terma con pavimento musivo, un ninfeo di età romana con due statue, un pozzo sacro con iscrizione e pittura parietale. Notevoli sono i resti di un battistero con 16 colonne granitiche, una vasca centrale e un pavimento a mosaico policromo.
Butrinto, resti del battistero paleocristiano (Foto: wikipedia.it) |
Gli archeologi bolognesi della Sezione di Archeologia del Dipartimento di Storia, Culture, Civiltà dell'Alma Mater si accingono, sotto la direzione di Sandro De Maria, ordinario di Archeologia Classica, a proseguire l'esplorazione di Butrinto. Il Professor Sandro De Maria, peraltro, da 15 anni sta lavorando in un altro importante sito archeologico albanese, quello di Phoinike (Fenice), città fondata nel IV secolo a.C. e abbandonata al momento della conquista turca dell'Albania (XVI secolo).
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