I Lares della casa dei Vettii (Foto: Wikimedia) |
I Compitalia erano una festa mobile collocata, secondo alcuni calendari romani, tre giorni, dal 3 al 5 gennaio. Il culto che veniva praticato in questi giorni era rivolto ai Lares Viales o Compitales, divinità dei compita, punto d'incontro delle vie che univano due o più villaggi (vici). I Lares Viales erano geni protettori di un determinato territorio, abitanti primordiali della regione su cui sorgerà Roma oppure Antenati delle gentes.
La festa venne istituita prima della fondazione di Roma come città, quando ancora esistevano villaggi separati. La tradizione, però, vuole che ad istituirla sia stato Servio Tullio o Tarquinio il Superbo. Un equivalente di questa festa si trova nei libri vedici ed introduceva di un'antica forma di censimento per case: ogni casa doveva fornire una galletta. A questa forma rudimentale di censimento se ne aggiungeva un'altra per individui. Alcuni autori ricordano l'uso di appendere delle palle (pilae) e delle figurine (effiges) maschili e femminili, nella cappella del crocicchio (Macrobio sostiene che venissero poste dinanzi alla porta di ogni casa). Il numero delle palle era quello degli schiavi e il numero delle figurine era quello degli uomini liberi.
Alla celebrazione dei Compitalia provvedevano appositi collegi che potevano ospitare anche schiavi, i collegia compitalicia. Dal momento che questi collegia erano essenzialmente composti dagli strati più bassi della popolazione, essi erano sovente usati come strumenti di pressione politica. Per questo i collegia furono aboliti dal Senato nel 64 a.C.
Il primo dei Lares è Janus, che nel primo giorno degli Agonalia di gennaio viene celebrato come Lar Cunctalis, il Lare dei Lari, insieme ai Lares, Questi ultimi sono considerati figli di Mercurius e di Mania (Mani = Lares) o di Lara-Tacita Muta, identificata con Acca Larenzia, moglie di Faustolo, la lupa che nutrì, secondo la tradizione, Romolo e Remo. Altre tradizioni vogliono che madre dei Lares sia Fausta o Bona Dea, divinità femminile dai molti nomi connessa con la generazione di uomini e del nutrimento di questi. Una Grande Madre di natura selvaggia che richiede, come i Lares suoi figli, sacrifici umani. Anche il cane, animale che accompagna i Lares, è oggetto di sacrificio in connessione con le porte e le mura che essi proteggono.
Diversi sono i nomi che i Lares prendono a seconda della loro funzione: i Lares Compitales proteggono i crocevia che portano ai pagi della Roma preurbana; i Lares Praestites, venerati a maggio, proteggono famiglie e case; i Lares Rurales proteggono le terre dei pagi; i Lares Grundiles o Curiales presiedono alla custodia delle Curie; i Lares Permarini tutelano i naviganti.
Ai Lares Compitales si offrono sacrifici anche umani, secondo Macrobio. I Lares Praestites o Domestici o Familiares hanno un antichissimo altare votato da Tito Tazio ma scomparso già ai tempi di Ovidio. Essi proteggono le singole comunità sparse sui montes e sui colles. Sono gli antenati dei populi e originariamente erano concepiti sempre in coppie: i Praestites dei Latini erano Latino e Faunus, figli di Mars o Mercurius e di Lara (o di Circe e di Ulisse); i Lares Albani erano Picumnus e Pilumnus; i Lares Romani erano Romolo e Remo, figli di Mars.
Originariamente i Lares Grundiles erano protettori delle singole gentes facenti capo ad una struttura comune, la Curia, che formerà il tessuto sociale di Roma. Il nome deriva da grundire, grugnire, che li pone in diretta relazione con il mito della scrofa e dei trenta porcellini che segnalano ad Enea il punto dove dovrà fondare la sua città.
