domenica 8 aprile 2012

Il relitto di Punta Ala

Il fasciame del relitto A di Punta Ala
Il relitto A di Punta Ala fu ritrovato nel febbraio 1973, durante alcuni lavori di drenaggio condotti nel porto della località marittima. Si tratta di una nave oneraria del III secolo d.C. che, oltre alle anfore contenenti olio della Spagna meridionale, trasportava viveri a base di pesce.
Dalle indagini stratigrafiche condotte nel 1974 dal professor Giovanni Lamoglia, emersero tre fasi: nella prima vera riconoscibile un'imbarcazione romana, nella seconda si scorsero dei pali inseriti nel fango, resti di un vivaio di cozze e nella terza erano visibili i resti della struttura dell'idroscalo. Le indagini del professor Lamoglia portarono all'interruzione dei lavori di dragaggio e all'inizio delle ispezioni archeologiche. La prima campagna di scavo iniziò il 26 aprile 1975 e portò alla pulitura del fasciame della nave e rimessa in luce, quasi completamente, la prua. Proprio queste indagini rafforzarono la convinzione che ci si trovava dinnanzi ad una nave adibita al trasporto di merci del III secolo d.C.. Lo scavo venne chiuso il 9 maggio 1975, il relitto fu ricoperto di sabbia e sopra venne disteso un telo di nylon legato ad un telaio di tubi di metallo. I reperti recuperati, nel frattempo, vennero collocati in un magazzino.
La seconda campagna di scavi si aprì tra l'ottobre e il novembre 1975 e portò in luce lo scheletro ligneo. Purtroppo, però, non fu possibile recuperare il relitto e la campagna venne sospesa. Il 4 dicembre 1975 i resti della nave furono ricoperti nuovamente.
Quanto è stato rinvenuto nel relitto di Punta Ala è oggi custodito nel Museo Civico di Grosseto. Pur essendo dei frammenti esigui, hanno permesso di stabilire a quale epoca appartenesse il relitto. Il carico della nave era costituito da anfore e da due dolia contenenti vino, olio e derrate alimentari. A bordo, invece, erano presenti pezzi di ceramica fine e chiara, un vaso a fondo striato con rivestimento color cenere di origine africana, due coperchi, sigillata chiara e frammenti di boccali monoansati di bottigliette fittili, di un'anforetta e di brocche a fondo piatto.
Tra i rinvenimenti più importanti alcuni sacchetti contenenti monete. Una di queste è stata coniata nel 244 d.C., che per gli archeologi rappresenta il terminus post quem per la cronologia del relitto. Si sono formulate diverse ipotesi sul tragitto della nave. La prima teoria vuole che l'imbarcazione provenisse da un porto della Spagna meridionale (Cadice o Cartagena), adibito alla ridistribuzione delle merci. I prodotti, provenienti dall'Africa e dall'Iberia, arrivavano in Spagna percorrendo la rotta fenicia. La seconda teoria afferma che la nave sarebbe partita da un approdo dell'Africa proconsolare per approdare in Spagna, imbarcare prodotti locali e far vela per Osia. La terza ipotesi vuole Cartagine come porto di ridistribuzione.

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