Museo Egizio di Torino, statua della dea Meretseger (Nuovo Regno, XIX-XX Dinastia, Deir el-Medina) |
Fino al 7 maggio 2023, a Vicenza, nella Basilica Palladiana, sarà possibile visitare la mostra "I Creatori dell'Egitto Eterno. Scribi, artigiani e operai al servizio del faraone".
Sono moltissime le testimonianze relative alla vita di scribi ed operai emerse dallo scavo della colta comunità di Deir el-Medina, un villaggio fondato intorno al 1500 a.C., sulla riva ovest del Nilo, di fronte all'attuale Luxor. Qui vivevano e lavoravano gli artigiani qualificati e le loro famiglie, incaricati di costruire e decorare le tombe reali della Valle dei Re e della Valle delle Regine durante il Nuovo Regno (1539-1076 a.C. circa).
La storia e la vita di queste maestranze qualificate è oggetto della mostra curata dal Direttore del Museo Egizio, Christian Greco, dalla docente di Egittologia al Politecnico di Milano, Corinna Rossi, dagli egittologi del Museo Egizio, Cédric Gobeil e Paolo Marini.
Il 2022 è stato l'anno in cui sono stati celebrati gli anniversari di due avvenimenti fondamentali per la storia dell'Egittologia: i 200 anni dalla decifrazione dei geroglifici da parte di Champollion ed il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon.
La mostra ospita 180 reperti originari provenienti dal Museo Egizio di Torino e 20 provenienti dal Louvre di Parigi. Si tratta di statue, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, amuleti, strumenti musicali, che "parlano" della vita quotidiana di chi abitava il villaggio di Deir el-Medina. Fusaiole, cesti, spatole erano oggetti quotidiani, usati per la vita di tutti i giorni.
Un grande interesse rivestono i numerosi ostraka, frammenti di vasi o schegge di pietra utilizzati dagli antichi Egizi per esercitarsi nella scrittura e nel disegno. I testi sono del genere più disparato: documenti amministrativi ed economici, scritti di carattere religioso o letterario, poesie d'amore e lettere private. In mostra anche lacerti di vita più intimi, quali l'ostrakon che raffigura una scena di allattamento o quello che rappresenta due donne intente ad ingioiellarsi all'interno delle loro stanze.
Tra i tesori provenienti dalle collezioni del Museo Egizio presentati al pubblico per la prima volta, vi sono il sarcofago antropoide di Khonsuirdis ed il corredo della regina Nefertari, proveniente da una delle tombe più belle della Valle delle Regine. Quest'ultimo reperto è stato per molti anni in mostra in diverse parti del mondo.
Ai reperti si aggiungono i contenuti multimediali che forniscono le informazioni e le conoscenze sugli oggetti esposti. Di particolare interesse è l'installazione, a cura del Museo Egizio e realizzata specificatamente per la mostra di Vicenza, che svela per la prima volta i segreti del Papiro della tomba del faraone Ramesse IV, un reperto particolarmente fragile e non trasportabile. La riproduzione virtuale, ideata da Corinna Rossi e realizzata da Robin Studio, rende visibili dettagli e aspetti difficili da cogliere guardando l'originale.
Il percorso di visita della mostra è diviso in due sezione. La prima illustra la vita terrena e la creazione dei capolavori millenari in mostra a Vicenza. Deir el-Medina e l'occidente, in particolare, racconta la più importante città dell'Egitto all'inizio del Nuovo Regno, l'antica Tebe (oggi Luxor) e il piccolo villaggio degli operai; le statue di Ramesse II, della dea Meretseger, della dea Sekhmet, il naos di Seti I, i frammenti e gli altri oggetti esposti narrano la fondazione e la particolare dimensione religiosa di questi due siti. La creazione del microcosmo porta l'attenzione sulla costruzione delle tombe, sulla loro struttura e decorazione, mostrando strumenti, attrezzi e papiri con piante di edifici e studi di disegno. Lo splendore della vita si sofferma sulla vita quotidiana del villaggio di Deir el-Medina, sulle attività e le credenze religiose di chi l'abitava, tra scene dipinte sulle pareti di ricche tombe, stele e ostraka decorati, oggetti di lusso e rarissimi strumenti musicali, quali una lira proveniente dal Museo del Louvre.
La seconda ed ultima tappa si intitola "La vita dopo la morte" e si concentra sulle rappresentazioni dell'aldilà e della sua simbologia attraverso i corredi delle tombe e dei sarcofagi, i manufatti in faience turchese, come la coppa del Louvre o gli ushabti del faraone Seti I, o la straordinaria mummia con sarcofago di Tariri.
Sono moltissime le testimonianze relative alla vita di scribi ed operai emerse dallo scavo della colta comunità di Deir el-Medina, un villaggio fondato intorno al 1500 a.C., sulla riva ovest del Nilo, di fronte all'attuale Luxor. Qui vivevano e lavoravano gli artigiani qualificati e le loro famiglie, incaricati di costruire e decorare le tombe reali della Valle dei Re e della Valle delle Regine durante il Nuovo Regno (1539-1076 a.C. circa).
