venerdì 22 maggio 2015

I georgiani e il vino

Gli scavi ad Imiri (Foto: Agende News)
Gli scavi archeologici attualmente in corso in Georgia potrebbero rivelare che questo Paese è stato il luogo di nascita della coltivazione della vite. Gli scavi interessano il sito il villaggio di Imiri, nella regione di Kvemo Karli.
Gli archeologi pensano che la civiltà che viveva in questo luogo coltivava ed utilizzava l'uva selvatica e la vite sia per motivi medici che religiosi. Sin dall'antichità, infatti, in Georgia vite e vino erano strettamente collegati al culto e ai riti religiosi. Ancora oggi l'uva, il succo d'uva e i suoi prodotti occupano un posto importante nella dieta del popolo georgiano.
Nel 2014 il National Museum e l'agenzia nazionale del vino hanno posto in essere un progetto internazionale di ricerca sulla storia del vino georgiano, che è sfociata in uno scavo archeologico. Tra i risultati raggiunti vi sono il ritrovamento delle bucce e dei semi dell'uva all'interno di vecchi vasi e vasellame risalenti al VI millennio a.C.. Secondo studi archeologici, le prime tracce di viticoltura e di vino sono state trovate in antichi insediamenti neolitici in prossimità del villaggio di Imiri.
E' stato confermato che durante i primi anni del Neolitico, gli abitanti della Georgia orientale e occidentale avevano familiarità con la coltivazione della vite e con il vino e che questa attività ha avuto un ruolo importante nella vita economica della popolazione.
Oltre ai vinaccioli e alle bucce, gli archeologi hanno rinvenuto i resti della coltivazione del grano e dei legumi, attrezzi agricoli e ceramiche. Sui vasi, inoltre, sono stati trovati resti di acido tartarico e resina.

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