I Lares sono da identificarsi con i capi supremi di Alba Longa e un mito vuole essere stata fondata da Pilumnus e Picumnus/Picus e non da Ascanio, da cui discenderanno Latino e Romolo. I progenitori mitici di Romolo, Stercutus, Pilumnus, Picumnus/Picus e Faunus, si identificano con i componenti delle porte di accesso di cui sono custodi. Anch'essi sono, dunque, divinità legate al passaggio.
Nelle abitazioni di campagna, ma anche in città, ai Lares vengono associati i Penati. Questi ultimi sono essenzialmente protettori del padrone di casa e dei suoi parenti, mentre i Lares sono considerati protettori indistintamente di tutta la popolazione libera e servile, la familia come la intendevano i Romani.
La festa venne istituita prima della fondazione di Roma come città, quando ancora esistevano villaggi separati. La tradizione, però, vuole che ad istituirla sia stato Servio Tullio o Tarquinio il Superbo. Un equivalente di questa festa si trova nei libri vedici ed introduceva di un'antica forma di censimento per case: ogni casa doveva fornire una galletta. A questa forma rudimentale di censimento se ne aggiungeva un'altra per individui. Alcuni autori ricordano l'uso di appendere delle palle (pilae) e delle figurine (effiges) maschili e femminili, nella cappella del crocicchio (Macrobio sostiene che venissero poste dinanzi alla porta di ogni casa). Il numero delle palle era quello degli schiavi e il numero delle figurine era quello degli uomini liberi.
Edicola destinata a larario in una domus di Ercolano (Foto: Wikipedia) |
Il primo dei Lares è Janus, che nel primo giorno degli Agonalia di gennaio viene celebrato come Lar Cunctalis, il Lare dei Lari, insieme ai Lares, Questi ultimi sono considerati figli di Mercurius e di Mania (Mani = Lares) o di Lara-Tacita Muta, identificata con Acca Larenzia, moglie di Faustolo, la lupa che nutrì, secondo la tradizione, Romolo e Remo. Altre tradizioni vogliono che madre dei Lares sia Fausta o Bona Dea, divinità femminile dai molti nomi connessa con la generazione di uomini e del nutrimento di questi. Una Grande Madre di natura selvaggia che richiede, come i Lares suoi figli, sacrifici umani. Anche il cane, animale che accompagna i Lares, è oggetto di sacrificio in connessione con le porte e le mura che essi proteggono.
Diversi sono i nomi che i Lares prendono a seconda della loro funzione: i Lares Compitales proteggono i crocevia che portano ai pagi della Roma preurbana; i Lares Praestites, venerati a maggio, proteggono famiglie e case; i Lares Rurales proteggono le terre dei pagi; i Lares Grundiles o Curiales presiedono alla custodia delle Curie; i Lares Permarini tutelano i naviganti.
Lare in bronzo del I secolo d.C. - Museo Archeologico di Napoli (Foto: Wikipedia) |
Originariamente i Lares Grundiles erano protettori delle singole gentes facenti capo ad una struttura comune, la Curia, che formerà il tessuto sociale di Roma. Il nome deriva da grundire, grugnire, che li pone in diretta relazione con il mito della scrofa e dei trenta porcellini che segnalano ad Enea il punto dove dovrà fondare la sua città.
I Lares sono da identificarsi con i capi supremi di Alba Longa e un mito vuole essere stata fondata da Pilumnus e Picumnus/Picus e non da Ascanio, da cui discenderanno Latino e Romolo. I progenitori mitici di Romolo, Stercutus, Pilumnus, Picumnus/Picus e Faunus, si identificano con i componenti delle porte di accesso di cui sono custodi. Anch'essi sono, dunque, divinità legate al passaggio.
Nelle abitazioni di campagna, ma anche in città, ai Lares vengono associati i Penati. Questi ultimi sono essenzialmente protettori del padrone di casa e dei suoi parenti, mentre i Lares sono considerati protettori indistintamente di tutta la popolazione libera e servile, la familia come la intendevano i Romani.
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