sabato 8 luglio 2023

Pompei, il serpente agatodemone emerge dagli scavi

Pompei, il serpente emerso dagli scavi della Regio IX
(Foto: Gabriel Zuchtriegel)
E' un continuo e affascinante viaggio alla scoperta dell'immensa Pompei e ogni campagna di scavo lo dimostra. Di recente un altro tassello di cultura è stato portato alla luce. Si tratta di un serpente in rilievo, individuato nell'indagine archeologica condotta nel quartiere della Regio IX.
In quest'area, che si estende per 3200 mq, a fine mese di maggio sono stati rinvenuti tre nuovi scheletri e due ambienti ad uso lavanderia e panificio. Ma c'è di più, come questo serpente dimostra, e chissà cos'altro si nasconde tra i lapilli. Proprio da questi è emersa la raffigurazione del rettile.
A darne notizia è il direttore generale del Parco Archeologico di Pompei, Gabriel Zuchtriegel. Potrebbe trattarsi di un serpente agatodemone, un demone buono, quindi, scolpito in prossimità di un larario. Questo luogo era adibito al culto dei Lari, i protettori della casa. Già nel 2018 venne scoperto un sontuoso larario, tra i più belli della maestosa Pompei, ma nella Regio V. Al di sotto dell'edicola sacra erano stati dipinti due grandi serpenti agatodemoni.
La rappresentazione in rilievo dell'anima è stata trovata nelle ore scorse nell'edificio in cui, recentemente, sono stati scoperti gli scheletri di due donne e di un bambino di 3 o 4 anni, uccisi dal materiale crollato dal soffitto durante le scosse telluriche che precedettero l'eruzione del 79 d.C.
I resti sono stati trovati in quello che doveva essere un panificio. Le due donne ed il bambino dovevano aver cercato rifugio in quel luogo o erano i proprietari del forno. Gli individui sono stati ritrovati in un ambiente già scavato, dove erano rimasti solamente 40 cm di stratigrafia intatta. Poggiavano a diretto contatto con il pavimento e presentavano, unitamente alle evidenze di importanti processi di assestamento postmortem, una serie di traumi perimortem dovuti al crollo del solaio soprastante, i cui frammenti erano frammisti a lapilli pomicei bianchi, che caratterizzano le prime fasi dell'eruzione pliniana del 79 d.C. I nuovi scavi hanno permesso di portare alla luce anche i resti, nei pressi dell'atrio di una domus, di due pareti affrescate sulle quali appaiono Apollo e Dafne da un lato e Poseidone e Amimone dall'altro.
Il serpente appariva nei larari - gli altari domestici - come custode, genius benevolo del luogo e delle sorti della famiglia, ma anche dei singoli individui. Viene definito serpente agatodemone (demone buono). Agathodaimon era anche un giovane che reggeva un colubro. Apparteneva inizialmente alla mitologia greca, dalla quale era considerato una divinità protettrice del grano, dei vigneti e anche delle città. Presente anche nella mitologia romana nella veste di genius loci, è associato anche alla fortuna, alla salute e alla saggezza. Serpenti come i colubri - che non sono velenosi e che spesso vivono presso le muraglie dei giardini e degli orti - si nutrono di topi e di insetti e per questo erano considerati esseri benigni.
Le nuove indagini sono state avviate a febbraio nella cosiddetta Regio IX di Pompei - uno dei nove quartieri in cui è suddiviso il sito - in un'area estesa per circa 3.200 mq, quasi un intero isolato della città antica. 

Fonte:
lamoneta.it


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