sabato 2 marzo 2024

Egitto, scoperta una necropoli rupestre a Saqqara

Egitto, area cimiteriale rupestre appena scoperta
(Foto: stilearte.it)

La missione archeologica egizio-giapponese, in un'operazione congiunta del Consiglio Supremo egiziano di Archeologia e dell'Università di Waseda, è riuscita a scoprire un'area cimiteriale rupestre, una serie di elementi architettonici arcaici, sepolture e reperti archeologici di diverse epoche storiche.
Le scoperte sono avvenute durante l'attuale stagione di scavi all'interno ed in cima nella zona di Katacomb, nella regione archeologica di Saqqara. Saqqara è una vasta area funeraria egizia che si trova a circa 30 chilometri a sud della città de Il Cairo. Nonostante contenga diversi complessi funerari, il più rilevante e conosciuto è la piramide a gradoni di Djoser, risalente alla III Dinastia. Questa piramide è considerata la più antica tra tutte le piramidi e servì come prototipo per le successive "piramidi perfette" costruite durante la IV Dinastia. La scoperta è avvenuta in una nuova zona.
Lo stile architettonico delle sepolture, le lastre qui ritrovate e i vasi di ceramica presenti nei sepolcri si riferiscono al periodo storico della costruzione di quest'area sepolcrale che risale all'epoca della II Dinastia. La II Dinastia si inquadra nel periodo della storia dell'Antico Egitto detto Periodo Protodinastico o Arcaico e copre un arco di tempo che va dal 2925 al 2700 a.C. circa.
Il Dottor Mohamed Youssef, Direttore Generale del sito di Saqqara e capo del gruppo di archeologi egiziani, ha affermato che le sepolture tornate alla luce consistono nella tomba di un uomo con una maschera colorata e nella sepoltura di un ragazzo. L'area ha offerto anche una serie di sepolture tardive tra le quali un sarcofago della XVIII Dinastia all'interno di una tomba di alabastro.
Nazumo Kawai, capo della missione giapponese, ha detto che sono stati trovati numerosi reperti archeologici, tra i quali due statue in terracotta di Iside, sulle quali restano tracce di colorazione bianca, e la statuetta di un bambino che cavalca un uccello, sul quale restano tracce di colorazione verde e bianca. Numerose anche le ceramiche, tra le quali un'ostraca con iscrizioni ieratiche. Notevoli anche gli ushabti (quelli che rispondono), piccole statue che erano parte interante ed indispensabile del corredo funebre. Rappresentavano le forze positive all'interno di pratiche magiche e sostituivano i defunti nei "lavori" che questi avrebbero dovuto svolgere nell'aldilà.
La XVII Dinastia, alla quale si riferiscono i reperti più spettacolari, si sviluppò tra il 1543 ed il 1292 a.C. e segnò l'avvento del Nuovo Regno. Fu il periodo in cui gli Hyksos furono cacciati definitivamente dalla terra del Nilo e rappresentò il culmine dell'arte egizia e dell'espansione territoriale del Paese. A Tebe si sviluppò, in questo periodo, il culto del dio Amon e furono eretti imponenti monumenti, quali il Tempio di Karnak. La città di Tebe divenne talmente potente da non avere rivali. 

Fonte:
stilearte.it

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