domenica 17 settembre 2023

Turchia, trovata la ninfa di Amasra

Turchia, la statua di ninfa scoperta ad Amasra
(Foto: archeomedia.net)

Amasra, originariamente conosciuta come Sesamus, deriva il suo nome da Amastris, una principessa persiana. La città turca viene menzionata per la prima volta nell'Iliade di Omero e dallo storico greco Strabone, che colloca la città su un piccolo fiume con lo stesso nome e occupa una penisola.
Gli scavi condotti sotto la direzione del direttore del Museo di Amasra, Zubeyde Kuru, hanno portato alla luce una statua del II secolo d.C., epoca della dominazione romana. La statua è stata rinvenuta ad una profondità di 3 metri sotto il livello del terreno ed è alta 1,53 metri. Realizzata in marmo, la statua mostra una figura femminile seminuda, avvolta da un mantello sulle regioni inferiori, appoggiata su un'urna posta su un plinto. Secondo i ricercatori, la statua raffigura probabilmente una ninfa della mitologia greca, una divinità femminile minore della mitologia greca, considerata una personificazione della natura.
Probabilmente la ninfa adornava un ninfeo romano. La statua è integra, al di là della decurtazione del naso e della mano destra e sarà presto esposta al Museo di Amasra. La costa di Amasra ospitò la colonia fenicia Sesamus nel XII secolo a.C. Successivamente alla dominazione romana, divenne uno dei più importanti porti fortificati bizantini sulla sponda meridionale del Mar Nero.
Plinio il giovane, mentre era governatore di Bitinia e Ponto, in una lettera a Traiano, descrisse Amasra come una bella città, con un lungo viale fiancheggiato su un lato da un corso d'acqua che, in realtà, era un canale di scolo, sporco e nauseante. Plinio ottenne dall'imperatore il permesso di ricoprirlo. In una moneta del periodo di Traiano, Amasra è nominata con il titolo di Metropoli e continuò ad essere una città di una certa importanza fino al VII secolo.
La città non venne abbandonata nel periodo bizantino, quando l'acropoli fu trasformata in una fortezza e la chiesa, tuttora esistente, venne costruita. Probabilmente in questo periodo le antiche immagini delle divinità pagane vennero abbattute. Stessa sorte dovette toccare alla ninfa, viste le lesioni che ne deturpano il volto.
Amasra ritornò ad essere un centro di una certa importanza nel 1261: in quell'anno la città fu conquistata dalla repubblica di Genova, nel tentativo di ottenere il monopolio dei commerci del Mar Nero. La dominazione genovese terminò nel 1460 quando il sultano ottomano Mehmed II conquistò le coste anatoliche del Mar Nero, costringendo i suoi abitanti a fuggire a Costantinopoli. La chiesa venne trasformata in moschea e la città perse molta della sua precedente importanza.

Fonti:
archeomedia.net
lamoneta.it
stilearte.it

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