La storia e la vita di queste maestranze qualificate è oggetto della mostra curata dal Direttore del Museo Egizio, Christian Greco, dalla docente di Egittologia al Politecnico di Milano, Corinna Rossi, dagli egittologi del Museo Egizio, Cédric Gobeil e Paolo Marini.
Il 2022 è stato l'anno in cui sono stati celebrati gli anniversari di due avvenimenti fondamentali per la storia dell'Egittologia: i 200 anni dalla decifrazione dei geroglifici da parte di Champollion ed il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon.
La mostra ospita 180 reperti originari provenienti dal Museo Egizio di Torino e 20 provenienti dal Louvre di Parigi. Si tratta di statue, sarcofagi, papiri, bassorilievi, stele scolpite e dipinte, amuleti, strumenti musicali, che "parlano" della vita quotidiana di chi abitava il villaggio di Deir el-Medina. Fusaiole, cesti, spatole erano oggetti quotidiani, usati per la vita di tutti i giorni.
Un grande interesse rivestono i numerosi ostraka, frammenti di vasi o schegge di pietra utilizzati dagli antichi Egizi per esercitarsi nella scrittura e nel disegno. I testi sono del genere più disparato: documenti amministrativi ed economici, scritti di carattere religioso o letterario, poesie d'amore e lettere private. In mostra anche lacerti di vita più intimi, quali l'ostrakon che raffigura una scena di allattamento o quello che rappresenta due donne intente ad ingioiellarsi all'interno delle loro stanze.
Tra i tesori provenienti dalle collezioni del Museo Egizio presentati al pubblico per la prima volta, vi sono il sarcofago antropoide di Khonsuirdis ed il corredo della regina Nefertari, proveniente da una delle tombe più belle della Valle delle Regine. Quest'ultimo reperto è stato per molti anni in mostra in diverse parti del mondo.
Ai reperti si aggiungono i contenuti multimediali che forniscono le informazioni e le conoscenze sugli oggetti esposti. Di particolare interesse è l'installazione, a cura del Museo Egizio e realizzata specificatamente per la mostra di Vicenza, che svela per la prima volta i segreti del Papiro della tomba del faraone Ramesse IV, un reperto particolarmente fragile e non trasportabile. La riproduzione virtuale, ideata da Corinna Rossi e realizzata da Robin Studio, rende visibili dettagli e aspetti difficili da cogliere guardando l'originale.
Il percorso di visita della mostra è diviso in due sezione. La prima illustra la vita terrena e la creazione dei capolavori millenari in mostra a Vicenza. Deir el-Medina e l'occidente, in particolare, racconta la più importante città dell'Egitto all'inizio del Nuovo Regno, l'antica Tebe (oggi Luxor) e il piccolo villaggio degli operai; le statue di Ramesse II, della dea Meretseger, della dea Sekhmet, il naos di Seti I, i frammenti e gli altri oggetti esposti narrano la fondazione e la particolare dimensione religiosa di questi due siti. La creazione del microcosmo porta l'attenzione sulla costruzione delle tombe, sulla loro struttura e decorazione, mostrando strumenti, attrezzi e papiri con piante di edifici e studi di disegno. Lo splendore della vita si sofferma sulla vita quotidiana del villaggio di Deir el-Medina, sulle attività e le credenze religiose di chi l'abitava, tra scene dipinte sulle pareti di ricche tombe, stele e ostraka decorati, oggetti di lusso e rarissimi strumenti musicali, quali una lira proveniente dal Museo del Louvre.
La seconda ed ultima tappa si intitola "La vita dopo la morte" e si concentra sulle rappresentazioni dell'aldilà e della sua simbologia attraverso i corredi delle tombe e dei sarcofagi, i manufatti in faience turchese, come la coppa del Louvre o gli ushabti del faraone Seti I, o la straordinaria mummia con sarcofago di Tariri.
Mostra di Vicenza
Luogo: Basilica Palladiana
Indirizzo: Piazza dei Signori
Orari: 10-18 (la biglietteria chiude 30 minuti prima). Chiuso il lunedì
Enti Promotori: Comune di Vicenza, Museo Egizio
Costo del biglietto: intero € 13,00 - Ridotto € 11,00 (over 65)
Telefono per la prevendita: +39 0444 326418
e-mail info: biglietteria@mostreinbasilica.it
sito ufficiale: http://www.mostreinbasilica.it
Luogo: Basilica Palladiana
Indirizzo: Piazza dei Signori
Orari: 10-18 (la biglietteria chiude 30 minuti prima). Chiuso il lunedì
Enti Promotori: Comune di Vicenza, Museo Egizio
Costo del biglietto: intero € 13,00 - Ridotto € 11,00 (over 65)
Telefono per la prevendita: +39 0444 326418
e-mail info: biglietteria@mostreinbasilica.it
sito ufficiale: http://www.mostreinbasilica.it
Fonte:
arte.it
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