Francia, il tesoretto trovato nel fiume (Foto: archeomedia.net) |
Quattromila sesterzi romani trovati tra le sabbie del fiume sono ora a disposizione del pubblico al Museo d'Aquitania di Bordeaux. Quello che è considerato il maggior tesoro monetario di Francia venne trovato da un ragazzo, che si imbatté in alcune monete durante il dragaggio di sabbia della Garonna.
Era il 1965, a 15 chilometri da Bordeaux nei pressi di Quinsac, Camblanes e Cadaujac, Robert Etienne, ex professore all'Università, chiamato sul posto, salvò gran parte del tesoro attraverso scavi e campagne di recupero, durati 6 anni. Secondo quanto si dice, altre 700-800 monete andarono disperse. Altre finirono nel cemento delle ristrutturazioni dell'epoca.
La nave naufragò nel II secolo d.C. L'ipotesi accreditata è la seguente: tra il 170 ed il 176 d.C., una nave mercantile che viaggia a monte di Burdigala prende fuoco. La barca finisce inghiottita, in fondo alla Garonna. Stava andando in città per un ordine? I sesterzi che compongono questo tesoro furono messi in circolazione in un periodo di tempo compreso tra l'imperatore Claudio (dal 41 al 54 d.C.) e l'imperatore Antonino Pio (dal 138 al 161 d.C.).
Dice Lysiane Gauthier del Municipio di Bordeaux: "Il fiume, la Garonna, permette al Burdigala (nome romano di Bordeaux) di costruire la sua prosperità: la città si espande rapidamente e si sviluppa il commercio, soprattutto quello del vino, che nel tempo diventerà molto fruttuoso. La città diventa un asse importante, un crocevia di incontri di viaggio e di scambi. Affronta il resto dell'impero, il traffico è intenso. Nel II secolo d.C. prende fuoco una nave mercantile che circola a monte del Burdigala. La barca affonda portando con sé la pentola. Cosa stava facendo questo mercante? Stava scendendo in città per un ordine? Per vendere i suoi prodotti? Il mistero rimane. Molto probabilmente l'ipotesi dell'incendio è fondata: sono stati trovati anche pezzi di legno bruciato nel luogo in cui il relitto si adagiò e sono state osservate alterazioni visibili dei pezzi: alcuni hanno leggermente cambiato colore, altri sono caratterizzati da alcuni punti marroni sul rilievo. All'epoca la somma contenuta nella pentola era pari a 125 anfore di vino o a 10 tonnellate di grano, ma il tempo e la storia la rendono oggi un tesoro inestimabile".
I sesterzi (principale unità monetaria romana) furono battuti in oricalco, una lega di zinco e rame simile all'ottone.
Fonte:
stilearte.it
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