Turchia, il contenuto della sepoltura romana (Foto: Progetto di ricerca archeologica di Sagalassos) |
Nell'antica città di Sagalassos, nella Turchia sudoccidentale, gli archeologi hanno identificato un'insolita pratica di sepoltura del primo periodo imperiale romano, nella quale sono stati rinvenuti chiodi volutamente piegati, tegole di copertura ed uno strato di calce.
Portata alla luce nel famoso sito di Sagalassos, nel sudovest della Turchia, la tomba, risalente al 100-150 d.C., contiene prove che suggeriscono che la popolazione, all'epoca, era spaventata dal fatto che i morti potessero risorge dalla tomba per perseguitare i vivi.
Quello che è stato trovato nella sepoltura, che in precedenza era tornato alla luce anche in altre sepolture mediterranee, indica un possibile utilizzo della magia per impedire ai morti di interferire con la vita dei vivi. I manufatti rinvenuti hanno rivelato che, all'epoca, si erano eseguite delle cremazioni in modo diverso rispetto ad altre cremazioni di epoca romana. Invece di utilizzare una pira funeraria, raccogliere i resti e spostarli in qualche altra parte, a Salagassos si eseguivano le cremazioni sul luogo di sepoltura in modo da non spostare i resti altrove.
Ben 41 dei chiodi, rotti o piegati, scoperti lungo i confini del luogo dove erano stati bruciati i resti del defunto, sono estremamente insoliti. Venticinque di questi chiodi sono stati piegati a 90 gradi e le "teste" sono state staccate. Sedici di loro sono stati piegati o storti, pur conservando la testa. La disposizione di questi particolari oggetti, intorno al luogo dove era stata allestita la pira funebre, indica che questi chiodi non avevano altro scopo.
Tra i corredi funebri rinvenuti figurano una moneta del II secolo d.C. ed alcune piccole urne in ceramica del I secolo d.C. e due urne in vetro soffiato. Queste sepolture, secondo i ricercatori, conservano il ricordo di riti eseguiti per impedire la fuga del defunto. Evidentemente chi ha seppellito questi esseri umani aveva paura di ritorsioni di qualche tipo da parte dei defunti.
I chiodi piegati, ad esempio, erano molto probabilmente usati come "barriera magica", girando intorno alle ossa carbonizzate ed alle ceneri dei defunti. Sembra che la calce sia stata utilizzata da quelli che erano coinvolti nella sepoltura per impedire al defunto o al suo spirito di fuggire dal terreno.
Il sito di Sagalassos si trova vicino all'attuale città di Aglasun, a circa 110 chilometri da Antalya. Sagalassos era una città-stato del regno attalide ellenistico nel II secolo a.C. Venne fondata nel V secolo a.C., quando l'area faceva ancora parte dell'impero achemenide e passò a Roma nel 133 a.C. Fiorì in epoca romana, dopo che Augusto la incluse nella provincia romana della Galazia nel 25 a.C.
Portata alla luce nel famoso sito di Sagalassos, nel sudovest della Turchia, la tomba, risalente al 100-150 d.C., contiene prove che suggeriscono che la popolazione, all'epoca, era spaventata dal fatto che i morti potessero risorge dalla tomba per perseguitare i vivi.
Quello che è stato trovato nella sepoltura, che in precedenza era tornato alla luce anche in altre sepolture mediterranee, indica un possibile utilizzo della magia per impedire ai morti di interferire con la vita dei vivi. I manufatti rinvenuti hanno rivelato che, all'epoca, si erano eseguite delle cremazioni in modo diverso rispetto ad altre cremazioni di epoca romana. Invece di utilizzare una pira funeraria, raccogliere i resti e spostarli in qualche altra parte, a Salagassos si eseguivano le cremazioni sul luogo di sepoltura in modo da non spostare i resti altrove.
Ben 41 dei chiodi, rotti o piegati, scoperti lungo i confini del luogo dove erano stati bruciati i resti del defunto, sono estremamente insoliti. Venticinque di questi chiodi sono stati piegati a 90 gradi e le "teste" sono state staccate. Sedici di loro sono stati piegati o storti, pur conservando la testa. La disposizione di questi particolari oggetti, intorno al luogo dove era stata allestita la pira funebre, indica che questi chiodi non avevano altro scopo.
Tra i corredi funebri rinvenuti figurano una moneta del II secolo d.C. ed alcune piccole urne in ceramica del I secolo d.C. e due urne in vetro soffiato. Queste sepolture, secondo i ricercatori, conservano il ricordo di riti eseguiti per impedire la fuga del defunto. Evidentemente chi ha seppellito questi esseri umani aveva paura di ritorsioni di qualche tipo da parte dei defunti.
I chiodi piegati, ad esempio, erano molto probabilmente usati come "barriera magica", girando intorno alle ossa carbonizzate ed alle ceneri dei defunti. Sembra che la calce sia stata utilizzata da quelli che erano coinvolti nella sepoltura per impedire al defunto o al suo spirito di fuggire dal terreno.
Il sito di Sagalassos si trova vicino all'attuale città di Aglasun, a circa 110 chilometri da Antalya. Sagalassos era una città-stato del regno attalide ellenistico nel II secolo a.C. Venne fondata nel V secolo a.C., quando l'area faceva ancora parte dell'impero achemenide e passò a Roma nel 133 a.C. Fiorì in epoca romana, dopo che Augusto la incluse nella provincia romana della Galazia nel 25 a.C.
Fonte;
arkeonews.net
arkeonews.net
Nessun commento:
Posta un commento