domenica 14 maggio 2023

Gli antichi scribi usavano righe per scrivere...

Analisi sui papiri di Ercolano hanno permesso di
individuare griglie per scrivere (Foto: Cnr)

Anche gli antichi scribi utilizzavano diversi tipi di griglie per delimitare lo specchio di scrittura sui papiri. La prima conferma scientifica di questa consuetudine, di cui gli autori classici ci avevano tramandato notizia, arriva dalla ricerca condotta da Università di Pisa, Cnr e Infn, coordinati dal Professor Graziano Ranocchia del Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica dell'Università di Pisa, nell'ambito di un progetto dedicato all'analisi con tecniche avanzate dei papiri carbonizzati di Ercolano, custoditi presso la Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III di Napoli.
Frutto della collaborazione di fisici, chimici e papirologi, la pubblicazione dei risultati ottenuti dal progetto ha evidenziato per la prima volta la presenza di vari tipi di griglie nei rotoli librari greci dell'antichità. Era già noto agli autori classici che gli scribi antichi utilizzavano a questo scopo un righello e una rondella di piombo, la quale strofinata sulla superficie del papiro lasciava un'esile traccia appena visibile che serviva a tracciare i confini dello specchio di scrittura. Mai finora ne era stata evinta traccia nei numerosissimi papiri a noi giunti dall'antichità, al punto che i moderni studiosi si sono arrovellati per decenni sul significato di tali testimonianze.
Gli esperimenti di marco-fluorescenza a raggi X a scansione compiuti su papiri ercolanesi della Biblioteca Nazionale di Napoli dal team del Dottor Paolo Romano, dell'Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del Cnr (Cnr-Ispc) di Catania, e nei laboratori Nazionali del Sud dell'INFN, Istituto di Fisica Nucleare, hanno dato la prova sperimentale della correttezza di queste informazioni.
Grazie alla strumentazione portatile sviluppata in Cnr-Ispc con il progetto MUR PON IR SHINE, sono stati rivelati per la prima volta diversi tipi di griglie costituite da linee di piombo disposte in senso ortogonale al fine di delimitare spazi intercolonnari, colonne, intercolunni e singole linee di scrittura.
"Si tratta di una scoperta sensazionale per la papirologia", ha affermato il Professor Graziano Ranocchia. "Ora abbiamo conferma di quanto prima potevamo solo immaginare. E' inoltre finalmente dimostrato che la sistematica inclinazione delle colonne di scrittura nei rotoli letterari, la cosiddetta Legge di Maas, era un fatto estetico intenzionale degli scribi antichi e non un segno di mancata accuratezza grafica, come è stato da alcuni ipotizzato".

Fonte:
finestresullarte.com

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