venerdì 22 ottobre 2021

Sicilia, il tempio perduto di Leontinoi

Sicilia, le fondazioni del tempio greco scoperto a Leontini
(Foto: Università degli Studi di Tor Vergata)

A Leontini, in Sicilia, gli scavi condotti dall'Università di Roma "Tor Vergata" hanno portato alla luce le fondamenta di un tempio greco. La campagna di scavo, svoltasi tra agosto e settembre, è stata condotta da Marcella Pisani, professore associato di archeologia classica presso l'Università di Roma "Tor Vergata", in collaborazione con il direttore del Parco Archeologico Leontinoi, Lorenzo Guzzardi, grazie ad una convenzione firmata dall'Assessorato Regionale ai Beni Culturali e Identità Siciliana, dal Parco Archeologico Leontino e dal Dipartimento di Storia, Beni Culturali, Educazione e Società dell'Università degli Studi di Roma "Tor Vergata".
In particolare le indagini hanno portato alla luce strutture e materiali che vanno dal periodo greco arcaico a quello medioevale e post-medioevale, a conferma della straordinaria ricchezza archeologica della città di Leontinoi, che è stata oggetto di scavi si in passato che negli ultimi anni, ma di cui molto resta ancora da scoprire e da indagare.
I lavori di scavo hanno interessato sia la zona A del Parco, a sud di Colle San Mauro, che ricade nel territorio di Carlentini, sia la zona B, più a nord della stessa collina, nel territorio di Lentini, in un'area di proprietà privata. Entrambe le aree hanno fornito importanti testimonianze della storia e dell'organizzazione urbanistica dell'antica città.
Il tempio greco è venuto alla luce nella zona B del parco e finora è stata esplorata solo la parte meridionale per una lunghezza di poco più di 10 metri. Da queste prime esplorazioni sono evidenti il crepidoma o stilobate (la base a gradoni della fondazione) e un tratto di parete del lato corto ovest della cella. I dati raccolti finora non consentono una precisa specificazione della pianata del tempio, forse un edificio periptero, né della sua cronologia, quello che si può dire con un certo margine di certezza è che il tempio sia stato edificato in epoca arcaica, nel VI secolo a.C.
All'estremità settentrionale della collina, lo scavo effettuato a settembre ha portato alla luce strutture di epoca greca, comprese le fondamenta del tempio greco, con evidenti tracce di riuso durante il medioevo. Il tempio, oramai da tempo abbandonato, fu trasformato con l'aggiunta di murature rinvenute sui lati corti e al suo interno.
In cima alla collina, dove negli anni '50 del secolo scorso furono intercettate le mura di un edificio medioevale, sono state rinvenute anche due lunghe mura di cinta. Su una di esse, che fungeva da muro di sbarramento sul lato occidentale della vetta, è presente una porta di accesso accanto alla quale è visibile un piccolo canale di scolo per il deflusso dell'acqua. Sulla parete interna si aprono le porte tra la parte superiore e quella inferiore del complesso. Una rampa conduceva dal cortile di accesso alla sommità.
"Il piano dell'edificio, i materiali rinvenuti e le caratteristiche dell'opera muraria", afferma il Direttore del Parco, Lorenzo Guzzardi, "consentono di riconoscere i resti di un castello in uso tra il XIII e il XIV secolo. Poiché la sua ubicazione coincide con quella del Castello Nuovo in uno schizzo su una mappa del 1584, è molto probabile che sia lo stesso castello costruito da Federico II".

Fonte:
Regione Siciliana


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