domenica 21 novembre 2021

Russia, trovato un importante gioiello dell'antica civiltà Scita

Il piatto con la raffigurazione delle divinità degli Sciti
(Foto: Institute of Archaeology RAS)

Gli archeologi hanno rinvenuto, durante gli scavi nel cimitero di Devitsa V, nel distretto di Ostrogozhsky, in Russia, una lastra raffigurante divinità scite alate circondate da grifoni. Si tratta del primo ritrovamento del genere sul medio corso del Don. Nessun altro oggetto raffigurante il pantheon degli Sciti è stato finora trovato in quest'area.
"La scoperta ha dato un importante contributo allo studio della religione degli Sciti. In primo luogo, non si è mai verificato che un oggetto con la raffigurazione di divinità scite sia stato trovato così lontano dai principali centri sciti", ha affermato il capo della spedizione archeologica, il Professor Valeriy Gulyaev.
La necropoli di Devitsa V, che prende nome dal vicino villaggio, è stata scoperta nel 2000 dalla spedizione archeologica del Don di IA RAS. Il sito è situato sulla collina posta sulla riva destra del fiume Devitsa e comprende 19 tumuli collocati su due direttrici parallele che si estendono da est ad ovest. Una parte significativa dei tumuli è tuttavia scomparsa dal momento che l'area della necropoli è situata in un terreno agricolo sottoposto ad intensa attività di aratura.
Il sito è stato studiato sistematicamente dagli archeologi dello IA RAS a partire dal 2010. Durante gli scavi sono state già fatte interessanti ed importanti scoperte. Nel 2019, nel tumulo numero 9, è stata trovata una sepoltura contenente i resti di una donna guerriero e di un'anziana con un copricapo cerimoniale femminile noto come calathus.
Nella stagione di scavo del 2021, la spedizione archeologica ha continuato a studiare la necropoli e gli archeologi hanno iniziato lo scavo del tumulo numero 7, situato nella parte centrale della necropoli di Devitsa V, vicino al tumulo numero 9.
La tomba principale, di epoca scita e risalente al IV secolo a.C., è situata quasi al centro di un tumulo. Si trattava di una cassa lignea di 7,5 x 5 metri, anticamente ricoperta da mezze travi di quercia sorretta da 17 grandi pilastri anch'essi di quercia. Questa è la sepoltura più grande finora scoperta a Devitsa V. Il tumulo è risultato essere stato già saccheggiato in tempi antichi. I tombaroli hanno praticamente effettuato un'ampia fossa attraverso la quale hanno letteralmente svuotato la parte centrale della sepoltura, scheletro compreso. Tuttavia al momento del saccheggio il tetto della tomba era già crollato, permettendo la conservazione, al di sotto della terra e dei tronchi di quercia, di parte del corredo funerario.
In un'altra sepoltura, appartenente ad un guerriero, sono stati rinvenuti l'equipaggiamento di quest'ultimo nonché manufatti di vario genere. Nella sepoltura c'era lo scheletro di un uomo di 40-50 anni di età, accanto alla sua testa gli archeologi hanno rinvenuto molte piccole piastre semisferiche in oro, che decoravano il letto funerario. Insieme allo scheletro sono stati rinvenuti un coltello di ferro ed una costola di cavallo, probabilmente residui di un banchetto cerimoniale, una lancia e tre teste di giavellotto. Gli scienziati hanno potuto ricostruire la lunghezza dell'arma basandosi sui contrappesi della parte inferiore della stessa. La lancia era lunga circa 3,2 metri, mentre la lunghezza dei giavellotti era di circa 2,2 metri.
Nell'angolo sudest della tomba c'erano i frammenti di tre finimenti per cavalli: morsi, fibbie per il sottopancia, frontalini in ferro nonché pendenti sciti in ferro, bronzo ed osso. Gli archeologi hanno anche rinvenuto sei lastre di bronzo che servivano a decorare i guanciali dei cavalli. Accanto alle bardature per gli equini c'era una mascella tagliata di un giovane orso che testimonia, secondo i ricercatori, il culto dell'animale nella regione del delta del Don. Oltre alla mascella di orso ed ai finimenti di cavallo sono stati ritrovati una grande coppa sagomata ed un grande vaso invetriato di colore nero.
Nella parte nordest della sepoltura, separata dagli altri oggetti e posta a pochi metri dallo scheletro, è stata trovata una lastra quadrata d'argento con tanti piccoli chiodini dello stesso materiale che la fissavano ad una base di legno. La lunghezza di questa lastra è di 37,7 centimetri per una larghezza, nella parte centrale, di 7,5 centimetri. In quest'ultima compare una figura alata fronteggiante una divinità femminile della fertilità animale ed umana. La divinità è conosciuta con il nome di Argimpasa, corrispondente alla greca Cibele. La parte superiore del suo corpo è nuda e sulla testa è presente un copricapo, probabilmente una corona adorna di corna. La dea è circondata, su entrambi i lati da figure di grifoni alati dalla testa di aquila. Raffigurazioni di questo tipo, nelle quali si mescolano tradizioni dell'Asia Minore e dell'antica Grecia, si trovano spesso negli scavi dei tumuli sciti della regione del Mare del Nord, nella regione della steppa del Dnepr e del Caucaso settentrionale.
Il lato sinistro della lastra è formato da due piccole lastre quadrate decorate con due figure in piedi nella cosiddetta posa araldica, una di fronte all'altra. Nel lato sinistro sono attaccate due fibbie tonde su ciascuna delle quali è raffigurato un personaggio antropomorfo con una corona sul capo, in piedi, circondato da due grifoni. Si spera di riuscire presto a scoprire chi sono questi personaggi raffigurati sulla lastra. Le ipotesi sono tuttora aperte.

Fonte:
Istituto di Archeologia dell'Accademia Russa delle Scienze via archaeologynewsnetwork.blogspot.com

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