giovedì 9 febbraio 2023

Romania, la maschera di ferro romana...

Romania, la maschera da parata romana trovata
(Foto: Museo della Contea di Gorj)

La scoperta di una maschera da parata romana in Romania è opera di un archeologo dilettante. La maschera è stata rinvenuta nel comune di Albeni, situato nella contea di Gorj.
Betej Viorel stava conducendo un'indagine di rilevamento di metalli quando si è imbattuto in una maschera di ferro di epoca romana. Naturalmente ha immediatamente contattato le autorità.
Secondo Gheorghe Calotoiu del Gorj County Museum, la maschera era probabilmente indossata da un soldato di stanza presso il forte romano di Bumbesti-Jiu, ora noto come Vartop, o un avamposto militare da qualche parte nelle vicinanze.
La maschera è relativamente intatta, ma si è corrosa a causa dell'elevato contenuto di ferro e dell'esposizione all'ossigeno ed all'acqua del terreno in cui è stata rinvenuta. L'artigiano che ha forgiato la maschera ha praticato dei fori intorno alle narici per consentire la respirazione e fessure per gli occhi e la bocca.
Gli esperti datano la maschera al II-III secolo d.C., un periodo in cui parti della Romania facevano parte della provincia romana della Dacia, nota anche come Dacia Traianea. La regione venne conquistata dall'imperatore Traiano tra il 98 ed il 117 d.C., dopo due campagne militari che devastarono il regno di Decebalo.
Il forte, in quell'area, fu costruito ed utilizzato proprio tra le due guerre di conquista della Dacia, dopodiché fu progressivamente abbandonato. Nei pressi della fortificazione romana sono state rinvenute tracce di insediamento civile. La missione di questo insediamento militare era di sorvegliare la strada romana che parte da Bumbesti attraverso Porceni sulle montagne, attraverso il passo Valcan fino a Sarmisegetuza, nonché di controllare la popolazione dei Daci.
Gli elmi a maschera erano utilizzati principalmente dalla cavalleria romana in epoca imperiale, probabilmente in occasione degli Hippica Gymnasia, addestramenti spettacolari a scopo dimostrativo. I cavalieri apparivano così come statue spaventose e fiere. Molto probabilmente le maschere stesse trovavano un parziale uso anche in battaglia e pare che proteggessero i signiferi e vessilliferi, portatori di bandiere e segnali che costituivano i punto più avanzati delle linee d'attacco e che rappresentavano visivamente un punto di riferimento per i movimenti da compiere all'interno del campo dello scontro.
Una maschera facciale laminata d'argento venne trovata -  a dimostrazione del fatto che esse venivano utilizzate anche durante azioni militari - sul campo di battaglia della foresta di Teutoburgo, luogo dello scontro tra romani e germani, nel 9 d.C. In precedenza si pensava che queste maschere in dotazione alla cavalleria romana avessero un uso funerario o da parata. Invece precisi test hanno dimostrato che questi oggetti (anche di bronzo e a volte formavano un tutt'uno con l'elmo) non intralciavano in battaglia il cavaliere, il quale non potendosi riparare dietro ampi scudi li utilizzava come protezione e anche per incutere timore nei nemici.

Fonte:
stilearte.it


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