lunedì 30 gennaio 2017

Il nobile guerriero di Pilo. Minoico o Miceneo?

Una delle collane trovate nella sepoltura del guerriero di Pilo
(Foto: National Geographic)
Durante uno scavo a Pilo, in Grecia, gli archeologi hanno portato alla luce una tomba rimasta intatta per 3500 anni, contenente un corredo funebre composto da oltre 1.400 tra manufatti e gioielli. Si tratta, forse, della scoperta più importante avvenuta in Grecia negli ultimi decenni.
Nella sepoltura, oltre lo straordinario corredo funerario, vi erano i resti ben conservati di un uomo di circa trent'anni di età. I gioielli ed i manufatti erano disposti attorno al suo corpo: anelli d'oro, coppe d'argento e un'elaborata spada in bronzo dall'elsa in avorio. La vera sorpresa, però, sono stati una cinquantina di sigilli in pietra incisa con figure di divinità, leoni e tori, unitamente a sei pettini in avorio, uno specchio di bronzo e un migliaio fra perle di ametista, diaspro e corniola che, un tempo, componevano delle collane. Tra le gambe dell'uomo è stata rinvenuta una placca d'avorio incisa con un grifone.
La spada di bronzo con elsa in avorio e oro rinvenuta
nella sepoltura (Foto: National Geographic)
"E' dall'epoca di Schliemann che in Grecia non veniva scoperta una sepoltura così completa", commenta John Bennet, archeologo dell'Università di Sheffield in Gran Bretagna e direttore della British School di Atene, non coinvolto nello scavo.
La tomba del guerriero si trova nell'estremità sudoccidentale del Peloponneso, a Pilo, località menzionata da Omero nell'Odissea come il sito in cui sorgeva il palazzo di Nestore. Gli scavi, condotti prima e dopo la Seconda Guerra Mondiale rivelarono i resti di un grande palazzo miceneo risalente al 1300 a.C. circa, così come centinaia di tavolette d'argilla scritte in Lineare B cretese. La scoperta portò alla decifrazione del Lineare B e confermò che il luogo corrispondeva effettivamente a Pilo.
Ben poco si sa del periodo che precede il 1500 a.C., quando la civiltà micenea stava prendendo forma. Gli archeologi si sono a lungo interrogati sull'influenza esercitata dalla civiltà minoica sull'ascesa della società micenea, di mille anni posteriore. Le tavolette in Lineare B, i simboli di tori e figurine di divinità trovati nei siti micenei come Pilo, testimoniano l'impatto della cultura minoica su Micene. Molti studiosi, basandosi sui resti archeologici che ne evidenziano la distruzione, ritengono che attorno al 1450 a.C. i Micenei invasero e conquistarono Creta.
La fortuna di Pilo e della magnifica tomba del guerriero è cominciata nel maggio 2016, quando i coniugi Davis e Stocker entrambi dell'Università di Cincinnati, con 35 esperti di dieci nazioni diverse, hanno dato vita ad un progetto di scavo quinquennale che portasse alla luce gli albori di Pilo. La missione ha avuto successo sin dal primo giorno di scavo, quando è stato individuato il rettangolo in pietra che si è rivelato essere la sommità del passaggio, ampio circa 120 centimetri per 240. Un metro più in basso sono emersi i primi manufatti in bronzo. A giudicare dal loro stile, Davis e Stocker ritengono che possano risalire al 1500 a.C. circa.
Uno dei sei pettini trovati nella sepoltura (Foto: National Geographic)
Quello che rende particolare questa sepoltura è il fatto che ospitasse una sola persona con un corredo particolarmente ricco, composto da molti elementi non locali e manufatti solitamente femminili, quali i gioielli. Le sepolture delle élite micenee in genere ospitano più persone. A circa un centinaio di metri dalla tomba, negli anni '50, gli archeologi riportarono alla luce una sepoltura collettiva. Secondo le stime di Davis e Stocker, circa i tre quarti dei manufatti della tomba del guerriero provengono da Creta, a circa due giorni di navigazione in direzione sud. Vi sono, inoltre, perle d'ambra provenienti dal Baltico, ametiste mediorientali e oggetti in corniola di origine probabilmente egizia, forse portati a Creta da commercianti minoici.
I sei pettini trovati nella sepoltura, unitamente allo specchio, pone anche altri interrogativi. Così tanti oggetti preziosi mette in discussione l'opinione comune secondo cui i gioielli venivano sepolti solo con donne di ceto elevato. I guerrieri spartani, per esempio, usavano pettinarsi ritualmente i capelli prima di andare in battaglia. Forse i gioielli erano un'offerta del guerriero defunto alle divinità affinché lo accompagnassero e assistessero nel suo viaggio nel mondo dei morti.
La presenza di tutti questi oggetti preziosi induce a pensare che l'occupante della tomba sia stato un guerriero o un capo minoico anziché miceneo. O, forse, potrebbe aver combattuto a Creta da cui riportò con sé oggetti micenei. Sicuramente l'uomo voleva distinguersi dagli altri abitanti del luogo sepolti nelle tombe collettive. Le analisi che saranno effettuate sullo scheletro potranno aggiungere altri particolari per svelarne l'identità. La dentatura, ben conservata, può fornire preziose informazioni sulle origini genetiche; le ossa del bacino potrebbero rivelare la dieta dell'uomo; l'esame delle ossa in generale potrebbe svelare le cause della sua morte.
Sigillo in corniola recante inciso un toro, uno dei tanti manufatti rinvenuti nella tomba di Pilo
(Foto: National Geographic)


Fonte:
National Geographic

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