venerdì 6 gennaio 2023

La Sala Verde di Meritaten, il realismo dell'avifauna

Fac simile della parete ovest della Sala Verde del Palazzo
Nord di Amarna

Un capolavoro dell'antica arte egizia trovato in un palazzo è così finemente dettagliato che i ricercatori sono stati in grado di individuare le specie di uccelli che raffigura. Queste immagini del mondo naturale erano state probabilmente create per il relax e la distrazione degli abitanti del palazzo.
L'opera d'arte è stata scoperta ad Amarna, la capitale del faraone Akhenaton (1347-1332 a.C.). Gli scavi del 1924 portarono alla luce un palazzo appartenuto a Meritaten, figlia del faraone e di Nefertiti, con diverse stante riccamente decorate tra le quali la cosiddetta Stanza Verde. Questa contiene una rara raffigurazione di uccelli in una palude selvaggia di papiri senza segni di attività umana. In questi dipinti sono presenti alcune delle immagini di uccelli più abilmente rese e naturalistiche conosciute dall'Egitto dinastico.
L'arte della Stanza Verde non ha ricevuto tutta l'attenzione dovuta, probabilmente perché i pannelli in gesso originali non sono stati ritrovati in buone condizioni. I tentativi di conservazione dei dipinti, nel 1926, danneggiarono accidentalmente e scolorirono l'opera d'arte.
Il Dottor Christopher Stimpson ed il Professor Barry Kemp hanno deciso di identificare gli uccelli della Stanza Verde. Hanno consultato alcuni ornitologi ed hanno visionato una riproduzione di notevole qualità artistica realizzata nel 1924 da Nina de Garis Davies. Alla fine i due ricercatori sono stati in grado di identificare diverse specie di uccelli tra i quali averle e ballerine, martin pescatori e piccioni. I due ricercatori hanno anche scoperto che gli artisti potrebbero aver segnalato alcuni uccelli migratori, annotati con un triangolo, forse ad indicare un elemento stagionale in un complesso artistico.
Egitto, la Sala Verde nella sua attuale ricostruzione
(Foto: laciviltaegizia.org)
I piccioni egiziani, in particolare, non sono originari delle paludi di papiro, ma piuttosto associati alle vicine rupi del deserto. Forse, come nelle città moderne, i piccioni erano attratti dall'attività umana. I ricercatori pensano che gli artisti potrebbero aver incluso i piccioni per rendere la scena più selvaggia.
Il Palazzo nord è chiamato dagli odierni abitanti del luogo Palazzo di Nefertiti, perché probabilmente ospitò la celebre regina o forse Kiya, un'altra moglie di Akhenaton che rivestì un ruolo di preminenza della prima parte del suo regno. Forse qui crebbe Tutankhamon, quando ancora si chiamava Tutankhaton e molte iscrizioni trovate in loco provano con certezza che vi abitò Meritaton, figlia maggiore ed erede del sovrano.
Alcuni studiosi ritengono che il faraone lo utilizzasse come buen retiro, in quanto era stato dotato di svariati giardini e di una specie di zoo che raccoglieva varie specie di quadrupedi e di uccelli, che lo rendevano un ambiente particolarmente rilassante; altri pensano che fosse una riserva dove venivano conservati vari esemplari di vita animale come simbolo del potere di Aton, dio creatore.
Il palazzo venne scavato nel 1923 e nel 1924. Oggi vengono eseguite opere di consolidamento e di ricostruzione che hanno reso chiaramente visibile la pianta della struttura. Il Palazzo era una residenza indipendente costruita lungo tre lati di un vasto recinto rettangolare che misura 112 per 142 metri. Al centro del lato corto ad ovest si apriva una porta affacciata sul Nilo che dava ingresso al cosiddetto primo cortile, delimitato sul lato opposto da un muro nel quale si aprivano un ingresso monumentale al cortile principale, due ingressi più stretti e, forse, una finestra delle apparizioni.
Gli scavi ad oggi hanno raggiunto la profondità di otto metri sotto l'attuale livello del suolo, circostanza che ha indotto gli archeologi ad ipotizzare che più che un lago o un giardino sommerso, la depressione fosse un pozzo profondo e grande che alimentava d'acqua il giardino sommerso che si trovava nell'angolo nordest del palazzo, al quale era collegato tramite un condotto calcareo sepolto.

Fonti:
phys.org
laciviltaegizia.org



Nessun commento:

Interessanti risultati sullo studio degli antichi Piceni

Uno studio condotto da un team internazionale, coordinato da Sapienza Università di Roma e dal Cnr , rivela le origini genetiche dei Piceni...